Si va verso il Campus, ma serve di più

Il televisore, uno degli ultimi arrivi all’edificio 20, proietta in contemporanea la presentazione della Scuola di Medicina preparata in occasione del recente Open Day e flash news con immagini e sottotitoli. Biblioteca e aule studio sono piene. Prevedibile, visti gli esami alle porte. Lungo il corridoio e sulle scale deambulano ragazzi che ripetono ad alta voce, da soli o in compagnia. È questo il quadro che precede la sessione estiva a Medicina, mentre la Scuola procede passo dopo passo nel realizzare il progetto di campus universitario. Cosa manca per passare dall’idea all’atto possono dirlo loro, gli studenti. “Le cose che vanno sono poche, non per essere drastici. Ci vorrebbero più posti studio. Il veder passeggiare studenti con i libri all’interno dei vari edifici non è
una bella immagine per l’Università. Se aspiriamo a diventare un Campus, serve di più”. Netto il commento di Vincenzo, che frequenta da un anno il Policlinico. È tra i “deambulanti” alle prese con uno scoglio: “mi preoccupa Anatomia. Non per la mole di studio, ma per la modalità d’esame che richiede un approccio mnemonico. Ci vuole tempo, costanza e dedizione”. Con lui studia Francesco: “il secondo semestre le difficoltà principali sono derivate dalla contemporaneità di ADI, corsi e studio individuale. Tutto questo accavallarsi ci ha portato ad arretrarci con i programmi”. È una matricola anche Antonio: “si sente un’atmosfera di Campus. Ci sono diverse aule per studiare e c’è condivisione tra noi studenti in biblioteca. I posti, però, sono pochi. Arrivo sempre alle 8.30 quando l’aula apre. Per chi arriva dopo è più dura trovare un posto”. Lui è alle prese con Biologia: “mi focalizzo su questo perché è un obiettivo concreto e raggiungibile. Anatomia, invece, è un’incognita”. Altri programmi per Gianluca: “mi sto concentrando su Istologia, poi proverò Anatomia, vediamo come viene”. Sulle strutture: “manca l’aria condizionata in biblioteca, ma ci stanno lavorando. A lezione, invece, le aule a stile anfiteatro rendono difficile la comunicazione col docente. Inoltre, sono da rivedere alcune strumentazioni. Attrezzature come i proiettori sono un po’ datate e, in materie come Istologia dove è fondamentale avere un’immagine nitida, questo è un problema”. Posti studio il problema segnalato da Gabriella, al secondo anno: “il numero è molto ridotto. Ormai questo edificio va di moda, qui vengono studenti di tutti i Corsi”. Gioca sull’effetto novità Chiara: “mi capita di utilizzare la nuova aula studio dell’edificio 6. È stata aperta da poco, quindi non è molto conosciuta. Sto sfruttando questo, visto che qui e all’edificio di Biotecnologie se si va oltre un certo orario non si trova posto”. Su altri servizi da rivedere si sofferma Valerio: “c’è una battaglia lunga con la società che si occupa dei bagni. L’azienda è cambiata, ma la situazione no. È migliorata per un periodo, ma poi è ritornato tutto come prima. Non c’è sapone e a fine giornata le condizioni igieniche sono del tutto precarie”. Serve “ancora molto per arrivare a essere un Campus”, il commento netto di Fabio, studente del terzo anno: “c’è la percezione che si sta lavorando per migliorare la situazione, ma serve di più. Occorrono più risorse per le strutture e per dare agli studenti possibilità di fare pratica. I posti in aula studio sono pochi. Solo se arrivi mezz’ora dopo l’apertura è difficile trovarne uno”. Altro problema: “a fine giornata è difficile andare in bagno. Non è un problema solo del 20, quasi in tutti gli edifici non c’è carta igienica né sapone”. Sui corsi quasi conclusi: “i professori sono stati chiari. È stato un po’ deludente il tirocinio di Medicina di laboratorio. Si è trattato di un giorno a reparto, poi il resto è stata una lezione canonica”. Uno studente del quinto anno, che preferisce rimanere anonimo: “arrivo alle 7 di mattina per potermi sedere. Studio in aula e ripeto fuori per non disturbare. In tanti però si spostano alla ricerca di un posto”. Una sua collega sintetizza la richiesta principale degli studenti: “più posti in aule studio, nel rispetto ovviamente delle esigenze di un complesso che ospita anche un ospedale”.
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