Il più antico ed il più giovane tra i Corsi di Laurea in Ingegneria della Federico II hanno lo stesso presidente ed afferiscono allo stesso ramo, quello civile. Il primo è il Corso di Laurea in Ingegneria Civile che è nato, praticamente, con la facoltà. Il secondo è il Corso di Laurea in Ingegneria Civile per lo Sviluppo Sostenibile, attivato lo scorso anno per la prima volta dalla Federico II. “Ingegneria Civile lo scorso anno ha avuto circa cento immatricolati -ricorda Filippo Vinale, Presidente di entrambi i Corsi di Laurea e candidato alla successione del professor Luigi Nicolais alla Presidenza del Polo delle Scienze e delle Tecnologie-. I laureati sono più di cento all’anno e dai dati in nostro possesso risulta che, in maggioranza, si inseriscano abbastanza rapidamente nel mondo del lavoro. Escludendo la libera professione, infatti, che meriterebbe una trattazione a parte, siamo sul 75% – 80% di laureati che entro un anno s’impiegano”. Società d’ingegneria e libera professione rappresentano gli sbocchi tradizionali dei laureati. “Superata la fase di stasi post Tangentopoli -sottolinea Vinale-, quello delle opere civili è un settore in ripresa. Costruzione di strade, ponti, acquedotti rappresentano interessanti campi d’impiego tradizionali, ai quali se ne aggiungono altri. Qualche esempio: i parcheggi, l’Alta Velocità, le Metropolitane”. Il primo anno del Corso di Laurea in Ingegneria Civile prevede quattro esami: Disegno, Geometria, Fisica Generale I ed Analisi Matematica. “Molto ragionevolmente direi che quest’ultima disciplina è quella che crea problemi agli studenti. In parte sono legati alla materia in sé, in parte alla preparazione piuttosto modesta che i ragazzi si portano dietro dalle scuole medie superiori”. Geotecnica, Idraulica, Strutture e Trasporti sono i quattro indirizzi del Corso di Laurea. Gli ultimi due sono i più frequentati. I tempi medi di conseguimento della laurea sono – ma non è una novità – nettamente più lunghi rispetto ai cinque anni che prevede lo statuto. “Direi che siamo di poco sotto gli otto anni”, lamenta il professor Vinale.
Il Corso di Laurea in Ingegneria Civile per lo Sviluppo Sostenibile, è stato attivato lo scorso anno. Nato all’insegna di importanti novità: frequenti prove intercorso, assistenza costante agli studenti -sono stati assunti tutor con i fondi per il decongestionamento stanziati dalla Federico II-, snellimento e coordinamento dei programmi di esame, Civile per lo Sviluppo sostenibile indica quanto ampi sarebbero i margini di miglioramento delle carriere degli studenti, se soltanto l’Università trovasse i mezzi ed il modo per seguirli più da vicino. “Al termine del primo semestre -sottolinea il professor Vinale-, quasi il 70% degli studenti ha superato i due esami previsti: Geometria ed Algebra, Fondamenti di Informatica. Dati ed impressioni confortanti mi sono stati riferiti anche dai docenti di Fisica I e di Analisi Matematica I, le due discipline previste nel secondo semestre del primo anno”.
Oltre che per la didattica, il Corso di Laurea in Ingegneria Civile per lo Sviluppo Sostenibile si caratterizza per l’assoluta novità dei temi: il recupero del tessuto urbano esistente, piuttosto che la costruzione di nuove strutture, il controllo delle trasformazioni dei sistemi insediativi, la prevenzione dei rischi naturali.
Le matricole nel ‘99/2000 sono state 120. Anche alla luce dei risultati ottenuti lo scorso anno, è facile pronosticare che nel 2000/2001 saranno almeno altrettanti gli studenti che sceglieranno Civile per lo Sviluppo Sostenibile. Professione libera, enti locali ed imprese, con particolare riferimento a quelle impegnate nel settore del controllo del territorio e della riqualificazione dell’ambiente: questi i campi di azione che sono stati ipotizzati per i laureati in Ingegneria Civile per lo Sviluppo Sostenibile.
Il Corso di Laurea in Ingegneria Civile per lo Sviluppo Sostenibile, è stato attivato lo scorso anno. Nato all’insegna di importanti novità: frequenti prove intercorso, assistenza costante agli studenti -sono stati assunti tutor con i fondi per il decongestionamento stanziati dalla Federico II-, snellimento e coordinamento dei programmi di esame, Civile per lo Sviluppo sostenibile indica quanto ampi sarebbero i margini di miglioramento delle carriere degli studenti, se soltanto l’Università trovasse i mezzi ed il modo per seguirli più da vicino. “Al termine del primo semestre -sottolinea il professor Vinale-, quasi il 70% degli studenti ha superato i due esami previsti: Geometria ed Algebra, Fondamenti di Informatica. Dati ed impressioni confortanti mi sono stati riferiti anche dai docenti di Fisica I e di Analisi Matematica I, le due discipline previste nel secondo semestre del primo anno”.
Oltre che per la didattica, il Corso di Laurea in Ingegneria Civile per lo Sviluppo Sostenibile si caratterizza per l’assoluta novità dei temi: il recupero del tessuto urbano esistente, piuttosto che la costruzione di nuove strutture, il controllo delle trasformazioni dei sistemi insediativi, la prevenzione dei rischi naturali.
Le matricole nel ‘99/2000 sono state 120. Anche alla luce dei risultati ottenuti lo scorso anno, è facile pronosticare che nel 2000/2001 saranno almeno altrettanti gli studenti che sceglieranno Civile per lo Sviluppo Sostenibile. Professione libera, enti locali ed imprese, con particolare riferimento a quelle impegnate nel settore del controllo del territorio e della riqualificazione dell’ambiente: questi i campi di azione che sono stati ipotizzati per i laureati in Ingegneria Civile per lo Sviluppo Sostenibile.