Incontro con Oreste Scalzone

L’aula delle Mura Greche di Palazzo Corigliano si è aperta il  24 aprile per un ospite davvero d’eccezione: dopo il suo rientro in Italia dello scorso gennaio Oreste Scalzone è stato invitato per la conferenza ‘Cattivi maestri- dal ‘77 alle nuove lotte globali’. L’iniziativa è stata voluta da Officina 99, dal Laboratorio Occupato S.K.A., dall’Area Antagonista Campana e dal Collettivo Radioazione, nell’ambito della mobilitazione contro l’aumento delle tasse.  Diversi gli studenti, non solo dell’Ateneo, presenti al dibattito.
Oreste Scalzone, uno protagonisti dei movimenti romani del ‘68 e tra i fondatori, insieme a Franco Piperno e Toni Negri, di Potere Operaio, fu condannato nel 1981 a 16 anni di reclusione per i reati di associazione sovversiva, banda armata e rapine. Rifugiatosi a Parigi, è rientrato in Italia in seguito alla prescrizione dei reati.
“In questi mesi mi sono trovato in una condizione privilegiata – inizia così il suo lungo intervento Scalzone- passando da Terni o da Roma, ho avuto l’onore di avere un ascolto particolare che ho molto apprezzato. Tra le situazioni di incontro, quella di oggi assume un carattere particolare perché non si svolge in ‘casa nostra’, ad esempio una struttura occupata, ma in un Ateneo dove è presente una comunità di lotta. Per me questo è un elemento di novità e di interesse”.
Scalzone ha toccato diverse questioni: dalla condizione dei lavoratori nella società capitalista contemporanea a considerazioni di carattere più generale sul sistema e sulle ideologie. Le domande venute dal pubblico di giovani, invece, hanno interessato in particolare la trasmissione dei saperi. “Questa questione veniva già affrontata come un dilemma nel ‘68- risponde Scalzone- ma il problema non può essere limitato alla rivendicazione di un sapere che non sia trasmesso per linee esoteriche, ma, come diceva Spinoza, bisogna far sì che il più gran numero di persone pensi il più intensamente possibile’”.
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