16 piccoli ‘spot’ (consultabili anche sul sito albertocarotenuto.it) che racchiudono le questioni chiave, i cardini del programma del candidato a Rettore prof. Alberto Carotenuto. Napoletano, 59 anni, laureato in Ingegneria Civile alla Federico II, ordinario di Fisica Tecnica, Preside della ex Facoltà di Ingegneria (ora Dipartimento) dell’Ateneo, Prorettore Vicario dal 2013, Carotenuto parte “dall’autonomia responsabile”, occasione fornita dalla legge del 1992,
“non sfruttata a pieno”. Oggi “per raggiungere una vera autonomia c’è bisogno di collegialità e condivisione. Con i tanti vincoli imposti dalle ultime riforme e la questione dell’accreditamento, in vista anche della preparazione per la visita dell’Anvur prevista nel 2017, dobbiamo preparare un piano strategico perché i risultati della valutazione siano i migliori possibili”. Perchè l’Università Parthenope non si è posizionata bene nelle ultime classifiche diffuse da Censis, Sole24ore, ARWU “con ripercussioni estremamente negative per il nostro Ateneo”. Però “sono convinto che da noi ci siano significative realtà in termini di didattica e di ricerca, mortificate da una grande disorganizzazione e da un’estrema e spesso inutile complicazione amministrativa”. Quindi, afferma Carotenuto, “tutto lo sviluppo del mio programma è finalizzato al principale obiettivo del ‘definitivo rilancio dell’Ateneo’ nell’ambito del ranking nazionale, o se vogliamo darci uno slogan elettorale ‘non più ultimi’”. Sottolinea: “Ci sono alcuni parametri che incidono in maniera negativa, come la massa critica di studenti che hanno conseguito un voto di maturità non elevato. Inoltre, veniamo classificati come ateneo medio in base al numero di studenti, ma in realtà per numero di docenti rientriamo in quelli di piccola grandezza: questo è un altro fattore che ci penalizza. Bisogna lavorare per un impegno maggiore ed adeguato delle risorse di Ateneo”. Valorizzare le peculiarità e caratterizzare l’offerta formativa per darsi un’identità di Ateneo: un’altra priorità. “Pur essendo nati con un’identità precisa nello scenario nazionale (Istituto Universitario Navale), la crescita esponenziale dell’Ateneo degli anni ’90 in termini di iscritti non ha permesso una forte caratterizzazione in termini di offerta didattica che ci distinguesse dalle altre università cittadine. Il modificato contesto sociale ed il calo demografico ci obbligano ora ad attuare strategie che caratterizzino culturalmente e qualitativamente il nostro Ateneo. Oltre 200 mila studenti meridionali negli ultimi
anni hanno scelto di iscriversi ad un ateneo del nord. Per limitare questa migrazione, le università campane
devono istituire una rete che permetta di superare le difficoltà del momento”. Le proposte per la Parthenope: “abbiamo punte di eccellenza in diversi settori (in economia, nel settore dell’energia, delle ingegnerie, delle scienze motorie, che è l’unico in Regione, nella giurisprudenza, che ha una forte caratterizzazione), così come emergono dal programma triennale della ricerca e della didattica, che vanno incentivate, coordinate ed incrementate. Inoltre, abbiamo una tra le migliori classi docenti. In base alle valutazioni fatte dal Miur, risulta ottima la valutazione fatta ai
docenti della Parthenope”. L’attivazione di Centri interdipartimentali: una delle idee esposte nel manifesto elettorale per aumentare l’efficienza della ricerca: “Siamo in una fase in cui la ricerca interdisciplinare può essere una soluzione per caratterizzarci sul panorama campano. Il Centro di ricerca può essere il luogo dove si incontrano competenze diverse su temi comuni e si può lavorare alla presentazione di progetti, da cui possono arrivare i finanziamenti. Oggi, per fare ricerca bisogna fare rete, non si può pensare di muoversi da soli, senza il sostegno di un network che porti finanziamenti continui. Un buon sistema di rapporti si è creato con la Regione Campania, e la delineazione nel Documento Strategico Regionale, genesi dei bandi POR, di una particolare sensibilità nei confronti del sistema universitario è per noi uno stimolo ad assumere un ruolo di primo piano, in rete con le altre università campane, nei cluster regionali e delle aree Obiettivo che si costituiranno in risposta ai bandi di ricerca”.
Il potenziamento dei servizi: nel ricordare i risultati già ottenuti, come “la residenza, la mensa di Palazzo Pacanowsky, le convenzioni con l’Adisu, l’informatizzazione della segreteria studenti e l’incremento delle borse di studio”, Carotenuto informa come si sia “in dirittura d’arrivo sia per la nuova sede dell’ex Manifattura Tabacchi per Scienze Motorie, sia per il Centro Direzionale con l’ampliamento delle sedi di Scienze ed Ingegneria. Rimane un
po’ di sofferenza a Palazzo Pacanowsky che potrebbe essere risolta con una maggiore razionalizzazione degli spazi”. Migliorare la comunicazione con gli studenti, spingere sull’internazionalizzazione: gli altri obiettivi sottoscritti
dal candidato. Cosa è stato fatto e cosa c’è ancora da fare relativamente alla macchina amministrativa: “Abbiamo portato avanti una ristrutturazione degli uffici e della pianta organica per una struttura ad albero, che era di fondamentale importanza. Adesso bisogna investire sul personale tecnico-amministrativo, con il quale c’è grande collaborazione ed esempi di altissima professionalità. Nonostante le risorse siano limitate, speriamo di poter puntare su investimenti mirati e organizzati per incentivare il personale in organico e bandire nuove posizioni”.
“non sfruttata a pieno”. Oggi “per raggiungere una vera autonomia c’è bisogno di collegialità e condivisione. Con i tanti vincoli imposti dalle ultime riforme e la questione dell’accreditamento, in vista anche della preparazione per la visita dell’Anvur prevista nel 2017, dobbiamo preparare un piano strategico perché i risultati della valutazione siano i migliori possibili”. Perchè l’Università Parthenope non si è posizionata bene nelle ultime classifiche diffuse da Censis, Sole24ore, ARWU “con ripercussioni estremamente negative per il nostro Ateneo”. Però “sono convinto che da noi ci siano significative realtà in termini di didattica e di ricerca, mortificate da una grande disorganizzazione e da un’estrema e spesso inutile complicazione amministrativa”. Quindi, afferma Carotenuto, “tutto lo sviluppo del mio programma è finalizzato al principale obiettivo del ‘definitivo rilancio dell’Ateneo’ nell’ambito del ranking nazionale, o se vogliamo darci uno slogan elettorale ‘non più ultimi’”. Sottolinea: “Ci sono alcuni parametri che incidono in maniera negativa, come la massa critica di studenti che hanno conseguito un voto di maturità non elevato. Inoltre, veniamo classificati come ateneo medio in base al numero di studenti, ma in realtà per numero di docenti rientriamo in quelli di piccola grandezza: questo è un altro fattore che ci penalizza. Bisogna lavorare per un impegno maggiore ed adeguato delle risorse di Ateneo”. Valorizzare le peculiarità e caratterizzare l’offerta formativa per darsi un’identità di Ateneo: un’altra priorità. “Pur essendo nati con un’identità precisa nello scenario nazionale (Istituto Universitario Navale), la crescita esponenziale dell’Ateneo degli anni ’90 in termini di iscritti non ha permesso una forte caratterizzazione in termini di offerta didattica che ci distinguesse dalle altre università cittadine. Il modificato contesto sociale ed il calo demografico ci obbligano ora ad attuare strategie che caratterizzino culturalmente e qualitativamente il nostro Ateneo. Oltre 200 mila studenti meridionali negli ultimi
anni hanno scelto di iscriversi ad un ateneo del nord. Per limitare questa migrazione, le università campane
devono istituire una rete che permetta di superare le difficoltà del momento”. Le proposte per la Parthenope: “abbiamo punte di eccellenza in diversi settori (in economia, nel settore dell’energia, delle ingegnerie, delle scienze motorie, che è l’unico in Regione, nella giurisprudenza, che ha una forte caratterizzazione), così come emergono dal programma triennale della ricerca e della didattica, che vanno incentivate, coordinate ed incrementate. Inoltre, abbiamo una tra le migliori classi docenti. In base alle valutazioni fatte dal Miur, risulta ottima la valutazione fatta ai
docenti della Parthenope”. L’attivazione di Centri interdipartimentali: una delle idee esposte nel manifesto elettorale per aumentare l’efficienza della ricerca: “Siamo in una fase in cui la ricerca interdisciplinare può essere una soluzione per caratterizzarci sul panorama campano. Il Centro di ricerca può essere il luogo dove si incontrano competenze diverse su temi comuni e si può lavorare alla presentazione di progetti, da cui possono arrivare i finanziamenti. Oggi, per fare ricerca bisogna fare rete, non si può pensare di muoversi da soli, senza il sostegno di un network che porti finanziamenti continui. Un buon sistema di rapporti si è creato con la Regione Campania, e la delineazione nel Documento Strategico Regionale, genesi dei bandi POR, di una particolare sensibilità nei confronti del sistema universitario è per noi uno stimolo ad assumere un ruolo di primo piano, in rete con le altre università campane, nei cluster regionali e delle aree Obiettivo che si costituiranno in risposta ai bandi di ricerca”.
Il potenziamento dei servizi: nel ricordare i risultati già ottenuti, come “la residenza, la mensa di Palazzo Pacanowsky, le convenzioni con l’Adisu, l’informatizzazione della segreteria studenti e l’incremento delle borse di studio”, Carotenuto informa come si sia “in dirittura d’arrivo sia per la nuova sede dell’ex Manifattura Tabacchi per Scienze Motorie, sia per il Centro Direzionale con l’ampliamento delle sedi di Scienze ed Ingegneria. Rimane un
po’ di sofferenza a Palazzo Pacanowsky che potrebbe essere risolta con una maggiore razionalizzazione degli spazi”. Migliorare la comunicazione con gli studenti, spingere sull’internazionalizzazione: gli altri obiettivi sottoscritti
dal candidato. Cosa è stato fatto e cosa c’è ancora da fare relativamente alla macchina amministrativa: “Abbiamo portato avanti una ristrutturazione degli uffici e della pianta organica per una struttura ad albero, che era di fondamentale importanza. Adesso bisogna investire sul personale tecnico-amministrativo, con il quale c’è grande collaborazione ed esempi di altissima professionalità. Nonostante le risorse siano limitate, speriamo di poter puntare su investimenti mirati e organizzati per incentivare il personale in organico e bandire nuove posizioni”.