I test a risposta multipla non sono soltanto croce e delizia di ogni studente che decide di intraprendere il proprio percorso accademico di un Corso di Laurea a numero programmato, ma anche vero e proprio modus operandi a Psicologia. Il Dipartimento ha, quindi, ben pensato di realizzare un seminario a sostegno delle novelle matricole, dal titolo “Lo studente strategico”.
“Preparazione ma anche strategia d’intervento”, è quanto occorre per affrontare i test d’ingresso, afferma Marianna Aprea, studentessa al secondo anno della Magistrale in Processi Cognitivi, che, insieme a Sofia Celentano, laureanda Magistrale in Psicologia Clinica, e Maria Rosaria Cuccaro, laureanda in Psicologia dei processi cognitivi, è nel team del servizio di tutorato didattico promotore dell’evento. “Cosa vi aspettate da questo incontro?”, chiede Aprea agli studenti in sala che, tra il serio e il faceto, propongono come panacea il compito stesso o il superamento immediato del test. Il tutor entra allora immediatamente nel vivo del tema: si parte dalla constatazione dei vantaggi e degli svantaggi del metodo di selezione, sino ai consigli pratici per affrontare al meglio il quiz d’ingresso e gli esami. “Innanzitutto è necessario leggere le domande singolarmente per poi rispondere subito a quelle che si conosce con certezza, riportandole in griglia con accuratezza – spiega Cuccaro – lasciando per ultime quelle di cui non siamo certi. Ricordate sempre che la struttura del quiz prevede almeno due totalmente assurde, e dunque distanti dalla risposta corretta, ed un distrattore molto vicino alla risposta giusta”. Il problema vero sorge quando di una domanda non si conosce affatto la risposta e si finisce in preda allo stress. “L’ideale sarebbe cercare un suggerimento dalle domande precedenti, o anche pensare a elementi contestuali collegati alla domanda. Infine, fare mente locale con un ripasso che parte dal generale fino a giungere al particolare della domanda”. Consigli utili: respiri lenti e profondi per gestire l’emotività; affidarsi al caro e vecchio amico orologio in modo da calcolare il tempo per ogni singola domanda e riservare qualche minuto per completare la griglia, pianificare le risposte via via. Suggerimenti di ordine più generale riguardano l’individuazione delle parole chiave all’interno delle domande, una particolare attenzione va posta alle espressioni assolute, alle negazioni e alle doppie negazioni. Meglio non distrarsi e ricordare che le proprie domande saranno sicuramente diverse da quelle del proprio vicino di banco!
I tutor hanno voluto sfatare anche la credenza comune che i quiz a risposta multipla rappresentino solo un ostacolo ulteriore sul tragitto, già ostico, di formazione prima ed inserimento professionale poi. “Secondo i dati di uno studio effettuato da Little J. E L. Bjork dal titolo Optimizing multiple-choice test as tools for learning – afferma Cuccaro – è emerso come nei compiti a risposta multipla si renda necessaria un’elaborazione più profonda rispetto a quelli a risposta aperta”. Ma le analisi scientifiche non sembrano convincere gli studenti presenti in aula che sperano in una selezione clemente. “Mi aspetto dei quiz generici – afferma Daniela, candidata ai test per iscriversi alla Magistrale – in quanto non ho avuto tempo per approfondire in maniera specifica tutto il programma che è davvero cospicuo”. Si esprime con termini simili Marialuisa, neolaureata Triennale anch’ella prossima ad affrontare i quiz a risposta multipla: “Se scelgo l’indirizzo Neuroscienze, perché dovrei studiare anche, ad esempio, Freud? Mi sembra assurda una richiesta del genere. È vero, dovrebbero essere nozioni ormai, dopo tre anni, che abbiamo fatte nostre. Dunque, proprio perché siamo già stati valutati su questi argomenti, dovrebbero permettere di poterci concentrare su quella che è la nostra propensione accademica”.
Dulcis in fundo, agli studenti viene somministrato un fac-simile della prova d’esame per valutare, più che l’esattezza delle risposte, il metodo applicato nella risoluzione. Le strategie maggiormente utilizzate vertono sulla risposta diretta, sull’associazione mediante elementi contestuali, per esclusione, e per logica ed etimologia di parole chiave. “In griglia abbiamo riportato subito le risposte su cui eravamo sicuri, così come consigliato dai tutor”, afferma Raffaella, a cui si unisce Angela che constata: “non ci sono state domande sulle quali non siamo riuscite ad applicare nessuna delle strategie proposte”. Il quid in più, però, a detta di molti studenti, è sempre lo stesso: “un pizzico di fortuna!”.
Maria Teresa Perrotta
“Preparazione ma anche strategia d’intervento”, è quanto occorre per affrontare i test d’ingresso, afferma Marianna Aprea, studentessa al secondo anno della Magistrale in Processi Cognitivi, che, insieme a Sofia Celentano, laureanda Magistrale in Psicologia Clinica, e Maria Rosaria Cuccaro, laureanda in Psicologia dei processi cognitivi, è nel team del servizio di tutorato didattico promotore dell’evento. “Cosa vi aspettate da questo incontro?”, chiede Aprea agli studenti in sala che, tra il serio e il faceto, propongono come panacea il compito stesso o il superamento immediato del test. Il tutor entra allora immediatamente nel vivo del tema: si parte dalla constatazione dei vantaggi e degli svantaggi del metodo di selezione, sino ai consigli pratici per affrontare al meglio il quiz d’ingresso e gli esami. “Innanzitutto è necessario leggere le domande singolarmente per poi rispondere subito a quelle che si conosce con certezza, riportandole in griglia con accuratezza – spiega Cuccaro – lasciando per ultime quelle di cui non siamo certi. Ricordate sempre che la struttura del quiz prevede almeno due totalmente assurde, e dunque distanti dalla risposta corretta, ed un distrattore molto vicino alla risposta giusta”. Il problema vero sorge quando di una domanda non si conosce affatto la risposta e si finisce in preda allo stress. “L’ideale sarebbe cercare un suggerimento dalle domande precedenti, o anche pensare a elementi contestuali collegati alla domanda. Infine, fare mente locale con un ripasso che parte dal generale fino a giungere al particolare della domanda”. Consigli utili: respiri lenti e profondi per gestire l’emotività; affidarsi al caro e vecchio amico orologio in modo da calcolare il tempo per ogni singola domanda e riservare qualche minuto per completare la griglia, pianificare le risposte via via. Suggerimenti di ordine più generale riguardano l’individuazione delle parole chiave all’interno delle domande, una particolare attenzione va posta alle espressioni assolute, alle negazioni e alle doppie negazioni. Meglio non distrarsi e ricordare che le proprie domande saranno sicuramente diverse da quelle del proprio vicino di banco!
I tutor hanno voluto sfatare anche la credenza comune che i quiz a risposta multipla rappresentino solo un ostacolo ulteriore sul tragitto, già ostico, di formazione prima ed inserimento professionale poi. “Secondo i dati di uno studio effettuato da Little J. E L. Bjork dal titolo Optimizing multiple-choice test as tools for learning – afferma Cuccaro – è emerso come nei compiti a risposta multipla si renda necessaria un’elaborazione più profonda rispetto a quelli a risposta aperta”. Ma le analisi scientifiche non sembrano convincere gli studenti presenti in aula che sperano in una selezione clemente. “Mi aspetto dei quiz generici – afferma Daniela, candidata ai test per iscriversi alla Magistrale – in quanto non ho avuto tempo per approfondire in maniera specifica tutto il programma che è davvero cospicuo”. Si esprime con termini simili Marialuisa, neolaureata Triennale anch’ella prossima ad affrontare i quiz a risposta multipla: “Se scelgo l’indirizzo Neuroscienze, perché dovrei studiare anche, ad esempio, Freud? Mi sembra assurda una richiesta del genere. È vero, dovrebbero essere nozioni ormai, dopo tre anni, che abbiamo fatte nostre. Dunque, proprio perché siamo già stati valutati su questi argomenti, dovrebbero permettere di poterci concentrare su quella che è la nostra propensione accademica”.
Dulcis in fundo, agli studenti viene somministrato un fac-simile della prova d’esame per valutare, più che l’esattezza delle risposte, il metodo applicato nella risoluzione. Le strategie maggiormente utilizzate vertono sulla risposta diretta, sull’associazione mediante elementi contestuali, per esclusione, e per logica ed etimologia di parole chiave. “In griglia abbiamo riportato subito le risposte su cui eravamo sicuri, così come consigliato dai tutor”, afferma Raffaella, a cui si unisce Angela che constata: “non ci sono state domande sulle quali non siamo riuscite ad applicare nessuna delle strategie proposte”. Il quid in più, però, a detta di molti studenti, è sempre lo stesso: “un pizzico di fortuna!”.
Maria Teresa Perrotta