“Abbiamo promosso questa giornata per rispondere alle domande degli studenti sul futuro. Si tratta di una risposta ancora parziale, perché l’industria italiana deve ancora crescere in questo senso, mentre in altri contesti avanzati, come la Germania, i ragazzi con il dottorato in Fisica sono molto apprezzati e ricercati. Qualcosa, però, sta cambiando e dovrà essere sempre più così se vorremo continuare ad essere il secondo paese manufatturiero d’Europa”, afferma il prof. Gennaro Miele, Coordinatore della Didattica per la Laurea Magistrale in Fisica, nel corso dell’incontro di orientamento sugli sbocchi occupazionali “La Fisica e i Fisici nell’Impresa”, organizzato dal Dipartimento ‘Ettore Pancini’ il 14 novembre a Monte Sant’Angelo. I dati sull’occupazione dei laureati in Fisica: il 75% dei laureati trova occupazione (per il 70% a tempo indeterminato), ma solo un 20-25% resta nel Meridione, il resto emigra al centro-nord e all’estero. Tuttavia, la metà dei laureati riconosce un grande valore alla formazione generalista ricevuta, informa il prof. Vincenzo Canale, Coordinatore della Didattica per la Laurea Triennale. Che aggiunge: “fra le proposte degli studenti ci sono una maggiore formazione in Informatica e Statistica e un periodo di studio all’estero”. “Il fisico sa fare tutto, ma non è specializzato in niente – afferma il prof. Leonardo Merola, Direttore del Dipartimento – Non ha competenze specifiche immediatamente spendibili, eppure possiede una elevata flessibilità nel capire i problemi, una grande capacità di calcolo. Bisogna superare la settorialità e integrare le competenze. Il mondo della produzione è già pronto per i fisici, che lavorano insieme ai chimici, agli ingegneri e ad altre figure”. I diversi ambiti di occupazione. “Internet ci rende stupidi; privilegia la velocità alla profondità. Un fisico, invece, è strutturalmente profondo, accetta la sfida dell’astrazione perché la Fisica è poco intuitiva e può applicarsi a lavori molto diversi fra loro, che richiedono la capacità di saper impostare i problemi. Non è strano che i laureati cerchino opportunità all’altezza delle loro competenze e l’Italia perda sempre più pezzi di sapere”, dice nel suo intervento Vincenzo Cuomo, ex Presidente del Consorzio TeRN, Tecnologie per le Osservazioni della Terra e dei Rischi Naturali, portando ad esempio la meteorologia, branca in via di depauperamento perché non si formano più esperti di Fisica dell’Atmosfera, mentre dalle tecnologie spaziali, come quelle satellitari, arrivano soluzioni nuove e specifiche per agenzie governative, agricoltura e beni culturali. La fisica medica, specializzazione nata circa vent’anni fa in seguito all’evoluzione dei sistemi diagnostici, nel nostro Paese ha avuto alterne fortune. Tanto che delle diciannove scuole presenti in Italia solo sedici sono attive. L’unica del Sud è a Napoli, incardinata presso la Scuola di Medicina ma che continua ad avvalersi del supporto culturale dell’area Politecnica. “Attualmente abbiamo tre specializzandi, e il 90% delle quarantacinque persone già formate lavora. Di recente sono anche stati pubblicati dei bandi regionali”, dice la prof.ssa Maria Quarto. Altra esperienza quella di Mario Lavorgna, un fisico teorico che da trentacinque anni lavora presso la ST Microelectronics, multinazionale italo-francese con stabilimenti anche in Campania. ST Microelectronics accoglie tesisti e studenti per stage, promuove campi estivi e altre iniziative. Ton Engbergsen, che lavora alla sede IBM di Zurigo, parla di Big Data, superconduttività e alte energie in campo industriale, tutti ambiti fondamentali nati dalle sperimentazioni della Fisica, mentre Francesca Salvi, geologa dell’ENI, racconta le attività di ricerca di nuovi siti svolti da gruppi eterogenei: “l’esplorazione è un’attività ad alto rischio, che richiede elevate capacità di calcolo, di monitoraggio satellitare e di previsione di fenomeni sismologici, affidate al lavoro di geologi e geofisici”. Vito Grassi, dell’Unione Industriali di Napoli, sottolinea come l’industria 4.0 richieda la collaborazione fra imprese, ricerca e formazione: “Non sempre le aziende sono pronte ad accogliere profili così elevati come quelli dei fisici, ma è necessario incontrarsi per interpretare i nuovi scenari”. Ha proprio tra gli obiettivi la promozione della figura del fisico nel mondo produttivo l’ANFeA (Associazione Nazionale Fisica e Applicazioni), il cui Presidente è il prof. Antonio D’Onofrio, Direttore di Dipartimento all’Università Luigi Vanvitelli: “dobbiamo approfittare delle nuove normative per definire gli strumenti del fisico”. Coordinatore dell’Associazione per Campania, Molise e Abruzzo è Salvatore Grasso, laureato in Fisica nel 1997 con un lavoro sulle onde gravitazionali e ricercatore strutturato al CNR a soli 27 anni, che ha deciso di lasciare tutto per lavorare in una società che si occupa di energie rinnovabili e impianti eolici: “la nostra formazione è giusta per le imprese e il management, e dovrebbe essere arricchita con elementi di Economia e Finanza”. Un’idea rivoluzionaria, che si sta facendo sempre più spazio grazie all’affermarsi di spin-off come l’ALA (Advanced LIDAR Applications) del prof. Nicola Spinelli sul rilevamento del particolato nell’atmosfera, e il RISS (Realtime Innovative Solutions for Seismology) del prof. Aldo Zollo sul rischio sismico. “Perché non sfruttare gli esami a scelta libera per mutuare insegnamenti di tipo economico? Noi siamo a disposizione per stimolare l’imprenditorialità dei profili scientifici”, propone in conclusione il prof. Roberto Vona, docente di Economia e Gestione e Presidente del comitato tecnico dell’Ateneo per gli spin-off.
Simona Pasquale