Guido Barone: 70 anni tra scienza e militanza

Un convegno dedicato alla Chimica, ai cambiamenti climatici e al calore come mezzo di indagine scientifica, per festeggiare i 70 anni di uno dei primi scienziati che, in Italia, si sia dedicato alla Chimica Fisica. Il 18 maggio, presso la Sala Azzurra di Monte Sant’Angelo, amici e colleghi di una vita si sono stretti intorno al prof. Guido Barone, Presidente del Corso di Laurea in Scienze Ambientali, per tracciarne un profilo scientifico ed umano. Formatosi tra gli anni ’50 e ’60 presso la scuola di Alfonso Maria Liquori, uno dei principali esponenti della Chimica italiana, è stato un ricercatore appassionato ed un altrettanto appassionato militante politico, battendosi sempre per i diritti dei ricercatori precari (nel suo studio c’è un pupazzetto a forma di Pantera, l’animale simbolo del movimento di lotta universitario). “È stata una sorpresa. I miei collaboratori stanno lavorando a questo convegno da mesi, ma non mi avevano detto niente. Oggi avrei dovuto essere a Roma, per una riunione nazionale dei Presidenti di Corso di Laurea, e, invece, una decina di giorni fa mi hanno fatto disdire tutti gli impegni. Devo ringraziare, in modo particolare le professoresse Del Vecchio e Giancola”, dice emozionato il festeggiato tra un abbraccio e l’altro. 
“È una persona che ha sempre combattuto per ciò in cui credeva” afferma il Rettore Guido Trombetti, rivolgendogli  un saluto affettuoso. “È stato un mio professore ma oggi sono qui per amicizia”,  ricorda il Preside Alberto Di Donato. “È sempre qui, lavora a tutte le ore”,  aggiunge il prof. Vincenzo Pavone. “Figure come la sua sono ancora molto importanti, specie in periodi come questo, in cui l’Università è sotto assedio”,  afferma ancora il prof. Massimo D’Apuzzo, Presidente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie. Lelio Mazzarella, amico e compagno di studi, racconta brevemente del periodo a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, quelli in cui lui e Barone si sono conosciuti, sui banchi del Corso di Laurea in Chimica Industriale. “Erano gli anni di un vero e proprio rinascimento scientifico a Napoli ed anche l’Università si era aperta alle nuove generazioni”. Il confronto con questo momento storico è inevitabile “siamo divisi tra il fondamentalismo e l’impatto antropico sull’ambiente. Ora i ricercatori, più che essere mossi da motivazioni ideali, sembrano arroccati a difendere le proprie piccole posizioni di potere”. Alberto Schiraldi, dell’Università di Milano, racconta, in maniera scherzosa, dei primordi della Chimica Fisica in Italia, alla fine degli anni ’60 e della sua amicizia con il protagonista della giornata. “Agli inizi i gruppi e i settori erano divisi e questo indeboliva tutto il settore italiano. La colpa era dei baroni, ma tra i contestatori c’era un barone vero, che non andò via da Napoli ma lottò per crearsi una nicchia propria, fondando anche un gruppo di lavoro”. Altri gruppi in Italia si stavano muovendo nella stessa direzione. I problemi principali che gli studi presentavano erano di tipo termodinamico. Nasce la calorimetria, una disciplina che permette di risolvere i problemi di analisi strutturale con il conforto della termodinamica chimica.  In questo contesto la scuola di Guido Barone si contraddistingue perché riesce a comprendere i meccanismi delle molecole organiche più semplici dedicando grande attenzione al comportamento dell’acqua, ponendo le basi per lo studio di una nuova tecnica che è la catalisi chimica. “A quelli che sostenevano che la sua non era vera Chimica Fisica, diceva ‘allora diventerò biologo e manderò tutti al diavolo’ ”. La sua determinazione lo ha portato a diventare Presidente dell’AICAT (Associazione Italiana di Calorimetria ed Analisi Termica) dall’84 all’87. La domanda fondamentale che resta in piedi è: come funziona la vita? I processi a cui partecipano le molecole non sono avulse dall’ambiente esterno: la nuova frontiera degli studi di Guido Barone che lo indussero a fondare, qualche anno fa, addirittura un Corso di Laurea. “Tra i suoi lavori ci sono più di 50 coautori, vuol dire che ha lavorato con un sacco di persone che hanno sempre tratto dei vantaggi intellettuali da questa collaborazione, perché dovunque lui vada, rivoluziona tutto senza sfasciare”, conclude Schiraldi. 
Tanti i suoi 
ex allievi
 ora in cattedra
“Negli ultimi 800mila anni la Terra ha attraversato periodi di glaciazione e di successivo riscaldamento, ma mai, in nessun periodo, i livelli di anidride carbonica presenti nell’aria hanno assunto i livelli attuali. Questo scompenso potrebbe portare nel giro di pochi anni ad uno stravolgimento del clima che potremmo non essere in grado di gestire”, incalza Barone, animato dalla passione che tutti, negli anni, gli hanno sempre riconosciuto. “Ho dedicato a Guido un lavoro nato nella scuola napoletana – dice Attilio Cesàro, ex studente del prof. Barone ora docente a Trieste, dopo essere stato negli Stati Uniti -. La Termodinamica Chimica è sicuramente nata in quegli anni straordinari dei quali si parlava prima”. La collaborazione tra il maestro e l’allievo comincia negli anni ’70, dopo il trasferimento di Cesàro a Trieste: “una cosa che pochi sanno è che scrivevamo i nostri lavori a Palinuro, sotto l’ombrellone”. Scherza il professore, che nel tempo ha intrapreso studi in altri campi e i due docenti si sono un po’ allontanati, fino a quando, nel 1985, gli scienziati del British Museum scoprirono il Trealosio, una sostanza diffusa in lieviti, funghi e insetti: “l’analisi fu condotta con tecniche calorimetriche. Dall’analisi degli eventi e delle misure siamo risaliti al processo che avviene all’interno di un microrganismo quando produce Trealosio”. “La calorimetria è la tecnica che ci ha permesso di condurre gli studi sul fattore di trascrizione delle proteine della tiroide e del fegato”, spiega Pompea Del Vecchio. Dimitrios Fessas, un ricercatore greco laureato a Napoli con il prof. Barone, oggi lavora all’Università di Milano, racconta: “ho iniziato a studiare con il professore macromolecole biologiche in soluzione diluita”. “Sono un membro recente del gruppo di Barone, ma nei miei studi sono tornato un po’ alle origini del suo lavoro”, la testimonianza di Giuseppe Graziano dell’Università del Sannio, che parla dell’effetto idrofobico, un processo che indica la scarsa solubilità in acqua di specie molecolari di grandi dimensioni. “Sono uno degli studenti del prof. Barone in giro per il mondo”, riferisce Diego Esposito, ricercatore del National Institute for Medical Research di Londra. Parla dell’Apoptosi  o morte cellulare. Concetta Giancola, una delle più strette collaboratrici di Barone, presenta un lavoro scritto insieme al prof. Luigi Petraccone, sui Telomeri, regioni terminali dei cromosomi composti da DNA ripetuto, che non codifica proteine. Ha un ruolo determinante nell’evitare la perdita di informazioni durante la duplicazione dei cromosomi. “Si è visto che nei processi di formazione tumorale, la Telomerasi è presente”. Inibirla sembra, quindi un buon sistema. “Siamo conosciuti come il gruppo di Napoli, veniamo citati in molti lavori. Quest’anno non siamo stati finanziati, ma non ci arrendiamo”. 
Enzo Tizzi, docente presso l’Università di Siena, ricorda la sua amicizia quarantennale, prima con Liquori e poi con Barone. “Siamo legati da quando è nata la Chimica Fisica. Allora io mi occupavo di risonanza magnetica. Da giovane ero appassionato di Biologia, ma in pochi mi davano credito nella società chimica italiana. Siamo tra quelli che non si sono mai accontentati solo della chimica e la termodinamica permette di avere una visione globale delle cose”. E poi descrive un esperimento relativo alla nascita della vita. Il prof. Vincenzo Vitagliano mostra le immagini di un filmato che racconta l’esperienza di volo parabolico compiuto da alcuni studenti di Chimica nell’ambito di una iniziativa dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. L’esperimento, proposto dagli studenti napoletani, è stato realizzato in collaborazione con il centro aerospaziale MARS. ll volo, al quale hanno partecipato tutti gli studenti europei del programma, è partito da Bordeaux ed ha sorvolato il Golfo di Biscaglia. “Nel corso dell’esperimento, per 40 volte, l’aereo precipita e risale. Io ero a terra con l’ansia, non sarei mai salito su una cosa del genere. Alcuni hanno vomitato, ma i nostri ragazzi no”.
“Il rapporto con Guido è soprattutto di tipo personale. Da lui ho appreso a non aver paura della novità, il dono della sintesi e la dialetticità della natura, per cui si va avanti in base alla contraddittorietà degli argomenti. Con questa formazione sono riuscito ad inserirmi in un campo essenzialmente biologico”, afferma Maurizio Ribera d’Alcalà, ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn, che parla del clima del pianeta e di come dipenda dalla liquidità e dal lavoro svolto dal plancton e dal fitoplancton. “L’aerosol è uno dei temi più studiati e di maggior interesse. Purtroppo ancora oggi le incertezze su questo tema sono notevoli. Gli effetti sul clima sono di tipo sia diretto che indiretto, ma fino ad ora abbiamo compreso solo gli effetti sulla salute determinati dalla presenza del particolato nell’aria. Da questi studi partono tutte le normative vigenti”, afferma Angelo Riccio, un altro ex-allievo.
Il prof. Giuseppe Della Gatta, dell’Università di Torino, ha infine ricordato gli anni di amicizia e di lotta politica vissuti insieme a Barone. 
Una frase forse, può aiutare a dipingere il protagonista della giornata più di qualunque descrizione: “mi raccomando, quando scrivete non fate troppi complimenti. Oggi hanno esagerato, va a finire che mi fanno pure arrabbiare”.
Simona Pasquale
- Advertisement -




Articoli Correlati