‘Parthenope, l’Ateneo per il territorio e per il talento’: è questo l’incipit del Piano strategico 2016-2022 presentato
dall’Ateneo, insieme al Piano di programmazione triennale 2016-2018. Nel documento si mettono in evidenza le mission dell’Università partendo dall’analisi dell’attuale status relativo a didattica, ricerca e servizi. Il primo obiettivo: la valorizzazione della sua tradizione centenaria. “L’Ateneo individua, consolida e sviluppa i propri caratteri distintivi di specializzazione e li trasferisce alla società con dinamismo ed equilibrio tra tradizione e innovazione. Al fine di perseguire le proprie fondamentali finalità istituzionali, l’Ateneo riconosce come proprie missioni fondanti: la ricerca d’avanguardia di base ed applicativa; la formazione di alto profilo per
preparare i propri studenti alle grandi sfide del presente e del futuro; l’internazionalizzazione e lo sviluppo dei rapporti con le università estere; la razionalizzazione delle proprie attività nel segno del miglioramento continuo e del principio di sostenibilità delle sue azioni. L’Ateneo assicura una formazione solida e flessibile, valorizzata in prospettiva internazionale, orientata allo sviluppo equilibrato di conoscenze, competenze relazionali e capacità riflessive e critiche. L’Ateneo è orientato a una governance fondata su responsabilità e collaborazione, trasparenza, condivisione dei processi e degli indirizzi strategici”.
La didattica
Il calo delle immatricolazioni, l’alto numero di abbandoni (1214 al primo anno su 4291 iscritti nel 2014), il non eccellente posizionamento dell’Ateneo nel ranking nazionale ed internazionale, insieme alla scarsa attrattività per gli studenti stranieri, rendono necessari alcuni interventi sulla didattica. Si parte dal potenziamento della politica di assicurazione della qualità nei processi relativi alla didattica. E quindi dal diffondere la cultura dell’autovalutazione e dall’incentivare l’introduzione di best practice. Molta attenzione è rivolta all’orientamento. Si punta a potenziare quello in ingresso attraverso il ricorso a strumenti e canali innovativi. Auspicabili “un maggiore e sistematico utilizzo dei social e della web TV di Ateneo, anche mediante il coinvolgimento degli studenti, convenzioni con istituti
superiori per azioni di orientamento, formazione/lavoro utili anche a diversificare la qualità delle competenze in ingresso degli studenti”. Per ridurre la dispersione: “bisogna definire per ogni Corso di studio (I e II livello) competenze, capacità e motivazioni dello studente in ingresso e dello studente in uscita e favorire la transizione
da un rapporto gerarchico con le scuole (l’Università è l’apice della piramide formativa) ad uno eterarchico (l’Università e le scuole appartengono alla stessa rete educativa orizzontale, di cui ogni attore rappresenta un nodo) dove prevedere eventi formali in cui questo passaggio si concretizzi”, come l’inaugurazione dell’anno accademico con le scuole o il testimonial day. Terzo obiettivo per quel che riguarda la didattica: aumentare l’attrattività dell’offerta formativa. Un obiettivo che passa attraverso una razionalizzazione e una più chiara distinzione dei percorsi formativi che vanno ridisegnati prestando un’attenzione particolare al territorio (attraverso una stretta interazione con i principali attori del mercato del lavoro). Vanno, inoltre, potenziati i servizi didattici in modalità telematica. Ma, soprattutto, va caratterizzata parte della didattica di Ateneo nel contesto dell’offerta
formativa regionale e nazionale e potenziata l’internazionalizzazione dei Corsi di studio. Le novità nell’offerta formativa: l’attivazione di un Corso di Laurea Magistrale (nell’anno accademico 2017/18 o 2018/19), anche interateneo, nella Classe delle scienze economico-aziendali, integralmente offerto in lingua inglese, al fine non solo di incrementare il proprio grado di internazionalizzazione ma soprattutto per garantire maggiori sbocchi occupazionali ai propri laureati, considerata l’attuale crisi economica del paese; di un indirizzo specifico nell’ambito di un Corso di Laurea Magistrale in Economia marittima; di percorsi formativi teorici, di laboratori progettati in stretta collaborazione con il mondo del lavoro, finalizzati alla formazione dei comandanti di plancia, di macchine e di ufficiale elettrotecnico.
La ricerca
318 unità di personale impegnato nella ricerca; 37 laboratori, 6 brevetti di docenti: alcuni numeri sulla ricerca che emergono dal report che fanno riflettere, se accompagnati alla riduzione del numero e dell’importo dei progetti finanziati da bandi di ricerca competitiva (in 4 Dipartimenti i progetti finanziati da bandi competitivi sono mediamente 2), alle entrate limitate per attività di ricerca conto terzi, alla riduzione dei docenti inattivi. “L’Università Parthenope – si legge nel Piano triennale – risulta non adeguatamente posizionata, al di là dei propri demeriti, nelle classifiche degli Atenei italiani annualmente redatte da alcuni organi di stampa. Questo è un problema, ancora oggi irrisolto, con ripercussioni estremamente negative per l’Ateneo. Uno dei fattori più penalizzanti di queste valutazioni
è sicuramente quello relativo alla qualità della ricerca, non sempre positiva. Il fattore che ha più di tutto inciso negativamente è stata la valutazione della VQR 2004-2010. L’esito di tale valutazione, globalmente non positivo, è stato in parte dovuto ad una mancata percezione dei meccanismi di tale valutazione”. Definiti, quindi, alcuni obiettivi strategici: l’adozione di sistemi premiali per l’attribuzione delle risorse in base alla produttività scientifica e per favorire la progettualità interdisciplinare e pluri-dipartimentale nonché l’equilibrato sviluppo dell’ateneo e il sostegno dei gruppi di ricerca che ottengono miglioramenti della loro produttività; la realizzazione di un’analisi sistematica delle competenze scientifiche e dei potenziali canali di valorizzazione in relazione alle tematiche di ricerca nazionali/europee; il potenziamento della comunicazione all’interno ed all’esterno dei risultati della ricerca e dei servizi di supporto alla gestione dei progetti; l’applicazione delle procedure del conto terzi per attività extraistituzionali dei docenti. Occorre, inoltre, l’incremento dell’attrattività dei dottorati di ricerca attraverso Corsi interateneo, internazionali, innovativi e industriali. Attualmente sono sei i dottorati internazionali e si punta ad arrivare a 10. La condivisione delle strategie di ricerca dell’Ateneo con soggetti rappresentativi del territorio e l’incremento di reti di collaborazioni è un obiettivo per favorire il supporto alla ricerca e lo sviluppo di processi di trasferimento dei risultati. Ad esempio, la partecipazione a Cluster (“un’architettura intermedia e leggera di
coordinamento tra ricerca pubblica e ricerca privata e tra governance e politiche territoriali, condivisa con le principali rappresentanze industriali”) nazionali ed internazionali. La Parthenope ha aderito (lo scorso settembre) agli istituendi Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth (CTN BIG), che si propone di promuovere e agevolare la ricerca, l’innovazione e la formazione nel settore delle scienze e tecnologie del mare; Cluster Tecnologico relativo alle Tecnologie per il Patrimonio Culturale; Cluster Energia promosso dall’ENEA.
Le risorse
Migliore comunicazione e valorizzazione delle risorse, obiettivi centrali nel piano di Programmazione. Occorre “comunicare l’Ateneo quale soggetto scientifico e didattico di alto livello, sia da parte della comunità scientifica nazionale e internazionale che dalla società”, si legge. Quindi, definizione e implementazione di un piano di comunicazione e divulgazione; istituzione di un ufficio stampa di Ateneo; utilizzo intensivo dei social per la diffusione delle informazioni relative alla didattica ed alla ricerca di Ateneo in particolare per ascoltare e per interagire con gli stakeholder; realizzazione di una web-TV di Ateneo come strumento di comunicazione anche con il coinvolgimento degli studenti. Accompagnato da un adeguamento del piano normativo di Ateneo, si va anche ad una rivisitazione del modello logistico dell’Ateneo in ambito cittadino e provinciale attraverso, ad esempio, la definizione della destinazione d’uso di Villa Doria d’Angri,una diversa organizzazione degli spazi del Rettorato, l’avviamento dei lavori della nuova sede di Scienze Motorie.
dall’Ateneo, insieme al Piano di programmazione triennale 2016-2018. Nel documento si mettono in evidenza le mission dell’Università partendo dall’analisi dell’attuale status relativo a didattica, ricerca e servizi. Il primo obiettivo: la valorizzazione della sua tradizione centenaria. “L’Ateneo individua, consolida e sviluppa i propri caratteri distintivi di specializzazione e li trasferisce alla società con dinamismo ed equilibrio tra tradizione e innovazione. Al fine di perseguire le proprie fondamentali finalità istituzionali, l’Ateneo riconosce come proprie missioni fondanti: la ricerca d’avanguardia di base ed applicativa; la formazione di alto profilo per
preparare i propri studenti alle grandi sfide del presente e del futuro; l’internazionalizzazione e lo sviluppo dei rapporti con le università estere; la razionalizzazione delle proprie attività nel segno del miglioramento continuo e del principio di sostenibilità delle sue azioni. L’Ateneo assicura una formazione solida e flessibile, valorizzata in prospettiva internazionale, orientata allo sviluppo equilibrato di conoscenze, competenze relazionali e capacità riflessive e critiche. L’Ateneo è orientato a una governance fondata su responsabilità e collaborazione, trasparenza, condivisione dei processi e degli indirizzi strategici”.
La didattica
Il calo delle immatricolazioni, l’alto numero di abbandoni (1214 al primo anno su 4291 iscritti nel 2014), il non eccellente posizionamento dell’Ateneo nel ranking nazionale ed internazionale, insieme alla scarsa attrattività per gli studenti stranieri, rendono necessari alcuni interventi sulla didattica. Si parte dal potenziamento della politica di assicurazione della qualità nei processi relativi alla didattica. E quindi dal diffondere la cultura dell’autovalutazione e dall’incentivare l’introduzione di best practice. Molta attenzione è rivolta all’orientamento. Si punta a potenziare quello in ingresso attraverso il ricorso a strumenti e canali innovativi. Auspicabili “un maggiore e sistematico utilizzo dei social e della web TV di Ateneo, anche mediante il coinvolgimento degli studenti, convenzioni con istituti
superiori per azioni di orientamento, formazione/lavoro utili anche a diversificare la qualità delle competenze in ingresso degli studenti”. Per ridurre la dispersione: “bisogna definire per ogni Corso di studio (I e II livello) competenze, capacità e motivazioni dello studente in ingresso e dello studente in uscita e favorire la transizione
da un rapporto gerarchico con le scuole (l’Università è l’apice della piramide formativa) ad uno eterarchico (l’Università e le scuole appartengono alla stessa rete educativa orizzontale, di cui ogni attore rappresenta un nodo) dove prevedere eventi formali in cui questo passaggio si concretizzi”, come l’inaugurazione dell’anno accademico con le scuole o il testimonial day. Terzo obiettivo per quel che riguarda la didattica: aumentare l’attrattività dell’offerta formativa. Un obiettivo che passa attraverso una razionalizzazione e una più chiara distinzione dei percorsi formativi che vanno ridisegnati prestando un’attenzione particolare al territorio (attraverso una stretta interazione con i principali attori del mercato del lavoro). Vanno, inoltre, potenziati i servizi didattici in modalità telematica. Ma, soprattutto, va caratterizzata parte della didattica di Ateneo nel contesto dell’offerta
formativa regionale e nazionale e potenziata l’internazionalizzazione dei Corsi di studio. Le novità nell’offerta formativa: l’attivazione di un Corso di Laurea Magistrale (nell’anno accademico 2017/18 o 2018/19), anche interateneo, nella Classe delle scienze economico-aziendali, integralmente offerto in lingua inglese, al fine non solo di incrementare il proprio grado di internazionalizzazione ma soprattutto per garantire maggiori sbocchi occupazionali ai propri laureati, considerata l’attuale crisi economica del paese; di un indirizzo specifico nell’ambito di un Corso di Laurea Magistrale in Economia marittima; di percorsi formativi teorici, di laboratori progettati in stretta collaborazione con il mondo del lavoro, finalizzati alla formazione dei comandanti di plancia, di macchine e di ufficiale elettrotecnico.
La ricerca
318 unità di personale impegnato nella ricerca; 37 laboratori, 6 brevetti di docenti: alcuni numeri sulla ricerca che emergono dal report che fanno riflettere, se accompagnati alla riduzione del numero e dell’importo dei progetti finanziati da bandi di ricerca competitiva (in 4 Dipartimenti i progetti finanziati da bandi competitivi sono mediamente 2), alle entrate limitate per attività di ricerca conto terzi, alla riduzione dei docenti inattivi. “L’Università Parthenope – si legge nel Piano triennale – risulta non adeguatamente posizionata, al di là dei propri demeriti, nelle classifiche degli Atenei italiani annualmente redatte da alcuni organi di stampa. Questo è un problema, ancora oggi irrisolto, con ripercussioni estremamente negative per l’Ateneo. Uno dei fattori più penalizzanti di queste valutazioni
è sicuramente quello relativo alla qualità della ricerca, non sempre positiva. Il fattore che ha più di tutto inciso negativamente è stata la valutazione della VQR 2004-2010. L’esito di tale valutazione, globalmente non positivo, è stato in parte dovuto ad una mancata percezione dei meccanismi di tale valutazione”. Definiti, quindi, alcuni obiettivi strategici: l’adozione di sistemi premiali per l’attribuzione delle risorse in base alla produttività scientifica e per favorire la progettualità interdisciplinare e pluri-dipartimentale nonché l’equilibrato sviluppo dell’ateneo e il sostegno dei gruppi di ricerca che ottengono miglioramenti della loro produttività; la realizzazione di un’analisi sistematica delle competenze scientifiche e dei potenziali canali di valorizzazione in relazione alle tematiche di ricerca nazionali/europee; il potenziamento della comunicazione all’interno ed all’esterno dei risultati della ricerca e dei servizi di supporto alla gestione dei progetti; l’applicazione delle procedure del conto terzi per attività extraistituzionali dei docenti. Occorre, inoltre, l’incremento dell’attrattività dei dottorati di ricerca attraverso Corsi interateneo, internazionali, innovativi e industriali. Attualmente sono sei i dottorati internazionali e si punta ad arrivare a 10. La condivisione delle strategie di ricerca dell’Ateneo con soggetti rappresentativi del territorio e l’incremento di reti di collaborazioni è un obiettivo per favorire il supporto alla ricerca e lo sviluppo di processi di trasferimento dei risultati. Ad esempio, la partecipazione a Cluster (“un’architettura intermedia e leggera di
coordinamento tra ricerca pubblica e ricerca privata e tra governance e politiche territoriali, condivisa con le principali rappresentanze industriali”) nazionali ed internazionali. La Parthenope ha aderito (lo scorso settembre) agli istituendi Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth (CTN BIG), che si propone di promuovere e agevolare la ricerca, l’innovazione e la formazione nel settore delle scienze e tecnologie del mare; Cluster Tecnologico relativo alle Tecnologie per il Patrimonio Culturale; Cluster Energia promosso dall’ENEA.
Le risorse
Migliore comunicazione e valorizzazione delle risorse, obiettivi centrali nel piano di Programmazione. Occorre “comunicare l’Ateneo quale soggetto scientifico e didattico di alto livello, sia da parte della comunità scientifica nazionale e internazionale che dalla società”, si legge. Quindi, definizione e implementazione di un piano di comunicazione e divulgazione; istituzione di un ufficio stampa di Ateneo; utilizzo intensivo dei social per la diffusione delle informazioni relative alla didattica ed alla ricerca di Ateneo in particolare per ascoltare e per interagire con gli stakeholder; realizzazione di una web-TV di Ateneo come strumento di comunicazione anche con il coinvolgimento degli studenti. Accompagnato da un adeguamento del piano normativo di Ateneo, si va anche ad una rivisitazione del modello logistico dell’Ateneo in ambito cittadino e provinciale attraverso, ad esempio, la definizione della destinazione d’uso di Villa Doria d’Angri,una diversa organizzazione degli spazi del Rettorato, l’avviamento dei lavori della nuova sede di Scienze Motorie.
Reclutamento. Sono 265 le unità di personale tecnico amministrativo. Ed “è necessario prevedere per il triennio 2016-2018 i bandi per 2 posti di categ. D area amministrativo gestionale; 2 posti di categ. C. per un ammontare complessivo in termini di punti organico pari a 0,65 P.O.”. Lo scenario per il reclutamento docente 2016-2018: 1 procedura di reclutamento per professore di II fascia; 2 procedure di reclutamento per ricercatori di tipo b); possibili 10 procedure per professori di I fascia entro il 2017; possibili 7 procedure per professori di II fascia, di cui almeno 4 da bandirsi entro il 2017 e 3 entro il 2017 o il 2018; 3 procedure di valutazione comparativa per ricercatori di tipo b) assunti nel 2015.