La didattica è super, l’organizzazione lascia a desiderare

E’ opinione condivisa che “per  la parte pratica il Policlinico nessuno lo batte!” Tutti d’accordo sulla qualità della didattica: “le spiegazioni sono chiare, sia quelle dei corsi più scientifici, sia quelle dei corsi più clinici”. Elogi corali vengono espressi per i professori, giudicati preparati e disponibili. Il malcontento, invece, emerge quando si chiede agli studenti un parere sull’organizzazione e sulle strutture.
“Mi trovo a dover seguire più lezioni contemporaneamente – sostiene Carlo, studente al V anno di Medicina – Capita soprattutto con le ADI: per esempio gli orari di Reumatologia e Ortopedia spesso coincidono”. “Chi organizza gli orari non si preoccupa delle esigenze dei medici. E’ logico che i pazienti vengano sempre al primo posto” afferma Paola, studentessa del II anno. “Quando un corso è organizzato male, o un docente non si presenta ad una lezione – la interrompe Luca, prossimo laureando- non ci sentiamo trattati come studenti, ma come numeri. Non dovrebbero mai dimenticare che dietro una matricola c’è una persona”.
L’internato è “molto consigliato” per fare la tesi sperimentale. Ciò significa che durante i 18 mesi di tirocinio, è richiesta la presenza in corsia di mattina, cioè proprio quando si dovrebbe seguire i corsi.
“Hanno accorpato anche quattro discipline diverse in un solo esame. – fa notare Carlo, sostenendo che ciò può creare problemi quando si sceglie una specializzazione – Per esempio chi vorrebbe fare il chirurgo plastico ci terrebbe ad avere un buon voto in quella disciplina. Invece il voto risulta dalla media matematica della preparazione in Dermatologia, Immunologia, Venerologia e Chirurgia Plastica”. “Quasi tutte le cliniche sono accorpate così – gli fa eco Luca che sogna di diventare un gastroenterologo – Io a Gastroenterologia e Endocrinologia ho dovuto rifiutare un 26!”.
Anatomia, l’esame scoglio. Se in molti dubitano sull’effettiva utilità dell’esame di Statistica ai fini della professione medica, Anatomia rimane lo scoglio contro cui si infrangono in tanti: c’è chi sostiene che sia giusto che sia un esame molto impegnativo e chi ritiene che la sua difficoltà sia eccessiva. “E’ ovvio che sia un esame tosto – dichiara Paola – ma se uno studente chiede di essere seguito, il professore gli dà i compiti, l’interroga volta per volta”. La prova di Anatomia rimane lo spauracchio dei più, ma c’è da dire che la correzione viene fatta in aula e, dunque, i ragazzi hanno immediatamente modo di farsi un’idea di come sono andati. I risultati vengono poi pubblicati nel giro di due ore. Certo, dei 40 presenti all’esame di oggi, solo sei sono stati promossi…  “Se c’è tanta gente fuori corso, significa che qualcosa non va. Pretendono troppo”, commenta Chiara. “Danno tanto e vogliono tanto – l’apostrofa Marina – Ciò non toglie che una migliore organizzazione ci faciliterebbe la vita”.
Le sessioni d’esame. A Medicina, inoltre, sono previste tre sessioni d’esame all’anno ma in ciascuna di esse non è permesso ritentare un esame una seconda volta.  “Ora forse si stanno organizzando per fissarne una al mese, ma la paura è che si tratti solo di una modifica momentanea per facilitare il passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento”, confessa Chiara, iscritta al II anno. “Voglio un esame duro ma voglio un esame ogni mese!” esclama di rimando Sandro, collega di Chiara. “Le sedute d’esame spesso si accavallano e molte volte le date slittano – prosegue lo studente- Per chi viene da lontano, l’avviso della posticipazione in bacheca non basta. Ci potrebbero informare via mail”. 
Se forse è troppo pretendere una comunicazione via posta elettronica, è senz’altro ragionevole chiedere che il sito della Facoltà sia aggiornato non solo sulle lezioni e sui programmi d’esame, ma anche sui cambiamenti delle date d’appello. “E’ assurdo che per prenotare un esame debba fare file interminabili in segreteria – interviene Paola – I chioschi telematici non funzionano? Ok, permettetemi di prenotare via Internet come si fa in tante altre Facoltà”.
Piove nell’Aula Grande dell’Edificio 20. Una novità positiva, la bacheca posta nell’edificio 20, curata dai rappresentanti degli studenti, che riassume tutte le date d’esame.
Su un foglio volante, attaccato con lo scotch al distributore automatico di bevande, è scritto “Boicottate il caffè!” . “Ora costa 50 centesimi come tutte le altre bibite – ci spiega Chiara – Tanto vale andare al bar, dove con 55 centesimi bevi un espresso decente”.
“Nell’aula grande dell’edificio 20 continua a pioverci dentro e noi scriviamo sulle ginocchia perché mancano molte tavolette reclinabili delle sedie”, racconta Paola.
Difficile è anche trovare spazi tranquilli dove studiare. “Il box all’ingresso dell’edificio 20 dovrebbe essere un‘aula-studio ma è senza pareti. Con tutto il via vai chè c’è, è impossibile concentrarsi – afferma Chiara – In primavera vorrei provare a studiare nel parco, ma non ci sono panchine dove sistemarsi. Potrebbero essere utili non solo per noi ma anche per i familiari dei pazienti”.
Manuela Pitterà
- Advertisement -




Articoli Correlati