Il medico non finisce mai di studiare

“Prima di tutto, bisogna essere umili. La preparazione non ammette lacune, perché un giorno avrete a che fare con le persone e non potete permettervi di sbagliare. Quindi occorre molto impegno e sacrificio”, l’ammonimento del Preside della Facoltà di Medicina della Seconda Università, prof. Giovanni Delrio. “Lo studio va fatto nei tempi e nei modi giusti – sottolinea anche il prof. Antonio Dello Russo, delegato all’orientamento della Facoltà di Medicina del Federico II – Coloro che scelgono questa Facoltà dovranno studiare per tutta la vita, perché l’approfondimento e l’aggiornamento sono necessari”. Agli aspiranti medici – ma anche a coloro che intendono frequentare i Corsi di Laurea in Odontoiatria e Professioni Sanitarie – si richiede fin da prima di iscriversi dimostrazione di impegno e capacità. Ovvero, c’è da passare le forche caudine delle prove d’ammissione. Un aiuto per chi deve affrontare il test d’ingresso viene dal Sof-Tel – il Centro per l’Orientamento del Federico II – che “ogni anno organizza corsi di preparazione per l’accesso ai test”, informa Dello Russo.
Tanti sacrifici, però il futuro occupazionale non desta eccessive preoccupazioni. Tirano un sospiro di sollievo i tantissimi studenti in aula. La laurea consente di “introdursi nel mondo del lavoro in tempi brevi. Non pensate, però, di andare a lavorare nell’ospedale vicino casa, la disponibilità è altrove…”, dice il prof. Dello Russo. Una rassicurazione viene anche dal Preside DelRio: “nel prossimo decennio si vedranno gli effetti del numero chiuso. Penso che l’Italia avrà bisogno di molti medici, quindi coloro che si iscrivono possono stare tranquilli: troveranno lavoro”.
I biotecnologi “inventori di nuovi prodotti”
Da Medicina a Scienze Biotecnologiche, l’altra Facoltà (sempre a numero chiuso) presentata nell’incontro. “Ragazzi, sapete dirmi se oggi qualcuno di voi ha usato un prodotto biotecnologico?”, chiede il prof. Edgardo Filippone (Federico II). Dopo qualche minuto di silenzio, dal pubblico proviene una voce: “Sì, l’Amuchina!”. Ma il docente riporta esempi molto più semplici. “Biotecnologie – dice – è un nome moderno che sta ad indicare l’uso di un organismo al fine di ottenere beni e servizi: quando mangiate una pizza o quando bevete vino avviate un processo di fermentazione biochimico!”. La Facoltà federiciana attiva due Corsi di Laurea: Biotecnologie biomolecolari e industriali oppure Biotecnologie per la salute. “Le materie di base sono la Fisica, la Chimica e la Matematica – spiega Filippone – perché senza aver acquisito i concetti di questi insegnamenti non è possibile capire i meccanismi molecolari”. 
“I biotecnologi non sono tecnici di laboratorio, ma inventori di nuovi prodotti commercializzabili – ad esempio il caffè decaffeinato – In definitiva, studiano tutto ciò che serve per fare prodotti usando cellule o parti di esse”, afferma il prof. Riccardo Pierantoni, del Corso di Laurea in Biotecnologie della Seconda Università. Che aggiunge: “la Regione Campania ha investito tanto in questo settore, c’è quindi da sperare in un grande futuro per i giovani biotecnologi”. 
La parola poi passa agli studenti. Alle loro curiosità rispondono i docenti.
“Qual è il ruolo dell’informatore medico-scientifico?”, è il primo quesito di uno studente. “Il compito dell’informatore è presentare i farmaci ai medici”. 
“Che cosa fa la dietista?”. “E’ una professionista della salute che si occupa dell’alimentazione e delle malattie connesse”.  
“Per tutti i Corsi di Professioni sanitarie è previsto lo stesso test d’ingresso?”. “Sì, il test è uguale. Il candidato può scegliere tre opzioni, tra i corsi, a seconda dei propri interessi”. 
“Mi hanno detto che all’Università non ci sono libri di testo, si studia dagli appunti. E’ vero?”. “Gli studenti prendono appunti durante le lezioni, ma li integrano con i libri”. 
Maddalena Esposito
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