La FiBio e le battaglie per il riconoscimento professionale dei biotecnologi

“I passi della scienza biotecnologica: dall’ipotesi al brevetto. Principi e metodi per una scienza al servizio dell’uomo” è il tema del Corso di Formazione organizzato dalla Federazione Italiana Biotecnologi (FiBio), che si terrà il 20 dicembre a partire dalle 8:30, presso la tensostruttura di via Pansini. Interverranno: il prof. Tommaso Russo, group leader del Ceinge;  il dott. Andrea Ponari e la dott.ssa Floriana Di Giacomo, dell’Ufficio Ricerca e Sviluppo del Ceinge e il prof. Piero Formica, docente di Economia presso la Jonkoping University Sweden. Il corso è gratuito per i soci FiBio; tutti gli altri interessati verseranno 10 euro, “un piccolo contributo spese per l’organizzazione dell’evento” spiega Gianluca Ruotolo, segretario della FiBio. “Un corso –aggiunge Ruotolo – il cui obiettivo è trasmettere ai biotecnologi gli strumenti necessari per avere una visione d’insieme sull’organizzazione di quello che potrà essere il loro lavoro futuro, partendo dall’idea fino ad arrivare alla sua realizzazione”. (Informazioni sul sito www.biotecnologi.it.). 
L’iniziativa è una delle tante promosse dall’associazione in questi anni. Alla FIBio si deve la conquista conseguita con il decreto  ministeriale del 3 agosto 2007 che consente ai laureati triennali (a patto che abbiano sostenuto cinque esami dell’area farmacologica) e specialistici (indirizzo medico, farmacologico e veterinario) in Biotecnologie di poter svolgere finalmente l’attività di informatore medico del farmaco. “Una vittoria tutta della FIBio (Federazione Italiana Biotecnologi) – afferma Ruotolo– in pratica, è stata accolta una richiesta che portavamo avanti da anni. Si è creato, in questo modo, un altro importante canale lavorativo e, allo stesso tempo, è stata professionalmente inquadrata una categoria di laureati con determinate competenze”.
Per una vittoria ottenuta, però, ci sono ancora tante altre battaglie da portare avanti. A partire dall’accesso alle scuole di specializzazione per l’insegnamento nelle scuole secondarie (SISS). Ruotolo cita un’istanza presentata al Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, il 3 agosto “nella quale chiedevamo una modifica della disciplina che regola l’accesso alle SISS per i biotecnologi, sia del vecchio che del nuovo ordinamento. Purtroppo, attendiamo ancora una risposta del Ministro”.  E c’è da dire che, a livello normativo e al contrario di ciò che accade per le altre Facoltà, a Biotecnologie, i laureati del vecchio ordinamento non possono godere degli stessi diritti di quelli del nuovo ordinamento. Sostanzialmente perché, come spiega Ruotolo, “non possono accedere agli esami di Stato per l’iscrizione alla sezione A dell’albo dei biotecnologi. Negli ultimi decreti, il legislatore non ha riconosciuto l’esistenza del Corso di Laurea in Biotecnologie prima della riforma del ‘3+2’ e questo è davvero scandaloso! E’ questo il motivo per cui molti colleghi in tutta Italia hanno rinunciato o perso posti di lavoro, non potendo svolgere gli esami di Stato”. Secondo Ida Crifò, Presidente Nazionale della FIBio, “è evidente che il legislatore non riconosce la nuova professione del biotecnologo, vista l’esistente grande difficoltà di accesso ai concorsi, compresi, per esempio, quelli nella polizia scientifica e per i tecnici di laboratorio, altri sbocchi occupazionali interessanti per un laureato in questa disciplina relativamente nuova (il Corso di Laurea esiste ormai da undici anni)”. 
Problemi di accesso che si verificano anche per le Scuole di Specializzazione di area sanitaria. Se il provvedimento di riassetto delle Scuole di Specializzazione del 2005 ha in parte risolto la situazione di assoluto sbarramento alla formazione avanzata universitaria dei biotecnologi, molto resta da fare. “Attualmente, sono aperte anche ai biotecnologi le Scuole di Biochimica Clinica, Genetica Medica, Microbiologia e Virologia, Patologia Clinica, Scienze dell’Alimentazione e Farmacologia Medica. Continua comunque la battaglia per poter accedere al concorso delle altre Scuole di Specializzazione di area medica”.
Maddalena Esposito
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