Il Corso di Laurea in Ingegneria Chimica ha elaborato un documento – guida per la riarticolazione del corso di laurea sulla base della laurea di primo livello triennale e della laurea specialistica di cinque anni. Il percorso formativo relativo al corso di studi per il conseguimento della laurea in Ingegneria Chimica – recita il testo – “è finalizzato alla preparazione di tecnici qualificati alla conduzione di impianto, alla progettazione di massima di singole unità di processo o di sezioni d’impianto di modesta complessità, ad inserirsi proficuamente, con compiti di supporto, in gruppi di lavoro orientati allo sviluppo di processo od al progetto d’impianto con riferimento a sistemi complessi”. La laurea specialistica, invece, “forma tecnici qualificati alla conduzione ed alla progettazione di unità di processo o di sezioni d’impianto anche di una certa complessità. Inoltre il laureato Specialistico si qualifica per l’assunzione di responsabilità di coordinamento tecnico – scientifico e di gestione di gruppi di lavoro orientati allo sviluppo di processo ed al progetto d’impianto, anche con riferimento a sistemi complessi”. Ingegneria Chimica si attrezza, dunque, per la riforma, che trasformerà radicalmente il volto dell’Università italiana a partire dall’anno accademico 2000/2001. Tuttavia molti chimici nutrono forti perplessità riguardo alla possibilità di conferire in tre anni una formazione quantomeno decente ai loro studenti. Il professor Piero Salatino, Presidente del Corso di Laurea, spiega i termini della questione, sulla quale si dibatte da tempo. “Un ingegnere di processo in senso stretto in tre anni si forma. Il problema è capire se gli si devono anche dare competenze di Ingegneria generale. Io rispondo affermativamente. In tre anni tutto non si può fare, però. Lo spazio dato alle discipline più direttamente legate all’ingegneria di processo va allora armonizzato con quello attribuito alle materie formative di tipo più generale. L’opportunità, per questa via, di formare un Ingegnere Chimico spendibile sul mercato credo che esista. Altri colleghi, in seno al corso di laurea del quale sono presidente, non sono così ottimisti”.