È il neuroscienziato Lamberto Maffei ad inaugurare il ciclo di lectiones magistrales, eventi che la Seconda Università propone a docenti, studenti, territorio, dialogandovi attraverso autorevoli esponenti della cultura italiana ed internazionale. Il 5 marzo si è tenuta la prima lezione di ‘Oltre le due culture. I dialoghi della SUN’, titolo del ciclo di incontri, che ha visto protagonista il Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei sul tema ‘Il Pensiero, adagio con brio’. “Questo è un momento unico, per incontrarci in appuntamenti circolanti, che toccheranno anche i Dipartimenti di Giurisprudenza, Ingegneria, Economia, non solo Medicina. Le lezioni verranno proiettate in contemporanea in streaming, e registrate per poterne usufruire sul nostro sito”, chiarisce il prof. Lorenzo Chieffi, ordinario di Diritto Pubblico generale. Ad introdurre lo scienziato il Rettore Giuseppe Paolisso: “non ha bisogno di presentazioni. Laureatosi in Medicina all’Università di Pisa, è una delle eccellenze italiane nel mondo. Ha lavorato nelle realtà accademiche di Cambridge, Oxford, MIT, Collège de France. Autore di tredici pubblicazioni su Science e cinque su Nature”. Prende dunque la parola l’illustre prof. Maffei: “provo sempre un gran piacere nel tornare a Napoli, poiché i napoletani sono un po’ più umani: vogliono parlare, comunicare, oziare, pensare. Queste attività dal punto di vista evolutivo non servono a nulla, in quanto inutili alla sopravvivenza e alla riproduzione. Dividere il cervello in parti nobili o meno è la cosa più stupida che si possa fare. Il nostro cervello è infatti diviso in tre parti: vegetativa, emotiva e la corteccia, meraviglioso sovrappiù che consente ristoro all’animo umano”. Passando dalla citazione leopardiana del ‘Canto notturno di un pastore errante dell’Asia’ al quadro di Matisse ‘Gioia di vivere’, trasmette al pubblico l’umano: “prodotto proprio dalla parte ‘inutile’ del cervello, quella che interferisce con la sopravvivenza e permette l’ozio creativo”. Parla dunque delle sinapsi, incontri di neuroni, che cambiano sotto stimolo, come dimostra: “le sinapsi aumentano fino al terzo anno d’età del bambino, tant’è che, se lo portate dal pediatra, avrà di sicuro il triplo delle sinapsi di quest’ultimo, che in vecchiaia diminuiscono. Io mi sono interessato, appunto, all’interazione tra ambiente e sinapsi”. Partendo da esperimenti sui ratti, si è arrivati all’uomo, con risultati strepitosi: “i ratti con un semplice massaggio costante hanno sviluppato prima il cervello. Stessa cosa abbiamo pensato di fare con i neonati, prendendo in esame due gemelline: Valentina e Federica. Una sola delle due veniva massaggiata accuratamente tre volte al giorno per 10-15 minuti. Risultato: l’ormone dello stress nella bambina massaggiata è diminuito, il peso aumentato, la vista si è sviluppata, ovvero si è avuta un’accelerazione dello sviluppo del cervello, solo massaggiando. Questo dimostra che l’ambiente è importantissimo per l’uomo, in particolare per il bimbo, che ha un cervello sensibilissimo e facilmente manovrabile”. Due sono gli emisferi cerebrali, collegati da milioni di fibre in equilibrio funzionale: “vorrei parlare ora del fenomeno della ‘facilitazione funzionale paradossale’. L’emisfero sinistro del cervello è relativo al linguaggio, il destro si occupa del visivo ed emozionale. Se uno dei due emisferi smette di funzionare, l’altro sviluppa le sue caratteristiche mantenendosi in perfetto equilibrio”. Fa l’esempio di Nadia, una bambina ucraina che negli anni ’60 fugge dal suo paese per recarsi a Manchester: “non ha parlato fino ai 6-7 anni, ma faceva dei bellissimi disegni, di gran lunga superiori alla norma per la sua età, prima dei 7 anni, dopodiché inizia a parlare. Non disegnerà mai più, aveva sviluppato l’arte visiva laddove il linguaggio era venuto a mancare”. Il cervello, dunque, è una macchina perfetta, ma lenta: “se si pensa al rapporto che può intrattenere con un calcolatore, la differenza è enorme, il cervello va molto più adagio. Heisemberg diceva che la tecnica ha suggerito la conoscenza, questo è stato vero fino ad un certo momento. Oggi la tecnica ha invaso la conoscenza ed è diventata più importante della seconda”. Il professore parla del suo libro ‘L’elogio della lentezza’: “ovunque ci giriamo, camminando per strada o in treno, tutti corrono, tutti parlano al telefonino, ma dove vanno così di fretta? Lo studio della biologia mi aiuta a capire che esistono solo due traguardi, che non si possono cambiare: la nascita e la morte, e se corri è perché vuoi arrivare prima al traguardo finale?”. Cita lo Zibaldone: “‘la pazienza è la più eroica delle virtù, giusto perché non ha nessuna apparenza eroica’. Oggi tutti parlano, ma nessuno ascolta, tutti corrono, perciò diventa difficile pensare. Quindi si allontanano dalla parte del cervello creativa”. Quando è cominciata la corsa contro il tempo? “Si può accostare alla scoperta della luce elettrica ed ai meccanismi dell’economia. L’invenzione della luce ha diminuito il sonno, l’intenzione alla base è appunto produrre per più tempo, guadagnarlo per lavorare. L’economia crea ‘schiavi felici’, paradosso di cui parla il Premio Nobel Amartya Sen. Così facendo andiamo incontro ad una bulimia dei consumi, che porta all’anoressia dei valori. Il vero linguaggio del cervello sono le parole, mentre noi stiamo tornando nuovamente all’immagine, a causa dei potentissimi media, che ci inducono a comprare oltre misura anche ciò di cui non abbiamo bisogno”. Chiude con una emblematica citazione dantesca: “o gente umana, per volar sù nata, perché a poco vento così cadi?”.
Allegra Taglialatela
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