I miei studi riusciranno a differenziarmi dagli altri laureati? Cosa potrò fare da grande? Posso specializzarmi dopo la Triennale? Sono tante le domande che accompagnano il cammino universitario degli studenti iscritti al Corso di Laurea in Scienze Erboristiche. Per provare a sciogliere qualche dubbio, il Dipartimento di Farmacia ha ospitato il dott. Angelo Di Muzio, Presidente della Federazione Erboristi Italiani (FEI), che, il 25 maggio, ha fatto da relatore
al seminario dal titolo “Aspetti normativi e prospettive per il laureato in Scienze Erboristiche”. “Lo scopo di questo incontro è far conoscere agli studenti le possibilità del mondo del lavoro e gli aspetti normativi che sono ancora controversi in questo ambiente”, ha spiegato il prof. Angelo Antonio Izzo, Coordinatore del Corso di Laurea. Attenzione rivolta agli studenti: “sembrano un po’ spaesati, per questo organizziamo periodicamente incontri del genere”. Incontri che offrono l’opportunità di aggiornare i partecipanti su eventuali accorgimenti adottati in corso d’opera dal Corso di Laurea. Ne è un
esempio l’annuncio della nomina di un tutor “per chi consegue la Laurea Triennale e vuole proseguire gli studi iscrivendosi al Corso di Scienze e Tecnologie Agrarie, attivato al Dipartimento di Agraria. Il compito sarà affidato a un docente del nostro Corso di Laurea che guiderà i ragazzi che volessero compiere questo percorso”. Principale indiziata a svolgere il ruolo di raccordo tra i Dipartimenti è “la professoressa Sheridan Lois Woo”, docente di Patologia Vegetale sia a via Montesano sia a Portici. Non sono mancati altri spunti di riflessione nel corso del seminario articolatosi in un corposo dibattito tra i circa cinquanta studenti ritrovatisi nell’aula 8 e l’ospite di giornata che, in un excursus iniziale, ha presentato la FEI, gli sviluppi storici della figura dell’erborista, le novità in termini di normative e le possibilità d’impiego dei laureati: “vorrei appianare la demoralizzazione derivante dalla percezione di non trovare lavoro. C’è spesso un’informazione scorretta sulle potenzialità del nostro settore”. Acquisire consapevolezza del proprio ruolo uno dei punti in scaletta: “l’erborista non deve essere un piccolo farmacista o un piccolo chimico, ma un grande preparatore di piante. Può collaborare con altre professionalità,ma non può sostituirsi a esse”. Un punto di riferimento è “la legge 99 del 1931, che istituisce il titolo di erborista e regolamenta coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali. Quindi non credete a chi vi dice che la vostra non è una figura riconosciuta”. Però, “poiché siamo una categoria in bilico, ci possiamo difendere solo conoscendo le cose fino in fondo”. Dopo la Triennale esistono Specialistiche alle quali possiamo iscriverci? Lo chiede una studentessa alla quale risponde prima il prof. Izzo, soffermandosi su Scienze e Tecnologie Agrarie e su Corsi quinquennali che, naturalmente, “richiedono delle integrazioni”, poi il dott. Di Muzio: “le possibilità ci sono. Si dovrebbe però partire dal presupposto che chi sceglie questo Corso lo fa per lavorare poi come erborista”. Una studentessa in dirittura d’arrivo: “sono al terzo anno e ancora non ho capito bene il ruolo dell’erborista. Ci sono piante che può coltivare chiunque. Con la laurea, chi sarò?”. Un’esperta con competenze, il commento del Presidente FEI: “le piante sono considerate alimenti. Come tali, sono di utilizzo comune, quindi le può vendere chiunque. La competenza deve permettervi di andare oltre. L’erborista deve dare un consiglio professionale, magari spiegando eventuali interazioni con i farmaci. Il cliente capisce la differenza”. A chi nel cassetto ha messo il sogno di preparare cosmetici ha risposto: “potete farlo, ma non in un laboratorio gestito da voi”. Rincuora in chiusura l’esperienza personale del dott. Di Muzio, titolare di un esercizio commerciale: “stando nel settore, posso dirvi che permette di vivere dignitosamente facendo un lavoro bello e onesto”. È servito l’incontro a Federica Longarzo, studentessa iscritta al terzo anno: “ci siamo iscritti pensando di essere più tutelati, ma ancora oggi non sappiamo bene cosa possiamo fare. Oggi abbiamo avuto delle risposte. Le idee sono più chiare”. A fine seminario, Federica ha ottenutoun’investitura dai colleghi e dal prof. Izzo. L’hanno scelta come raccordo tra gli studenti e i docenti: “sarò aperta a qualunque problematica e pronta a confrontarmi con i professori per qualsiasi cosa. Sono la prima a voler risolvere i problemi”. Con lei in aula la collega Margareth Di Vaia: “sono rimasta un po’ delusa dal Corso perché limita nelle possibilità future. Forse nella presentazione ci vorrebbe più chiarezza su tipo di studioe sulle possibilità occupazionali. Le notizie reperibili dal sito sono troppo generiche”.
al seminario dal titolo “Aspetti normativi e prospettive per il laureato in Scienze Erboristiche”. “Lo scopo di questo incontro è far conoscere agli studenti le possibilità del mondo del lavoro e gli aspetti normativi che sono ancora controversi in questo ambiente”, ha spiegato il prof. Angelo Antonio Izzo, Coordinatore del Corso di Laurea. Attenzione rivolta agli studenti: “sembrano un po’ spaesati, per questo organizziamo periodicamente incontri del genere”. Incontri che offrono l’opportunità di aggiornare i partecipanti su eventuali accorgimenti adottati in corso d’opera dal Corso di Laurea. Ne è un
esempio l’annuncio della nomina di un tutor “per chi consegue la Laurea Triennale e vuole proseguire gli studi iscrivendosi al Corso di Scienze e Tecnologie Agrarie, attivato al Dipartimento di Agraria. Il compito sarà affidato a un docente del nostro Corso di Laurea che guiderà i ragazzi che volessero compiere questo percorso”. Principale indiziata a svolgere il ruolo di raccordo tra i Dipartimenti è “la professoressa Sheridan Lois Woo”, docente di Patologia Vegetale sia a via Montesano sia a Portici. Non sono mancati altri spunti di riflessione nel corso del seminario articolatosi in un corposo dibattito tra i circa cinquanta studenti ritrovatisi nell’aula 8 e l’ospite di giornata che, in un excursus iniziale, ha presentato la FEI, gli sviluppi storici della figura dell’erborista, le novità in termini di normative e le possibilità d’impiego dei laureati: “vorrei appianare la demoralizzazione derivante dalla percezione di non trovare lavoro. C’è spesso un’informazione scorretta sulle potenzialità del nostro settore”. Acquisire consapevolezza del proprio ruolo uno dei punti in scaletta: “l’erborista non deve essere un piccolo farmacista o un piccolo chimico, ma un grande preparatore di piante. Può collaborare con altre professionalità,ma non può sostituirsi a esse”. Un punto di riferimento è “la legge 99 del 1931, che istituisce il titolo di erborista e regolamenta coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali. Quindi non credete a chi vi dice che la vostra non è una figura riconosciuta”. Però, “poiché siamo una categoria in bilico, ci possiamo difendere solo conoscendo le cose fino in fondo”. Dopo la Triennale esistono Specialistiche alle quali possiamo iscriverci? Lo chiede una studentessa alla quale risponde prima il prof. Izzo, soffermandosi su Scienze e Tecnologie Agrarie e su Corsi quinquennali che, naturalmente, “richiedono delle integrazioni”, poi il dott. Di Muzio: “le possibilità ci sono. Si dovrebbe però partire dal presupposto che chi sceglie questo Corso lo fa per lavorare poi come erborista”. Una studentessa in dirittura d’arrivo: “sono al terzo anno e ancora non ho capito bene il ruolo dell’erborista. Ci sono piante che può coltivare chiunque. Con la laurea, chi sarò?”. Un’esperta con competenze, il commento del Presidente FEI: “le piante sono considerate alimenti. Come tali, sono di utilizzo comune, quindi le può vendere chiunque. La competenza deve permettervi di andare oltre. L’erborista deve dare un consiglio professionale, magari spiegando eventuali interazioni con i farmaci. Il cliente capisce la differenza”. A chi nel cassetto ha messo il sogno di preparare cosmetici ha risposto: “potete farlo, ma non in un laboratorio gestito da voi”. Rincuora in chiusura l’esperienza personale del dott. Di Muzio, titolare di un esercizio commerciale: “stando nel settore, posso dirvi che permette di vivere dignitosamente facendo un lavoro bello e onesto”. È servito l’incontro a Federica Longarzo, studentessa iscritta al terzo anno: “ci siamo iscritti pensando di essere più tutelati, ma ancora oggi non sappiamo bene cosa possiamo fare. Oggi abbiamo avuto delle risposte. Le idee sono più chiare”. A fine seminario, Federica ha ottenutoun’investitura dai colleghi e dal prof. Izzo. L’hanno scelta come raccordo tra gli studenti e i docenti: “sarò aperta a qualunque problematica e pronta a confrontarmi con i professori per qualsiasi cosa. Sono la prima a voler risolvere i problemi”. Con lei in aula la collega Margareth Di Vaia: “sono rimasta un po’ delusa dal Corso perché limita nelle possibilità future. Forse nella presentazione ci vorrebbe più chiarezza su tipo di studioe sulle possibilità occupazionali. Le notizie reperibili dal sito sono troppo generiche”.