Interazione Scuola-Università, siglato protocollo d’intesa

Protocollo d’Intesa tra l’Università Parthenope e oltre 50 scuole campane per definire le linee guida di quelle che dovranno essere le collaborazioni future tra i due livelli di istruzione. La firma, avvenuta a Villa Doria d’Angri il 12 maggio, è stato lo spunto per una giornata dedicata al tema dell’orientamento dal titolo ‘La Scuola adotta l’Università: strategie d’interazione in una società liquida’, alla quale hanno partecipato il Rettore Alberto Carotenuto, il delegato di
Ateneo all’orientamento e padre dell’evento, Stefano Dumontet, diversi dirigenti scolastici di Napoli e Caserta, e i diversi delegati di Ateneo delle Università campane. “Il calo demografico che l’Italia sta registrando e la sempre più diffusa tendenza nei giovani a non ritenere che l’alta formazione sia una garanzia d’accesso al mondo del lavoro, insieme all’alto numero di abbandoni e alla lunghezza della durata media degli studi universitari, ci impongono un’urgenza nel riformulare il concetto di orientamento. Questo Protocollo è il primo passo verso una stagione di dialogo che ci vedrà impegnati in azioni concrete”, ha detto il Rettore Carotenuto. Già nel titolo dell’incontro è racchiusa la nuova idea di orientamento concepita in particolare dal prof. Dumontet. “Un mondo liquido è un mondo senza forme, in cui i vecchi punti di riferimento stanno scomparendo, in cui la nostra cultura non ha più presa. Noi, come professori, siamo costretti a trasmettere conoscenze solide in un mondo liquido: ma come possiamo farlo? Io non ho una ricetta. Ho la sola idea di lavorare con il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà – afferma citando Gramsci – Forse sarà necessario costruire qualcosa di solido in un mondo liquido”. Ribaltare il rapporto tra scuole e università è un primo passo: “Non deve più esistere un’Università totalmente autoreferenziale, all’apice di una piramide gerarchica. Dalle scuole ci pervengono delle istanze, delle problematiche che noi abbiamo bisogno di conoscere e dobbiamo lavorare insieme per risolverle”. Il 48% di abbandoni dopo il secondo anno, penultimi in Europa per numero di laureati tra i 30 e i 34 anni con il 26%, solo un quarto di studenti che frequentano le lezioni: sono dati allarmanti, che richiedono soluzioni innovative. Una proposta che arriva dalla Parthenope per offrire un sostituto valido alla frequenza in aula è webinar: “Si tratta di una piattaforma per la didattica on line, che noi abbiamo utilizzato per il Master in Project manager per la Pubblica Amministrazione – spiega il prof. Pier Paolo Franzese della Parthenope – Si tratta di un sistema molto semplice, del costo di circa 3500 euro l’anno, sul quale si possono trasmettere le lezioni in diretta, attivando anche chat per interagire con gli studenti, o registrarle per una visione
futura. All’aula virtuale possono accedere fino a 3 mila utenti”. Una soluzione del genere può essere usata anche nell’ambito dell’orientamento e del tutorato, e l’invito ai dirigenti scolastici è stato quello a visitare anche piattaforme come schoolnet. eni.it. “Io sono Presidente del Consiglio d’Istituto di mia figlia e, quindi, conosco le difficoltà in cui si muove la scuola – racconta inoltre il dott. Mauro Rocco, Direttore Generale della Parthenope – C’è bisogno di una rete che parta dalla scuola dell’infanzia. Sembra che il Ministero voglia andare in questo senso, solo che ci sono stateiniziative come quelle dell’alternanza scuola/lavoro che molti istituti superiori hanno diff icoltà a mettere in pratica”. E la Campania è una delle regioni fanalino di coda, come mostrano i dati presentati dal dott. Giovanni De Falco dell’I.R.E.S. Su 56 accordi nazionali firmati dal Ministero, sono zero quelli inCampania, e se si parla  di pari opportunità nell’alternanza ci si rende conto di come i conti non tornino: “A Napoli ci sono 566 scuole per un totale di 187 mila studenti, di cui il 60% sono degli ultimi tre anni, cioè 112 mila. Di contrappunto abbiamo 180 mila imprese con meno di 16 addetti e 3700 con più di 16. Considerato che le prime sono incapaci di organizzare l’alternanza per le ridotte dimensioni, bisogna pensare che se dividiamo il numero di studenti per il numero di aziende tra i 16 e i 49 dipendenti, dovremmo collocare 30 studenti per azienda”. Il confronto con Milano è impietoso. “L’accesso alla Buona Scuola nel Mezzogiorno è limitato perché non ci sono abbastanza imprese aderenti”, chiosa De Falco. Tra le proposte per aggirare la questione, l’esperienza maturata al Dipartimento di Giurisprudenza della Vanvitelli, di cui si è fatta portavoce la prof.ssa Marianna Pignata: “Al termine di un lungo dialogo con le scuole, in particolare del casertano, è stato firmato un Protocollo d’Intesa tra il Dipartimento e l’Ufficio Scolastico Regionale, che vede coinvolte 35 istituzioni scolastiche allo scopo di dar vita ad una rete finalizzata alla formazione del personale, a iniziative volte alla ricerca e alla didattica, alla progettazione di PON e di percorsi didattici multidisciplinari nell’ambito giuridico-economico- sociale”. La previsione è che nei prossimi mesi presso tutti i Dipartimenti della Vanvitelli partiranno accordi simili. “Sono uno psicologo dell’educazione e per le mie ricerche da sempre ‘frequento’ le scuole – interviene il prof. Roberto Marcone, delegato di Ateneo all’orientamento per la Vanvitelli – mi preme sottolineare due aspetti importanti: il passaggio dal liceo all’università è molto particolare e gli insegnanti dovrebbero preparare i ragazzi a questa transizione; non frequentare l’Università è una perdita sociale, non solo formativa. L’orientamento deve essere, quindi, dinamico e continuo e deve partire dalle scuole per portare ai giovani una motivazione intrinseca. Ben
vengano piattaforme come webinar, ma soprattutto ben vengano accordi come quello partito da Giurisprudenza o quello firmato oggi”. Anche il prof.
Pasquale Rossi, delegato del Suor Orsola Benincasa, saluta con favore la firma del Protocollo, aggiungendo: “L’alternanza è da considerarsi un orientamento attivo. Noi siamo al terzo anno e abbiamo studenti coinvolti in diversi progetti di restauro e progettazione di itinerari turistici”. Quello che emerge dalla giornata di dibattito è, infatti, la possibilità di sovrapporre orientamento ed alternanza per quadrare il cerchio e permettere agli studenti di partecipare a laboratori che offrano loro sia un primo approccio accademico che una visione del lavoro che andranno a fare con quegli studi.
Bisogna però riflettere sulle applicazioni per le discipline umanistiche. “Noi siamo avanti nell’orientamento – spiega il prof. Tommaso Raiola, delegato de L’Orientale – ma sull’alternanza siamo stati un po’ fermi perché avevamo difficoltà a capirne alcuni aspetti. Oggi abbiamo progetti come quello dell’inserimento dei ragazzi in attività di catalogazione e organizzazione degli strumenti archeologici per il museo di Palazzo Du Mesnil. Ma non basta”.
Valentina Orellana
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