Gli studenti del I anno sono alle prese con la prima tornata di esami. “All’orale di Chimica pensavo che mi sarei emozionato di più. Ora quello che mi preoccupa è Statistica”, afferma Mario. “No, per me il più difficile è Fisica. Sarà che non ho avuto buone basi”, sostiene Chiara. “Ho programmato Statistica a febbraio – racconta Martina che ha già superato Chimica con 30 e Orientamento agli Studi medici con 30 e lode – E’ un esame di cui non è semplice apprendere il metodo, capirne i meccanismi, ce ne si appropria poco alla volta”.
Al primo appello rari sono i bocciati. Può capitare che qualcuno trovi difficoltà allo scritto di Chimica che per molti costituisce la prima vera prova ma poi all’orale vanno quasi tutti bene. Gabriele ha appena sostenuto quest’esame e si guarda intorno con aria perplessa: “ho avuto 28 ma partivo da 29. Il professore mi ha abbassato il voto di un punto. Peccato”. Alessandro cercherà di dare gli esami in date ravvicinate in modo da guadagnare una settimana di vacanza prima dell’inizio delle lezioni: “se continua così si può fare. Mi piacerebbe che i corsi durassero qualche giorno in meno per avere più tempo per studiare con calma”.
“Gli esami del II semestre fanno un po’ tutti paura ma il più impegnativo è senz’altro Anatomia”, è la voce di Sergio. “Certo ma anche Istologia, Biochimica e Biologia hanno programmi enormi – prende la parola Roberta – E’ quasi impossibile sostenerli tutti in tempo. Sarebbe meglio dividere questi 4 esamoni tra il primo e il secondo semestre”.
La maggior parte degli studenti trova le prove del I semestre fattibili, poi però c’è il rischio che in primavera ci si blocchi all’improvviso perdendo tempo prezioso.
“Spesso si tratta di paure preventive, per sentito dire. La verifica di quanti studenti abbiano superato gli esami in corso la si fa dopo l’appello di febbraio. Fino ad allora non si può dire in quanti siano rimasti indietro – afferma il professor Corrado Garbi, coordinatore del II ciclo del I anno – Effettivamente Anatomia è un po’ un ostacolo ma è sempre stato così da quando esiste il Corso di Medicina. E’ il primo vero scoglio”. Il professore rassicura che nella sua disciplina, la Biologia, quasi il 90% dei frequentanti viene promosso entro l’anno. Il suo consiglio è di seguire assiduamente e fare verifiche in itinere che servono ad acquisire conoscenza del proprio livello di preparazione ed evitare di rimanere indietro: “Ogni qualvolta ci si accorge di non aver appreso un argomento occorre contattare il docente per chiedere spiegazioni. E’ un’opzione che gli studenti usano pochissimo. Forse perché presi dal troppo studio o perché preferiscono abbandonare la Facoltà appena finite le lezioni”. Per chi è fortemente motivato esiste la possibilità di frequentare un laboratorio presso un dipartimento: “Vorremmo che vi fossero studenti con questo desiderio. In realtà gli iscritti a Medicina aspirano di più a frequentare un reparto clinico piuttosto che a dedicarsi alla ricerca di base. Portare i ragazzi in laboratorio anche in piccoli gruppi presupporrebbe un’organizzazione complessa ma vi è un ADE in cui sviluppiamo l’aspetto sperimentale della disciplina”. Durante il corso viene fatta leggere agli studenti una pubblicazione scientifica, vengono mostrati loro gli esperimenti di cui tratta la pubblicazione, i criteri con i quali sono stati eseguiti, i risultati ottenuti e i ragazzi preparano poi una presentazione per i colleghi su quanto hanno appreso: “Il limite è che non vanno fisicamente in laboratorio però, per tre mesi, vengono seguiti nell’approfondimento del metodo scientifico”.
(Ma.Pi.)
Al primo appello rari sono i bocciati. Può capitare che qualcuno trovi difficoltà allo scritto di Chimica che per molti costituisce la prima vera prova ma poi all’orale vanno quasi tutti bene. Gabriele ha appena sostenuto quest’esame e si guarda intorno con aria perplessa: “ho avuto 28 ma partivo da 29. Il professore mi ha abbassato il voto di un punto. Peccato”. Alessandro cercherà di dare gli esami in date ravvicinate in modo da guadagnare una settimana di vacanza prima dell’inizio delle lezioni: “se continua così si può fare. Mi piacerebbe che i corsi durassero qualche giorno in meno per avere più tempo per studiare con calma”.
“Gli esami del II semestre fanno un po’ tutti paura ma il più impegnativo è senz’altro Anatomia”, è la voce di Sergio. “Certo ma anche Istologia, Biochimica e Biologia hanno programmi enormi – prende la parola Roberta – E’ quasi impossibile sostenerli tutti in tempo. Sarebbe meglio dividere questi 4 esamoni tra il primo e il secondo semestre”.
La maggior parte degli studenti trova le prove del I semestre fattibili, poi però c’è il rischio che in primavera ci si blocchi all’improvviso perdendo tempo prezioso.
“Spesso si tratta di paure preventive, per sentito dire. La verifica di quanti studenti abbiano superato gli esami in corso la si fa dopo l’appello di febbraio. Fino ad allora non si può dire in quanti siano rimasti indietro – afferma il professor Corrado Garbi, coordinatore del II ciclo del I anno – Effettivamente Anatomia è un po’ un ostacolo ma è sempre stato così da quando esiste il Corso di Medicina. E’ il primo vero scoglio”. Il professore rassicura che nella sua disciplina, la Biologia, quasi il 90% dei frequentanti viene promosso entro l’anno. Il suo consiglio è di seguire assiduamente e fare verifiche in itinere che servono ad acquisire conoscenza del proprio livello di preparazione ed evitare di rimanere indietro: “Ogni qualvolta ci si accorge di non aver appreso un argomento occorre contattare il docente per chiedere spiegazioni. E’ un’opzione che gli studenti usano pochissimo. Forse perché presi dal troppo studio o perché preferiscono abbandonare la Facoltà appena finite le lezioni”. Per chi è fortemente motivato esiste la possibilità di frequentare un laboratorio presso un dipartimento: “Vorremmo che vi fossero studenti con questo desiderio. In realtà gli iscritti a Medicina aspirano di più a frequentare un reparto clinico piuttosto che a dedicarsi alla ricerca di base. Portare i ragazzi in laboratorio anche in piccoli gruppi presupporrebbe un’organizzazione complessa ma vi è un ADE in cui sviluppiamo l’aspetto sperimentale della disciplina”. Durante il corso viene fatta leggere agli studenti una pubblicazione scientifica, vengono mostrati loro gli esperimenti di cui tratta la pubblicazione, i criteri con i quali sono stati eseguiti, i risultati ottenuti e i ragazzi preparano poi una presentazione per i colleghi su quanto hanno appreso: “Il limite è che non vanno fisicamente in laboratorio però, per tre mesi, vengono seguiti nell’approfondimento del metodo scientifico”.
(Ma.Pi.)