Grande successo per la giornata di orientamento in entrata, che si è tenuta il 15 settembre presso la Basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli, gremita di neodiplomatiinteressati a conoscere da vicino l’offerta didattica dell’Ateneo. “Un caloroso benvenuto a tutta la platea di studenti, maturandi e neoiscritti, presenti qui oggi per entrare per la prima volta in contatto con il mondo universitario”, afferma in apertura il prof. Roberto Velardi, docente di Lingua e Letteratura Greca. L’incontro informativo, organizzato dal SOrT (Servizio di Orientamento e Tutorato), ha visto il succedersi durante la mattinata dei vari Coordinatori che hanno illustrato in chiave comparativa le specificità dei singoli Corsi di Laurea Triennali per Dipartimento.
CIVILTÀ ANTICHE E ARCHEOLOGIA: ORIENTE E OCCIDENTE.
“L’unico Corso di Archeologia a sud di Roma che offra una solida formazione di base paritaria di archeologie orientali e occidentali, due infatti i rispettivi curricula in costante dialogo, dall’Africa nord-occidentale all’Estremo Oriente”, dichiara la prof.ssa Roberta Giunta, docente di Archeologia e Storia dell’arte musulmana. Discipline storico-artistiche, archeologiche e filologiche (circa 50 insegnamenti) che si estendono dall’età antica al Medioevo intese a fornire competenze circa “le fonti scritte antiche, la legislazione, la gestione e la salvaguardia dei beni culturali, le linee metodologiche della scienza archeologica moderna, compresi gli strumenti informatici necessari nel campo della ricerca”. Lezioni tradizionali arricchite da altre attività formative, tra cui laboratori sui materiali archeologici, organizzati presso il Centro Interdipartimentale di Servizi per l’Archeologia (CISA) e il Museo Orientale “Umberto Scerrato” all’interno di Palazzo du Mesnil. Infine, numerosissime campagne di scavo – prima tra tutte, il sito di Cuma – e rinomate missioni internazionali, perché “occorre abbinare in parallelo una formazione teorica pluridisciplinare all’approccio pratico con i reperti per diventare archeologi”.
LINGUE E CULTURE ORIENTALI E AFRICANE.
CIVILTÀ ANTICHE E ARCHEOLOGIA: ORIENTE E OCCIDENTE.
“L’unico Corso di Archeologia a sud di Roma che offra una solida formazione di base paritaria di archeologie orientali e occidentali, due infatti i rispettivi curricula in costante dialogo, dall’Africa nord-occidentale all’Estremo Oriente”, dichiara la prof.ssa Roberta Giunta, docente di Archeologia e Storia dell’arte musulmana. Discipline storico-artistiche, archeologiche e filologiche (circa 50 insegnamenti) che si estendono dall’età antica al Medioevo intese a fornire competenze circa “le fonti scritte antiche, la legislazione, la gestione e la salvaguardia dei beni culturali, le linee metodologiche della scienza archeologica moderna, compresi gli strumenti informatici necessari nel campo della ricerca”. Lezioni tradizionali arricchite da altre attività formative, tra cui laboratori sui materiali archeologici, organizzati presso il Centro Interdipartimentale di Servizi per l’Archeologia (CISA) e il Museo Orientale “Umberto Scerrato” all’interno di Palazzo du Mesnil. Infine, numerosissime campagne di scavo – prima tra tutte, il sito di Cuma – e rinomate missioni internazionali, perché “occorre abbinare in parallelo una formazione teorica pluridisciplinare all’approccio pratico con i reperti per diventare archeologi”.
LINGUE E CULTURE ORIENTALI E AFRICANE.
“Un Corso molto amato dai nostri studenti, giovani dinamici, curiosi e affascinati da una ricchezza di lingue
e un fermento di iniziative che vi contageranno”, sono le premesse della prof.ssa Donatella Guida, docente di Storia della Cina. Tre curricula distinti (Africa; Medio e Vicino Oriente, Islam; Asia Meridionale, Orientale, Buddismo), il cui fiore all’occhiello è la scelta tra molteplici discipline linguistiche, alcune delle quali insegnate quasi solo a Napoli (amarico, berbero, hausa, swahili, arabo, ebraico, turco, persiano, indonesiano, sanscrito, tibetano, urdu, cinese, giapponese, coreano). “Vi proponiamo due lingue asiatiche o africane e il nostro consiglio che facciano riferimento a un’area geografica coerente al fine di ottimizzare il proprio percorso in tempi più brevi e concentrati. Ad esempio, Giapponese e Swahili non sarebbe una coppia vincente, laddove l’Indonesiano e l’Arabo – pur apparentemente distanti – sono accostati dalla fede islamica”. Infine, lo studente deve possedere un buon livello di inglese, poiché sono obbligatorie la prima e la seconda annualità. Accanto alla didattica frontale, rivestono uno spazio importante nella routine studentesca laboratori, seminari, cicli di conferenze e rassegne cinematografiche, nonché “la mobilità internazionale nell’ambito delle convenzioni istituite con circa 160 Università delmondo, compresa l’Oceania”.
e un fermento di iniziative che vi contageranno”, sono le premesse della prof.ssa Donatella Guida, docente di Storia della Cina. Tre curricula distinti (Africa; Medio e Vicino Oriente, Islam; Asia Meridionale, Orientale, Buddismo), il cui fiore all’occhiello è la scelta tra molteplici discipline linguistiche, alcune delle quali insegnate quasi solo a Napoli (amarico, berbero, hausa, swahili, arabo, ebraico, turco, persiano, indonesiano, sanscrito, tibetano, urdu, cinese, giapponese, coreano). “Vi proponiamo due lingue asiatiche o africane e il nostro consiglio che facciano riferimento a un’area geografica coerente al fine di ottimizzare il proprio percorso in tempi più brevi e concentrati. Ad esempio, Giapponese e Swahili non sarebbe una coppia vincente, laddove l’Indonesiano e l’Arabo – pur apparentemente distanti – sono accostati dalla fede islamica”. Infine, lo studente deve possedere un buon livello di inglese, poiché sono obbligatorie la prima e la seconda annualità. Accanto alla didattica frontale, rivestono uno spazio importante nella routine studentesca laboratori, seminari, cicli di conferenze e rassegne cinematografiche, nonché “la mobilità internazionale nell’ambito delle convenzioni istituite con circa 160 Università delmondo, compresa l’Oceania”.
LINGUE E CULTURE COMPARATE.
“Studi umanistici in ottica comparata associando una lingua europea o americana ad un’altra dell’Europa orientale, dell’Asia o dell’Africa”, mette in evidenza la prof.ssa Michela Venditti, docente di Lingua e Letteratura Russa, esponendo la finalità del Corso. “Apprendere una lingua straniera vuol dire aprire una porta su un mondo differente, ma soprattutto acquisire le capacità di relazionarsi con culture a noi sconosciute”. Il monito della docente è “non fare scelte che vanno per la maggiore, ma seguire nelle prime settimane più corsi senza sottovalutare lingue come il bulgaro, il polacco o l’albanese, che potrebbero rendere il vostro profilo più competitivo in termini di futuro professionale”. Sulla stessa lunghezza d’onda, l’intervento della prof.ssa Rosanna Morabito di serbo-croato e del prof. François Esvan, docente di Lingua e Letteratura Ceca. Quest’ultimo invita a riflettere sui vantaggi di natura pratica e culturale che derivano dalle lingue minori – “minori chiaramente per numero di parlanti. I paesi dell’Europa centrale stanno cambiando e anche il mercato del lavoro oggi è disposto ad accogliere in settori quali la traduzione, l’editoria e il turismo i nuovi professionisti” – in lingue ‘altre’, così come definite subito dopo dal prof. Franco Paris di olandese.
LINGUE, LETTERATURE E CULTURE DELL’EUROPA E DELLE AMERICHE.
“Studi umanistici in ottica comparata associando una lingua europea o americana ad un’altra dell’Europa orientale, dell’Asia o dell’Africa”, mette in evidenza la prof.ssa Michela Venditti, docente di Lingua e Letteratura Russa, esponendo la finalità del Corso. “Apprendere una lingua straniera vuol dire aprire una porta su un mondo differente, ma soprattutto acquisire le capacità di relazionarsi con culture a noi sconosciute”. Il monito della docente è “non fare scelte che vanno per la maggiore, ma seguire nelle prime settimane più corsi senza sottovalutare lingue come il bulgaro, il polacco o l’albanese, che potrebbero rendere il vostro profilo più competitivo in termini di futuro professionale”. Sulla stessa lunghezza d’onda, l’intervento della prof.ssa Rosanna Morabito di serbo-croato e del prof. François Esvan, docente di Lingua e Letteratura Ceca. Quest’ultimo invita a riflettere sui vantaggi di natura pratica e culturale che derivano dalle lingue minori – “minori chiaramente per numero di parlanti. I paesi dell’Europa centrale stanno cambiando e anche il mercato del lavoro oggi è disposto ad accogliere in settori quali la traduzione, l’editoria e il turismo i nuovi professionisti” – in lingue ‘altre’, così come definite subito dopo dal prof. Franco Paris di olandese.
LINGUE, LETTERATURE E CULTURE DELL’EUROPA E DELLE AMERICHE.
“Imparerete a conoscere l’anima occidentale del mondo che ci circonda studiando due lingue, europee o americane, e approfondendo il patrimonio culturale che le ha prodotte”, sottolinea in primo luogo la prof.ssa Maria Cristina Lombardi, docente di Lingua e Letteratura Svedese. Gli insegnamenti a carattere geografico o antropologico “sono un corredo indispensabile per costruire una storia comune dell’Europa e dei suoi rapporti
con il continente americano”. Consentito, pertanto, l’abbinamento Inglese-Spagnolo. “La riflessione linguistica non può essere separata dalla mentalità, dai modi di vita, dai luoghi e popoli che hanno contribuito affinché i fenomeni linguistici evolvessero. Lo studio e l’impegno sono necessari, ma assai più importante è lo scambio”, soprattutto con i madrelingua. “Spesso constatiamo una scarsa frequenza ai lettorati, ma sia chiaro che le lingue si imparano
sul posto, e, in assenza di quest’opportunità, dovreste pagare dei corsi privati per fare conversazione”. In questo contesto, si inseriscono i laboratori di traduzione, molti in contatto con il circuito teatrale di Napoli. Si studiano, perciò, l’analisi filologica “per ragionare sui registri linguistici e la traduzione in funzione delle sue destinazioni, di cui la rappresentazione a teatro è solo uno degli esempi”, ma anche la critica letteraria, l’estetica, la filosofia e l’arte, per assicurarsi “una visione multidisciplinare d’insieme che, se coltivata con interesse, vi potrà condurre all’eccellenza dei risultati”.
MEDIAZIONE LINGUISTICA E CULTURALE.
con il continente americano”. Consentito, pertanto, l’abbinamento Inglese-Spagnolo. “La riflessione linguistica non può essere separata dalla mentalità, dai modi di vita, dai luoghi e popoli che hanno contribuito affinché i fenomeni linguistici evolvessero. Lo studio e l’impegno sono necessari, ma assai più importante è lo scambio”, soprattutto con i madrelingua. “Spesso constatiamo una scarsa frequenza ai lettorati, ma sia chiaro che le lingue si imparano
sul posto, e, in assenza di quest’opportunità, dovreste pagare dei corsi privati per fare conversazione”. In questo contesto, si inseriscono i laboratori di traduzione, molti in contatto con il circuito teatrale di Napoli. Si studiano, perciò, l’analisi filologica “per ragionare sui registri linguistici e la traduzione in funzione delle sue destinazioni, di cui la rappresentazione a teatro è solo uno degli esempi”, ma anche la critica letteraria, l’estetica, la filosofia e l’arte, per assicurarsi “una visione multidisciplinare d’insieme che, se coltivata con interesse, vi potrà condurre all’eccellenza dei risultati”.
MEDIAZIONE LINGUISTICA E CULTURALE.
“Il mediatore linguistico- culturale è una figura professionale molto ricercata e d’urgenza fondamentale per consentire la comunicazione in due contesti, spesso molto diversi tra loro”, informa il prof. Alberto Manco, docente di Linguistica generale. Un percorso suddiviso in due curricula (Lingue e mediazione interculturale; Lingue e culture dell’Europa occidentale e orientale) che consente la scelta di due lingue (precluso l’accostamento Inglese-Spagnolo) correlate a teorie, analisi e metodologie per lo studio dei fenomeni linguistici. “Il primo anno rafforza le competenze necessarie a tutti gli studenti in Letteratura Italiana e Linguistica, generale e teorica”, quest’ultima propedeutica dal secondo anno in poi, per affrontare gli esami sui metodi della traduzione. A cosa serve la Linguistica? “Più lingue si conoscono, più la mente deve riorganizzare il pensiero e imparare a percepire le differenze. Questo facilita la comprensione del mondo”. Altre materie integrative sono “le cosiddette discipline affini, alcune di queste d’ambito economico, giuridico e sociologico, che offrono una serie di competenze spendibili nell’industria linguistica”. Dopodiché, l’intervento del prof. Paris ribadisce nuovamente i pro derivanti da abbinamenti “più coraggiosi e creativi: scoperte interessanti e sconvolgenti che mai v’aspettereste da lingue ‘meno forti’ e un aumento sensibile delle opportunità lavorative”.
SCIENZE POLITICHE E RELAZIONI INTERNAZIONALI.
SCIENZE POLITICHE E RELAZIONI INTERNAZIONALI.
“Chi opta per questo Corso, generalmente ha le idee o molto precise, perché vuole lavorare nelle ambasciate, o molto confuse, perché si trova di fronte a una gamma variegatissima di insegnamenti che più o meno gli interessano tutti”, riferisce il prof. Paolo Wulzer, docente di Storia delle Relazioni Internazionali. Scienze Politiche è un Corso di studi presente quasi in tutte le Università italiane, “ma il valore aggiunto è che qui avete la possibilità di intraprendere un cammino tutt’altro che tradizionale, a caratterizzazione multidisciplinare”. Due curricula (Studi internazionali; Asia, Africa) che propongono forti interconnessioni tra i campi del sapere con focus sulla realtà internazionale: da un lato, il panorama occidentale, e dall’altro, l’Africa subsahariana, il Medio ed Estremo Oriente, il cui scopo è “l’indagine complessa su una pluralità di aspetti problematici e critici della contemporaneità”, anche attraverso la partecipazione a numerosi laboratori, la maggior parte operativi nel secondo semestre, dal giornalismo all’informatica. “Investite sul vostro tirocinio, non considerate esclusivamente il percorso istituzionale e prendete questi anni universitari come anni di dialogo con i docenti, non soltanto in vista dell’esame, che sarà solo una di queste tappe formative”, sono le raccomandazioni finali del docente. Al termine delle presentazioni, la
responsabile al SOrT dell’orientamento in uscita, la dott.ssa Nadia Colella, ha ceduto la parola agli studenti laureati presso l’Ateneo, testimoni di esperienze di successo in Italia e all’estero. Tra questi, Elvira Agnese, laureanda in Letterature e Culture Comparate, reduce da un progetto di insegnamento di italiano presso l’Università di Tianjin
in Cina, e Maria Domenica, laureata in Traduzione specialistica e oggi traduttrice presso un’azienda. Nel pomeriggio, invece, si sono susseguite alcune lezioni demo, esemplificative di discipline linguistiche, letterarie, storiche, archeologiche, il cui obiettivo era illustrare in modo diretto l’andamento dei corsi che prenderanno il via nella seconda settimana di ottobre.
Sabrina Sabatino
responsabile al SOrT dell’orientamento in uscita, la dott.ssa Nadia Colella, ha ceduto la parola agli studenti laureati presso l’Ateneo, testimoni di esperienze di successo in Italia e all’estero. Tra questi, Elvira Agnese, laureanda in Letterature e Culture Comparate, reduce da un progetto di insegnamento di italiano presso l’Università di Tianjin
in Cina, e Maria Domenica, laureata in Traduzione specialistica e oggi traduttrice presso un’azienda. Nel pomeriggio, invece, si sono susseguite alcune lezioni demo, esemplificative di discipline linguistiche, letterarie, storiche, archeologiche, il cui obiettivo era illustrare in modo diretto l’andamento dei corsi che prenderanno il via nella seconda settimana di ottobre.
Sabrina Sabatino