Guido D’Angelo, l’architettura e le leggi urbanistiche

“Cinquant’anni di insegnamento, durante i quali posso dire di essermi divertito un mondo”. Sono le parole del prof. Guido D’Angelo, ordinario di Diritto urbanistico alla Facoltà di Architettura, uno degli undici docenti che il primo novembre sono andati in pensione. 
“Alla Facoltà di Architettura di Napoli ci sono arrivato per caso – rivela – Subito dopo il conseguimento della laurea in Giurisprudenza facevo pratica di Diritto del Lavoro. Durante quel periodo fui chiamato dall’allora direttore e fondatore della Rivista Giuridica dell’Edilizia, Aldo Maria Sandulli, il quale aveva avuto un’intuizione brillante per l’epoca: l’invenzione di una rivista su una materia che in futuro avrebbe avuto un grande sviluppo. Parliamo della fine degli anni Cinquanta, durante un periodo in cui la legislazione urbanistica non era ancora stata attuata. Il direttore stava cercando dei giovani per la redazione della rivista e fu così che casualmente fui presentato a Sandulli, il quale successivamente mi definì ‘l’uomo della rivista’, presentandomi al Presidente della Camera dei Deputati, Giovanni Leone, sul treno diretto da Napoli a Roma”. Dal Diritto del Lavoro al Diritto dell’Edilizia: tutta una serie di fortunate coincidenze, dunque, secondo il professore, ma accompagnate e rinforzate sicuramente da una forte passione per la professione intrapresa. “In seguito, un’altra casualità ha voluto che il professore di materie giuridiche presso le Facoltà di Ingegneria e di Architettura fosse arrivato all’età di sessantanove anni. Gli subentrai e così iniziò la mia carriera accademica alla Federico II. E ci sono rimasto per tanti anni”. D’Angelo sottolinea “mi è piaciuto molto insegnare agli architetti, per l’utilità di questi insegnamenti. Gli architetti sono per definizione degli artisti e quindi in alcuni casi sono portati a rifuggire dalle regole. Talvolta si trovano in contrasto con le norme giuridiche. In questo senso, ho cercato negli anni di formare, attraverso gli insegnamenti universitari, questo tipo di mentalità. Ci sono state molte occasioni in cui ho giudicato un progetto bellissimo, ma purtroppo non attuabile, proprio per una serie di norme giuridiche che (a volte anche a torto) impediscono la realizzazione di idee brillanti”.
D’Angelo esprime preoccupazione per le sorti dell’Università: “di cambiamenti, da cinquant’anni a questa parte, ce ne sono stati parecchi e purtroppo non sempre in positivo. Le Scuole di Architettura, come tutte le Università, hanno subito un forte mutamento, che si traduce fondamentalmente in un abbassamento della qualità. Credo che sia stato fatto un errore enorme a monte, nel moltiplicare i Corsi di Laurea e, di conseguenza, nell’aumentare gli insegnamenti. Questo, purtroppo, riduce inevitabilmente la qualità dell’insegnamento. Senza dubbio, non sono accettabili le riduzioni indifferenziate delle risorse finanziarie destinate alla Scuola e all’Università. Sarebbe, invece, opportuno eliminare gli sprechi di spesa. Questo è il lavoro da fare, tentando poi di destinare le risorse sprecate alla ricerca e all’insegnamento”. 
Il rapporto con gli allievi: “è anche questo uno dei motivi per cui, pur essendo ufficialmente in pensione, non ho la minima intenzione di chiudere i ponti con l’Università. A dimostrazione di questo, la volontà di continuare a tenere lezioni e seminari, come ad esempio quella del 17 novembre sull’introduzione al Diritto Urbanistico. Nel corso delle mie lezioni, ho sempre cercato di mantenere un clima sereno e gioioso, spaziando anche su argomenti non strettamente legati alla materia di studio”.
I progetti del prof. D’Angelo non si arrestano, dunque, alla soglia della pensione. “Oltre alla mia esperienza in campo didattico, che continuerò a mettere a disposizione degli allievi finché lo vorranno, – dichiara – parteciperò a progetti inerenti agli studi sull’Urbanistica. Il prossimo 24 novembre, si terrà presso l’Hotel Vesuvio un convegno sulla situazione della disciplina urbanistica in Campania, al quale parteciperò introducendo i diversi interventi. Inoltre continuo a collaborare con alcuni quotidiani di Napoli, seguendo così una delle mie prime passioni. Tutto questo, naturalmente, se la salute continuerà ad accompagnarmi. Ottimismo e voglia di fare non mi mancano di certo”.         
Anna Maria Possidente
- Advertisement -




Articoli Correlati