Indagine comparata sulle carriere degli studenti ad Economia Aziendale

Un’indagine sulla carriera degli studenti, i tempi di laurea e gli esami che creano loro maggiori difficoltà. L’aveva condotta qualche mese fa il Corso di Laurea in Economia Aziendale per mettere a punto delle strategie dal momento che dai parametri relativi ai tempi di laurea ed al numero degli studenti in ritardo, che il CENSIS definisce produttività di un Corso, dipendono e dipenderanno sempre più i finanziamenti del Ministero. Nella graduatoria nazionale, Economia Aziendale della Federico II occupa la 42esima posizione, con una percentuale pari al 30–35% di studenti che nell’arco del primo anno non sostiene nemmeno un esame. Nelle prime cinque posizioni della classifica figurano, invece, le Università di Parma, Padova, Modena e Reggio Emilia, Ferrara e Pavia. Con questi Atenei, tutti pubblici, il Corso ha deciso di avviare un confronto attingendo alle informazioni disponibili sui siti delle Università stesse e del Ministero, per evidenziare caratteristiche comuni e differenze. “Il primo dato evidente è che gli altri Corsi di Laurea hanno numeri di iscritti e immatricolati decisamente inferiori ai nostri”, dice la prof.ssa Rosalba Filosa Martone che sta conducendo l’indagine insieme ai suoi collaboratori. Inoltre, tutte prevedono un test di valutazione per sondare i prerequisiti logico-matematici, selettivo solo nei casi di Padova e Modena – Reggio Emilia, corsi introduttivi alle materie di base, in particolare Matematica ed Economia Aziendale, e corsi integrativi per chi mostra lacune di partenza. A Ferrara sono addirittura previsti gli Obblighi Formativi Aggiuntivi. “Introdurre anche da noi un test di orientamento potrebbe aiutare i ragazzi a chiarire le proprie conoscenze”, aggiunge ancora la docente. 
Sebbene l’organizzazione didattica fra le Università sia diversa, il primo anno presenta quasi le stesse materie ovunque, a causa dei vincoli imposti dal Ministero per afferire ad una determinata classe di laurea. Altro punto particolarmente delicato il tutoraggio, che in molte delle Università prese in esame viene affidato agli studenti part-time e agli studenti degli ultimi anni, o ai dottorati di ricerca, selezionati in base alla bravura nelle materie in oggetto. “Anche da noi è previsto il tutorato, ma funziona molto poco, il suo reale impatto non è omogeneo”, dice ancora la prof.ssa Filosa Martone sottolineando quanto il lavoro sia agli inizi, restano infatti da acquisire ancora molte informazioni, per esempio sul rapporto numerico docenti/studenti dei Corsi di Laurea presi in esame ed avviare confronti con realtà più simili a quella napoletana, come la Sapienza di Roma o l’Università di Bologna (sebbene sia situata nel Centro-Nord) che ha una grande Facoltà di Economia. Si tratta di un processo quindi ancora molto lungo. “Ci tengo a sottolineare che non si tratta ancora di conclusioni, ma solo di informazioni che aiuteranno poi il Corso di Laurea a prendere delle decisioni”. Forse già dal prossimo anno.
Simona Pasquale
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