“Il ragionamento è una questione di allenamento”

Terminata la presentazione, gli studenti si dividono nelle aule libere del piano e si accorpano in gruppi di tre o quattro. Ciascun gruppo, poi, si affianca ad un docente che propone un caso studio di Ingegneria Matematica e guida alla sua risoluzione. Dei gruppi rimasti nell’aula C, uno è composto dalle studentesse di Matematica Giovanna Gaviglia, Tonia Fatigati e Sabrina Averga ed è seguito dalla prof.ssa Paola Festa, docente di Ricerca Operativa. Il problema che propone prevede uno zaino con una determinata capacità e un numero di oggetti con un determinato peso e corrispondenti ad un determinato profitto. L’obiettivo è riempire lo zaino, che non potrà contenere tutti gli oggetti: bisogna selezionare, quindi, una collezione di oggetti la somma dei cui pesi non ecceda la capacità dello zaino e che corrisponda al massimo profitto. Carta e penna alla mano, la professoressa indirizza le ragazze: il primo passo è definire le variabili di decisione, poi bisogna formulare matematicamente l’obiettivo e ancora il vincolo sulla capacità. Una volta creato il modello matematico del problema, la prof.ssa Festa lascia la parola alle studentesse e le incoraggia a proporre delle soluzioni. Una studentessa ipotizza di selezionare la collezione di oggetti che abbia il profitto maggiore, mentre un’altra propone di inserire tutti gli oggetti più leggeri. La docente indica, poi, il metodo della Programmazione Dinamica e spiega come scomporre il problema in sotto-problemi la cui risoluzione porta alla ricomposizione e risoluzione del problema di partenza. Terminata la simulazione, spazio alla discussione. “Era banale – dice Giovanna dopo un attimo di silenzio – Eppure non mi veniva in mente”. “Il ragionamento è una questione di allenamento”, risponde la prof.ssa Festa. Poi, con le ragazze, comincia a discutere di insegnamento: “Un’insegnante dovrebbe sempre trasmettere la sua passione agli studenti. Con il giusto insegnante può piacere anche la materia più odiosa. Nella didattica è fondamentale il contatto umano. Le scoperte scientifiche avanzano ed è giusto che nei nostri corsi proponiamo un aggiornamento dei contenuti. A scuola, magari, il programma è più statico, ma non si insegna mai la stessa cosa perché le persone che ti stanno di fronte non sono mai le stesse”. Una raccomandazione: “Seguite le vostre passioni. Trascorriamo a lavoro la maggior parte del nostro tempo e deve essere un qualcosa che ci gratifica e ci soddisfa”. Le studentesse sono un po’ scettiche sulla possibilità di studiare in lingua inglese: “Avere difficoltà nella comprensione non deve essere considerato un handicap e noi docenti siamo pronti a venirvi incontro. Io ho studiato anche il tedesco, lo parlo ancora. Ho imparato davvero l’inglese stando in America. Durante il dottorato conobbi un professore americano che mi invitò a trascorrere un semestre in America. Prima di partire frequentai un corso breve, capivo l’inglese scientifico, ma praticare la lingua sul posto è cosa ben diversa. Non conoscendo l’inglese vi precludete un mondo”, conclude la docente. 
A fine esperienza, la parola alle studentesse. Giovanna ha le idee chiare, le sue passioni sono “l’insegnamento e la matematica. Da bambina usavo le bambole o mia madre come cavie”. Proseguirà “con la Magistrale in Matematica. Mathematical Engineering è un Corso molto interessante, ma a me non attrae troppo la parte applicativa”. Ancora indecisa Tonia: “La matematica mi piace fin dal liceo, un po’ meno il ramo informatico”. Non ha grande trasporto per l’insegnamento: “non mi sento caratterialmente adatta a questa professione”. Crede che Mathematical Engineering “offra delle opportunità di lavoro interessanti in settori molto richiesti”. Ma è “preoccupata all’idea di frequentare un Corso interamente in lingua inglese”. La lingua spaventa anche Sabrina: “Ho perso un po’ di tempo alla Triennale e ora ho un semestre di ritardo. Non vorrei appesantire la Magistrale dovendomi procurare il certificato di lingua. Però la matematica è la mia passione. Al liceo gli esercizi di matematica per me erano quasi come un gioco da fare nel tempo libero”. Al momento è ancora indecisa se scegliere “la Magistrale in Matematica o quella in Ingegneria Matematica”.
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