Infermiere, una vocazione prima che una professione

Fare l’infermiere, prima che una professione, è una vocazione. Lo sanno bene gli studenti del primo anno dei Corsi di Laurea in Infermieristica, Infermieristica Pediatrica e Fisioterapia, il corpo docente, i dirigenti delle Aziende Ospedaliere Federico II e “Santobono-Pausilipon” e i rappresentanti degli studenti della Facoltà di Medicina che si sono riuniti il 2 dicembre nell’Aula Magna  “Gaetano Salvatore” in occasione della giornata introduttiva al Corso di Laurea. “Riunire assieme tanti giovani ha creato una grande sinergia – afferma il Presidente del Corso di Laurea in Infermieristica Nicola Scarpato – Gli studenti presenti conseguiranno il diploma di una stessa classe di Laurea. Dal II anno avranno degli insegnamenti in comune. E’ bene cominciare a sensibilizzarli sulla contiguità di questi Corsi”.
Molti si iscrivono a Infermieristica perché garantisce un rapido accesso al mondo del lavoro. Tutte le Triennali delle Professioni Sanitarie, infatti, sono professionalizzanti, vale a dire che i laureati possono cominciare a lavorare già il giorno dopo aver conseguito il diploma. “Per poter entrare subito in azione, la loro preparazione deve essere ricca di applicazioni pratiche – precisa il prof. Scarpato – I corsi sono distribuiti tra Università e ospedali in modo che la formazione sia più completa”.
Un buon infermiere deve essere motivato, affidabile e capace di immedesimarsi nel prossimo. “La sua missione non è aiutare i medici ma pensare al benessere del paziente. Deve avere le competenze e un comportamento adeguato per farlo”, asserisce il Presidente del Corso in Infermeristica Pediatrica Annamaria Staiano. Per dare serenità alle persone sofferenti occorre seguire le norme riportate sul Codice di Comportamento dello studente (scaricabile dal sito della Facoltà). 
Quello dell’infermiere non è un lavoro qualsiasi: “Nell’esercizio della professione non sono ammessi errori o atteggiamenti superficiali”, asserisce il prof. Scarpato. Bisogna mettere la propria professionalità a disposizione degli altri anche quando non si è in servizio: “ai futuri infermieri capiterà di ricevere richieste di aiuto quando sono in viaggio o in vacanza e loro sentiranno l’obbligo morale di soddisfarle”. La prof.ssa Fausta Del Deo ritiene che si tratti della “professione più bella del mondo, è il modo per essere davvero utile a chi ha bisogno. Perciò bisogna essere preparati per esercitarla”.
Oltre ad una lezione sul rischio generico e specifico a cui gli studenti vanno incontro frequentando i reparti, si sottolinea l’importanza di svolgere durante il triennio differenti tipologie di simulazioni. “Vedendo si capisce ma solo facendo si impara davvero. In una situazione di routine gli errori sono molto meno frequenti di quanto capiti sotto stress. Perciò è importantissimo esercitarsi con le simulazioni”, avverte la prof.ssa Del Deo. Secondo il prof. Scarpato “ogni cittadino dovrebbe conoscere la pratica di rianimazione cardio-polmonare”. Per salvare una vita, infatti, bastano poche manovre: un massaggio cardiaco e una respirazione bocca a bocca, come spiega il dott. Luigi Danesi, responsabile marketing della filiale italiana della Laerdal, una multinazionale che produce dispositivi terapeutici: “In Italia si registra un arresto cardiaco ogni 9 minuti. Purtroppo nel nostro Paese l’indice di sopravvivenza è bassissimo, solo del 2%”.
Un gruppo di dieci studenti è, quindi, stato chiamato a sperimentare sui manichini le tecniche di rianimazione sotto la guida del dott. Giuseppe De Marco. Marco Russo, Concetta Inghilterra ed Emanuela Capasso, che frequentano i corsi di Scienze Infermieristiche presso l’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno, sono soddisfatti dell’esperienza: “E’ faticoso, la pressione da esercitare sul torace è tanta”, afferma Marco. “L’effetto è molto realistico”, commenta Concetta. Emanuela aggiunge: “Anche il respiro deve essere eseguito correttamente, altrimenti i polmoni del manichino non si gonfiano”. “E’ stato istruttivo ma anche divertente”, dichiarano Chiara Rega e Giovanni Litto che seguono Fisioterapia a Nocera presso la Asl di Napoli 1. I kit regalati ai ragazzi permetteranno loro di diffondere quanto imparato tra amici e parenti. 
Il momento conclusivo della giornata è un test a risposta multipla a cui vengono sottoposti tutti i presenti. Poiché i risultati dei quiz varranno come crediti ADE, chi non si fosse cimentato nella prova potrà richiedere di sostenerla al coordinatore del rispettivo Corso di Laurea. 
Manuela Pitterà
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