La novità di questi giorni per quanto riguarda le voci studentesche extraistituzionali è l’uscita di una “Controguida” redatta dai membri del Collettivo di Lettere. Un “Manuale di sopravvivenza in facoltà”, come recita il sottotitolo, che si preoccupa di elargire, non senza una buona dose di ironia, dritte e consigli dettati dall’esperienza – e per questo anche ovviamente a tratti piuttosto personali– e pensati per integrare la ‘guida dello studente’ istituzionale. Così oltre ad un’introduzione in cui si citano problemi generali dell’Ateneo come la carenza dei servizi di mensa e residenze universitarie, il numero ridotto di borse di studio, si trovano consigli pratici agli studenti su esami e libri di testo, e un inquadramento storico-culturale sul contesto europeo in cui ha preso forma quell’idea di istruzione più ‘aziendalizzata’ che è stata codificata dalla riforma Zecchino prima e Moratti poi. Ma l’aspetto per il quale potrebbe risultare una lettura interessante anche per un docente, per tastare gli animi dall’altra parte della barricata, è l’elenco dei problemi posti da ogni corso di laurea, redatto –senza tanti peli sulla lingua – dagli studenti che fanno parte dei singoli corsi. Così per gli studenti della Controguida il problema del Corso di Archeologia è la divisione troppo netta in due curricula –archeologico e storico-artistico- le cui materie sarebbero entrambe fondamentali per la formazione di un archeologo; Beni Culturali è uno dei Corsi più confusi, offre una vasta cultura generale senza alcun approfondimento particolare; Lettere Classiche invece, soprattutto negli esami di letteratura, non offre un livello di approfondimento di molto superiore a quello di un liceo, prevedendo lo studio da manuali scolastici; a Storia viene rimproverata un’ottica eccessivamente eurocentrica che lascia poco spazio agli eventi extraeuropei. Quanto alle Specialistiche offerte dalla Facoltà, il giudizio è globalmente impietoso: un’occasione di approfondimento mancata.
