Che l’innovazione sia il motore della ricerca è un’idea ormai condivisa. Non c’è sviluppo senza innovazione e non c’è innovazione senza ricerca scientifica: questa è l’idea di base che ha animato il progetto Ricerca è Innovazione in Campania, conclusosi con la due giorni Il Futuro cresce in Campania. Il 20 e 21 novembre al teatro Mediterraneo, tra i tanti relatori, sono intervenuti sullo stato della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione nella nostra Regione i Responsabili dei Centri di Competenza Gaetano Manfredi, Ovidio Bucci, Liberato Berrino, Giorgio Donsì, Leonardo Lecce, i Rettori Gennaro Ferrara, Raimondo Pasquino, Filippo Bencardino e Francesco Rossi, e il Presidente facente funzioni di Confindustria Campania Carlo Boffa. Ospite d’eccezione, il Presidente del Foundation on Economic Trends di Washington, Jeremy Rifkin, studioso di fama mondiale dell’impatto dei cambiamenti scientifici e tecnologici sull’economia, il mondo del lavoro, la società e l’ambiente. Sul rapporto tra domanda ed offerta dell’innovazione si sono soffermati Mattehew Krepps, business guru sulle strategie di innovazione e l’onorevole Luigi Nicolais.
“E’ stata una due giorni importante per fare un resoconto delle attività svolte nel 2000-2006 e illustrare le azioni in corso – dichiara l’Assessore all’Università, ricerca scientifica e innovazione Nicola Mazzocca, soddisfatto che le Linee Strategiche per la Ricerca siano state approvate all’unanimità dal Consiglio Regionale – E’ importante che la Regione agisca con un piano regolatore che dia un preciso quadro di indirizzo. Ed è altrettanto importante che questo piano venga condiviso. Abbiamo lavorato otto mesi per definire le tematiche di intervento confrontandoci con il Partenariato”.
La manifestazione ha rappresentato un’occasione per sollecitare nuovi investimenti nella ricerca. Lo conferma il Presidente della Regione Antonio Bassolino: “E’ significativa in tal senso la presenza di Confindustria. Molto importanti anche gli interventi in settori innovativi quali l’aerospazio, le biotecnologie, l’energia e la salute”. Il Presidente sottolinea come il sapere rappresenti sempre più la vera ricchezza del sistema produttivo: “Abbiamo cominciato un cammino impegnativo confidando nelle potenzialità delle Università, dei Centri di Ricerca e delle piccole e medie imprese. Mentre i governi nazionali che si sono succeduti riducevano gli investimenti in ricerca, noi li abbiamo fortemente aumentati”.
“E’ stata una due giorni importante per fare un resoconto delle attività svolte nel 2000-2006 e illustrare le azioni in corso – dichiara l’Assessore all’Università, ricerca scientifica e innovazione Nicola Mazzocca, soddisfatto che le Linee Strategiche per la Ricerca siano state approvate all’unanimità dal Consiglio Regionale – E’ importante che la Regione agisca con un piano regolatore che dia un preciso quadro di indirizzo. Ed è altrettanto importante che questo piano venga condiviso. Abbiamo lavorato otto mesi per definire le tematiche di intervento confrontandoci con il Partenariato”.
La manifestazione ha rappresentato un’occasione per sollecitare nuovi investimenti nella ricerca. Lo conferma il Presidente della Regione Antonio Bassolino: “E’ significativa in tal senso la presenza di Confindustria. Molto importanti anche gli interventi in settori innovativi quali l’aerospazio, le biotecnologie, l’energia e la salute”. Il Presidente sottolinea come il sapere rappresenti sempre più la vera ricchezza del sistema produttivo: “Abbiamo cominciato un cammino impegnativo confidando nelle potenzialità delle Università, dei Centri di Ricerca e delle piccole e medie imprese. Mentre i governi nazionali che si sono succeduti riducevano gli investimenti in ricerca, noi li abbiamo fortemente aumentati”.
“1.500 milioni
di euro per il
2007-2013”
di euro per il
2007-2013”
Tra il 2000 e il 2006 il numero dei laureati campani in discipline scientifiche e tecnologiche è, infatti, più che raddoppiato passando da 4,2 a 10,2 per mille abitanti, mentre gli addetti alle attività di ricerca e sviluppo sono passati da 1,8 a 2. Con 1.500 milioni di euro previsti per il 2007-2013, la Campania è la regione con maggiori risorse pubbliche dedicate alla ricerca. Vale a dire che nei prossimi anni si investiranno quasi 4 volte le risorse del periodo 2000-2006.
“In Campania siamo competitivi perché abbiamo un sistema universitario efficiente, capace di fare ricerca e trasferire conoscenza”, il Rettore dell’Università del Sannio Filippo Bencardino ribadisce l’importanza della filiera formativa, sottolineando che non può esserci innovazione se non c’è formazione di base. “I Centri di Competenza devono incoraggiare il trasferimento tecnologico, favorire il legame tra ricerca e mondo delle imprese e richiamare l’attenzione sulle politiche ambientali ed ecologiche – prosegue il Rettore – Dobbiamo lavorare perché ci sia maggior coordinamento tra gli Atenei. Bisogna creare un sistema di tipo regionale per traghettare la Campania verso la competizione internazionale”.
La tesi è che le tante piccole imprese presenti sul territorio possano consolidarsi solo facendo sistema con Università e Centri di Competenza. “Le microimprese non fanno innovazione perché hanno difficoltà a finanziarla. E’ nostro interesse che abbiano i mezzi finanziari per farlo. Se riuscissimo ad aumentare i prestiti bancari, riusciremmo ad aumentare il Pil”, aggiunge il Direttore del Banco di Napoli Antonio Nucci.
A riportare al centro del dibattito le potenzialità di innovazione che scaturiscono dal mondo accademico è il Rettore Bencardino: “In un Paese che investe sempre meno in ricerca di base, corriamo il rischio che prima o poi anche la ricerca applicata possa fallire. Perché possa continuare dobbiamo coordinare sempre più l’operato dei Centri di Competenza senza allentare il legame con l’Università”.
“Il trasferimento tecnologico permette di accelerare la possibilità delle Università di fare innovazione, di brevettare con maggiore rapidità. Ma è impossibile pensare che si possa fare innovazione ricorrendo ai soli fondi del Governo – asserisce il Rettore della Seconda Università Francesco Rossi – I Centri di Competenza sono stati una grande opportunità, hanno incrementato il potenziamento tecnologico ma non hanno creato impresa. Dobbiamo decidere se sono consorzi universitari o devono diventare il motore dell’innovazione”.
“Oggi abbiamo un piano dei finanziamenti che non rinnega, bensì continua il preesistente piano predisposto per i Centri di Competenza”, afferma l’Assessore Mazzocca, facendo notare come questi enti siano serviti da collante tra ricerca pubblica e privata, innovazione e sperimentazione. “Dobbiamo cercare di accorparli sempre più per potenziare gli investimenti – conclude il Presidente Bassolino – Nei prossimi anni impiegheremo un miliardo e mezzo di euro nella ricerca e nelle nuove tecnologie. Intendiamo puntare sulle intelligenze giovanili. In questo momento di seria difficoltà dobbiamo avere la lungimiranza di guardare al futuro”.
Manuela Pitterà
“In Campania siamo competitivi perché abbiamo un sistema universitario efficiente, capace di fare ricerca e trasferire conoscenza”, il Rettore dell’Università del Sannio Filippo Bencardino ribadisce l’importanza della filiera formativa, sottolineando che non può esserci innovazione se non c’è formazione di base. “I Centri di Competenza devono incoraggiare il trasferimento tecnologico, favorire il legame tra ricerca e mondo delle imprese e richiamare l’attenzione sulle politiche ambientali ed ecologiche – prosegue il Rettore – Dobbiamo lavorare perché ci sia maggior coordinamento tra gli Atenei. Bisogna creare un sistema di tipo regionale per traghettare la Campania verso la competizione internazionale”.
La tesi è che le tante piccole imprese presenti sul territorio possano consolidarsi solo facendo sistema con Università e Centri di Competenza. “Le microimprese non fanno innovazione perché hanno difficoltà a finanziarla. E’ nostro interesse che abbiano i mezzi finanziari per farlo. Se riuscissimo ad aumentare i prestiti bancari, riusciremmo ad aumentare il Pil”, aggiunge il Direttore del Banco di Napoli Antonio Nucci.
A riportare al centro del dibattito le potenzialità di innovazione che scaturiscono dal mondo accademico è il Rettore Bencardino: “In un Paese che investe sempre meno in ricerca di base, corriamo il rischio che prima o poi anche la ricerca applicata possa fallire. Perché possa continuare dobbiamo coordinare sempre più l’operato dei Centri di Competenza senza allentare il legame con l’Università”.
“Il trasferimento tecnologico permette di accelerare la possibilità delle Università di fare innovazione, di brevettare con maggiore rapidità. Ma è impossibile pensare che si possa fare innovazione ricorrendo ai soli fondi del Governo – asserisce il Rettore della Seconda Università Francesco Rossi – I Centri di Competenza sono stati una grande opportunità, hanno incrementato il potenziamento tecnologico ma non hanno creato impresa. Dobbiamo decidere se sono consorzi universitari o devono diventare il motore dell’innovazione”.
“Oggi abbiamo un piano dei finanziamenti che non rinnega, bensì continua il preesistente piano predisposto per i Centri di Competenza”, afferma l’Assessore Mazzocca, facendo notare come questi enti siano serviti da collante tra ricerca pubblica e privata, innovazione e sperimentazione. “Dobbiamo cercare di accorparli sempre più per potenziare gli investimenti – conclude il Presidente Bassolino – Nei prossimi anni impiegheremo un miliardo e mezzo di euro nella ricerca e nelle nuove tecnologie. Intendiamo puntare sulle intelligenze giovanili. In questo momento di seria difficoltà dobbiamo avere la lungimiranza di guardare al futuro”.
Manuela Pitterà