Ventisei anni compiuti da poco e Laurea Magistrale in Ingegneria Elettrica con una tesi selezionata dalla multinazionale Bonfiglioli e insignita, il 2 marzo scorso, al Palazzo del Quirinale, del Premio Leonardo alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Ministro per lo Sviluppo
Economico Carlo Calenda e di altre importanti cariche dello Stato ed esponenti del mondo industriale. È l’epilogo della storia di Gianni Caiafa, originario di Teggiano, in provincia di Salerno, attualmente dottorando del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione presso il CERN di Ginevra. Oggetto della tesi premiata, sviluppata con la supervisione del prof. Adolfo Dannier, lo studio di modellazione di un prototipo di motore a flusso assiale; uno smorzatore elettrico per l’albero di trasmissione per un’auto elettrica per conto di un cliente dell’azienda Umbra Cuscinetti. “Alla fine il cliente ha scelto un’altra tecnologia, perché questa è ancora molto costosa, ma in grande evoluzione – commenta Gianni, il cui lavoro è uno degli unici due, l’unico in Campania, scelti fra Atenei del Sud Italia – È stata una emozione indescrivibile, il Presidente è un persona davvero squisita, ma ho pensato soprattutto ai miei genitori e ai sacrifici che hanno fatto per cinque anni per farmi studiare a Napoli”. Una vicenda unica quella di Gianni, che aveva in mente per il suo futuro tutt’altri progetti: “non pensavo di iscrivermi all’università, volevo aprire un agriturismo con annessa una scuola di formazione per l’agricoltura, ma non avevo abbastanza denaro per investire da solo”. Così valuta soluzioni alternative: “sapevo che i miei genitori non avrebbero potuto mantenermi all’università, ma loro mi dissero di non preoccuparmi, di fare del mio meglio, e che al resto ci avrebbero pensato loro”. Così accetta la sfida: “avevo frequentato l’ITIS in Elettrotecnica e Automazione e mi sono iscritto al Corso più vicino alla mia formazione di base, ma non avevo forti motivazioni per andare avanti”. La scintilla si accende dopo la prima prova intercorso di Chimica: “per superarla bisognava fare due esercizi completi su tre; io avevo completato il primo e impostato il secondo. Ero convinto di non avercela fatta, mi rassegnai all’idea che Ingegneria non fosse per me. Senza dire niente ai miei genitori, preparai i bagagli e attesi il risultato. Incredibilmente passai la prova. Da quel momento decisi che non mi sarei mai più voluto trovare in una simile situazione di incertezza e di impegnarmi fino in fondo, sempre”. Da allora comincia quella che definisce una ‘volata’: “per riuscirci mi sono privato di tante cose; tempo libero, vacanze, viaggi. A volte me ne pento, altre ne sono orgoglioso. Se potessi dare un consiglio, suggerirei di prendere l’università come un lavoro, ma anche di godersi la gioventù”. Ha deciso di partecipare al dottorato per accrescere il proprio bagaglio culturale e al CERN, per i prossimi tre anni, lavorerà ad un nuovo sistema di misura per gli acceleratori: “molti pensano che in Italia non ci siano opportunità se non si è raccomandati, ma nella mia esperienza non è stato così. Con passione, impegno e sacrificio si possono ottenere ottimi risultati. Adesso sono qui, ma, anche se magari ci si deve accontentare di una vita diversa, si sta bene anche in Italia”.
Simona Pasquale
Economico Carlo Calenda e di altre importanti cariche dello Stato ed esponenti del mondo industriale. È l’epilogo della storia di Gianni Caiafa, originario di Teggiano, in provincia di Salerno, attualmente dottorando del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione presso il CERN di Ginevra. Oggetto della tesi premiata, sviluppata con la supervisione del prof. Adolfo Dannier, lo studio di modellazione di un prototipo di motore a flusso assiale; uno smorzatore elettrico per l’albero di trasmissione per un’auto elettrica per conto di un cliente dell’azienda Umbra Cuscinetti. “Alla fine il cliente ha scelto un’altra tecnologia, perché questa è ancora molto costosa, ma in grande evoluzione – commenta Gianni, il cui lavoro è uno degli unici due, l’unico in Campania, scelti fra Atenei del Sud Italia – È stata una emozione indescrivibile, il Presidente è un persona davvero squisita, ma ho pensato soprattutto ai miei genitori e ai sacrifici che hanno fatto per cinque anni per farmi studiare a Napoli”. Una vicenda unica quella di Gianni, che aveva in mente per il suo futuro tutt’altri progetti: “non pensavo di iscrivermi all’università, volevo aprire un agriturismo con annessa una scuola di formazione per l’agricoltura, ma non avevo abbastanza denaro per investire da solo”. Così valuta soluzioni alternative: “sapevo che i miei genitori non avrebbero potuto mantenermi all’università, ma loro mi dissero di non preoccuparmi, di fare del mio meglio, e che al resto ci avrebbero pensato loro”. Così accetta la sfida: “avevo frequentato l’ITIS in Elettrotecnica e Automazione e mi sono iscritto al Corso più vicino alla mia formazione di base, ma non avevo forti motivazioni per andare avanti”. La scintilla si accende dopo la prima prova intercorso di Chimica: “per superarla bisognava fare due esercizi completi su tre; io avevo completato il primo e impostato il secondo. Ero convinto di non avercela fatta, mi rassegnai all’idea che Ingegneria non fosse per me. Senza dire niente ai miei genitori, preparai i bagagli e attesi il risultato. Incredibilmente passai la prova. Da quel momento decisi che non mi sarei mai più voluto trovare in una simile situazione di incertezza e di impegnarmi fino in fondo, sempre”. Da allora comincia quella che definisce una ‘volata’: “per riuscirci mi sono privato di tante cose; tempo libero, vacanze, viaggi. A volte me ne pento, altre ne sono orgoglioso. Se potessi dare un consiglio, suggerirei di prendere l’università come un lavoro, ma anche di godersi la gioventù”. Ha deciso di partecipare al dottorato per accrescere il proprio bagaglio culturale e al CERN, per i prossimi tre anni, lavorerà ad un nuovo sistema di misura per gli acceleratori: “molti pensano che in Italia non ci siano opportunità se non si è raccomandati, ma nella mia esperienza non è stato così. Con passione, impegno e sacrificio si possono ottenere ottimi risultati. Adesso sono qui, ma, anche se magari ci si deve accontentare di una vita diversa, si sta bene anche in Italia”.
Simona Pasquale