Interazione tra saperi, scienziati ed umanisti a confronto

scienziati, tecnologi ed umanisti a confronto alla ricerca di una fruttuosa interlocuzione fra mondi considerati, erroneamente, ancora lontani. È stata di forte impatto l’iniziativa promossa dal Dipartimento di Giurisprudenza, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici, le Scuole Politecnica e delle Scienze di Base e di Medicina, che si è svolta il 20 ed il 21 gennaio. Il convegno ‘Convergenza dei saperi e prospettive dell’umano’ ha visto la presenza di ben 22 relatori d’eccellenza. Ospitato in Aula Coviello, ha acceso i riflettori sulle diverse tipologie di conoscenza, in una due giorni dedicata all’interazione fra discipline, al fine di salvaguardare quei valori umani e sociali considerati inalienabili, troppo spesso affrancati dalla mortificazione delle mode e dall’usura delle stagioni. È il Pro Rettore Arturo de Vivo a dare inizio ai lavori, il suo benvenuto alla gremita platea pone l’accento proprio sul dialogo fra le parti. “La formazione dei Dipartimenti – dice il prof. De Vivo – ci spinge a più ampie interazioni e competenze, in un dialogo non solo fra diversi Corsi di Laurea, ma con l’intero Ateneo. La scelta del tema esprime proprio l’esigenza della comunicazione fra culture, fra gli aspetti umanistici e scientifici, al fine di superare le contrapposizioni ed arrivare ad un inevitabile incontro”. Padrone di casa, il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Lucio De Giovanni rivolge il suo saluto soprattutto agli studenti presenti. “Voglio rimarcare l’importanza degli argomenti trattati, in relazione alla formazione del giurista e alla strada che dovranno intraprendere gli studenti in futuro. La realtà di oggi è sempre più complessa, le trasformazioni rapide ed il progresso tecnologico impongono nuovi temi alla nostra attenzione. Si esigono soluzioni e regole in tempi ridotti, il giurista si troverà al centro del mare in tempesta, a lui si chiede la norma e la corrispettiva interpretazione, anche al di fuori delle sue competenze”. Branche come le neuroscienze, i bio diritti: “saranno sempre di più all’ordine del giorno. Le generazioni future sono attese da grandi sfide, di forte fascino ma di delicato spessore”. A coordinare la prima parte dei lavori il prof. Piero Salatino: “Integrazione e conoscenza saranno al centro del nostro dibattito odierno – afferma il Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base – Quest’occasione sarà foriera per altre iniziative, l’incontro fra mondo scientifico ed umanistico dovrà essere rivalutato. Il miglioramento, infatti, non può essere affidato alla monocultura. Solo l’interazione fra più saperi ci porterà a fare meglio, indicandoci la strada da seguire”. Ad affascinare la platea, con una lezione su ‘Il destino dell’Occidente. Fra storia e tramonto’, il filosofo Umberto Curi. “Ogni tentativo di contrastare il destino – spiega il docente – conduce ad un evento tragico. L’unico modo per evitare inceppi, rispetto a quel qualcosa Che ci trascina, è conoscere la nostra ‘Moira’ e rispettarla. Così come il tramonto dell’Occidente, destino che sembra ineluttabile ma che può avere un significato ambivalente. La decadenza non è sconfitta, ma piena totalizzazione di ciò che deve avvenire. Accettare il destino, infatti, apre nuove prospettive, mostrandoci un futuro in divenire”. Di grande impatto anche la dissertazione ‘Crescere su se stessi. Incontro di conoscenze e destino delle persone’ del prof. Remo Bodei: “Nel nascere, ciascuno di noi incontra un mondo già fatto a cui deve andare incontro – spiega il grande filosofo italiano – Ci si deve impadronire del linguaggio e del sistema di valori e tradizioni in cui ci si trova, attraverso le esperienze filtrate dalle discipline umanistiche e scientifiche. Questi saperi si apprendono in modo interdisciplinare, la divisione è superata, ci sono molti più guadagni e profitti nell’interazione. Quello che conta, quindi, è una ricerca pura da formalismi, in cui l‘intelligenza del singolo deve essere lasciata libera di inseguire la propria Moira”. Interviene su ‘Tempo della natura e tempo della storia’ il prof. Aldo Schiavone. “Vi è la costruzione di un nuovo statuto dell’uomo – afferma il docente di Diritto Romano – Il rapporto sempre più invasivo fra tecnica e vita ci sta portando oltre un limite, al di là del quale la scissione naturale tra pensiero e materia non ha più senso. Il tempo della natura umana, della storia e della cultura si sta fondendo, e per reggere il peso di tali cambiamenti occorre superare l’individualismo moderno. A quest’ultimo va imputata la stanchezza della politica dei nostri tempi e della democrazia”. Si parla di globalizzazione con il tema ‘Confini, attraversamenti: geopolitica e cultura’ affidato al prof. Paolo Macry. “Il rapporto fra scienze e governo politico è molto forte – commenta il docente di storia contemporanea – Esso spiega il successo o l’insuccesso di una nazione e la sua globalizzazione. Il fenomeno di riunificazione delle scienze, alla presenza degli Stati nazionali e globalizzati, prevede una circolazione mondiale delle idee. Eppure la scienza conserva i propri caratteri nazionali e il fenomeno di adattamento è ancora in divenire. La storia, alla luce di questo, è tutt’altro che finita”. La sessione pomeridiana dei lavori si apre con un intervento del prof. Fulvio Tessitore, Rettore dell’Ateneo Federiciano dal 1993 al 2001: “Il mio non è un invito alla genericità ma non dobbiamo più pensare all’università per ambiti disciplinari, ma per interazioni di saperi. I Corsi di studio sono costellazioni a sé stanti, ma ciò che si deve guardare è la visione d’insieme, individuando fra le discipline la convergenza di cui oggi si discute”. Ha parlato di ‘Il diritto quale crocevia fra le culture’ l’ex senatore Nicolò Lipari: “il diritto non appartiene né alla cultura umanistica, né a quella scientifica. Difficile inserirlo anche fra le scienze sociali, seppur il diritto senza società non esista. si colloca nell’alleanza dialettica fra le diverse scienze. Il giurista è chiamato a fare valutazioni di sintesi dei diversi ambiti, entrando in contatto con le categorie e le specifiche competenze, quale crocevia fra culture”. Le ‘Incomprensioni fra le ragioni della filosofia e le ragioni della scienza’ sono state affidate al filosofo e politico Biagio de Giovanni: “Tra filosofia e scienza ci sono sempre state molte tensioni, eppure le cose stanno mutando, la scienza è diventata sempre più visionaria, imponendo l’abolizione della rigidità delle discipline. L’organizzazione dei saperi non potrà più avere la stessa forma, basti pensare a come è cambiato il diritto negli ultimi anni”. Ha chiuso la prima giornata di studi il prof. Carlo Panico con una dissertazione su ‘Teoria economica, scelte legislative e giustizia distributiva’: “Attraverso i grafici mostrati, si evince quale diseguaglianza vi sia nella distribuzione del reddito, e come l’aumento del settore finanziario abbia portato alla recente crisi economica. Chi studia economia sa che ci vorrà un bilanciamento per avere di nuovo la giustizia distributiva di cui parliamo”. La seconda giornata di lavori è iniziata con una tavola rotonda sul tema ‘Tecnologia, Ambiente, Salute’. “Il mercato odierno non ha più confini – dichiara il Presidente del Cnr ed ex Ministro Luigi Nicolais – oggi bisogna competere con le diverse conoscenze tecniche se si vuole puntare sulla qualità. Una persona sola, però, non lo può fare. Occorre mettere insieme le competenze e trasferire ai giovani l’umiltà del chiedere e del capire l’importanza dell’altrui conoscenza”. Le testimonianze dal mondo delle scienze e della tecnologia. “l’architettura è cambiamento, e ha sempre manifestato il potere della democrazia attraverso l’arte ed il senso estetico. Dobbiamo rinunciare all’idea delle unità, guardiamo le cose con un pluralismo nello sguardo”, prof.ssa Roberta Amirante (Architettura); “Porto in aula un progetto congiunto con il Miur, in cui si prevede di informatizzare i bimbi già dalla scuola primaria. L’informatica è una competenza utile, atta a sviluppare il pensiero, cambia il processo cognitivo ed il modo di fare le cose con l’uso della parola”, prof. Giorgio Ventre (Ingegneria informatica); “Attraverso una dimostrazione matematica evidenzio dove si incontrano le difficoltà, nei vari anni scolastici”, prof. Carlo Sbordone (Matematica); “Vi racconto le mie esperienze in Africa, per parlarvi delle prospettive dell’uomo. Credo che un avanzamento delle telecomunicazioni sia l’unico sistema per fronteggiare le difficoltà di quei luoghi, devastati dalle dittature locali, incapaci di recepire il mondo moderno”, prof. Enrico Di Salvo (Medicina). Le testimonianze dal mondo giuridico. Il riconoscimento e la garanzia del diritto sono da ricercare, affinché quest’ultimo svolga il suo ruolo di garante e di mediatore culturale”, prof. Angelo Abignente (Filosofia del diritto); “Parliamo di stati vegetativi con coscienza, dell’esistenza fisica umana, e ci poniamo interrogativi delicati. Ha senso una vita vegetativa? Merita di essere prolungata? Il diritto come deve intervenire?”, prof. Claudio Buccelli (Scienze Biomediche); “Occorre garantire al giurista delle tecniche adeguate per salvaguardare le biodiversità, per proteggere i cittadini, per incrementare l’informazione, al fine di alimentare in modo costruttivo il dibattito fra diritto e scienza”, prof. Lorenzo Chieffi (Diritto Costituzionale SUN); “La medicina potenziativa, applicata a persone sane, incide sulla natura umana in modo radicale, sia a livello fisico che psichico. I giuristi dovranno porsi degli interrogativi sulla liceità di questi trattamenti”, prof. Carmine Donisi; “Le neuroscienze cognitive e le riflessioni giuridiche che comportano guardano la libera determinazione del soggetto e pongono temi in una prospettiva di lunga durata. I giuristi, ad oggi, non guardano dalla stessa parte, occorre capire che strada seguire”, prof.ssa Valeria Marzocco (Antropologia Giuridica); “Non si può imputare un soggetto senza guardare l’aspetto psicologico, eppure l’illusione di una semplice responsabilità sociale non può portarci lontano. Non si può trovare il gene della ‘delinquenza’ dalla nascita, la teoria delle neuroscienze non può essere del tutto accolta. Questa non tiene conto di fattori fondamentali, quali, ad esempio, l’influenza dell’ambiente”, prof. Sergio Moccia (Diritto Penale).
Susy Lubrano
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