La formazione economica, valore aggiunto quando si intraprende la strada per diventare diplomatici

Sbocco occupazionale principale per una laurea in Economia è spesso e volentieri lo studio di un commercialista. Attenzione però, di alternative ce ne sono molteplici, finanche la carriera diplomatica. È proprio mostrare agli studenti del Dipartimento di Studi Aziendali ed Economici (Disae) questa opportunità, l’obiettivo del primo appuntamento del ciclo di seminari “Le professioni per il futuro: carriere internazionali, servizi alle imprese e cooperazione”, tenutosi il 21 ottobre nell’aula T.1 di Palazzo Pacanowski. I seminari, organizzati dal prof. Riccardo
Marselli, Direttore del Disae, in collaborazione con il Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università del Sannio, vedono impegnati gli studenti della Magistrale in Economia della Cooperazione e del Commercio Internazionale, conferendo loro crediti formativi. “In primis vi voglio presentare l’ospite di questo primo appuntamento: il prof. Giuseppe Tesauro, Avvocato Generale presso la Corte di Giustizia delle Comunità europee, che ha ricoperto numerosissime cariche prestigiose ed è oggi Presidente della Società italiana per l’Organizzazione Internazionale e la formazione internazionale”, introduce il prof. Marselli ai ragazzi presenti nonostante lo sciopero dei trasporti. “Sembrerebbe che gli studi economici non siano molto vicini alla vita degli affari esteri. Non è così. La formazione economica dei nostri diplomatici si è dimostrata un valore aggiunto, poiché le relazioni economiche hanno via via avuto sempre più rilevanza di quelle politiche, che richiedono viaggi veloci nel paese straniero, mentre le prime esigono una permanenza nello stesso per fare da supporto agli investimenti
nelle imprese. Quindi, chi viene da una Facoltà economica ha una fortuna in più. Questo tipo di formazione serve per il concorso negli affari esteri”, afferma il prof. Tesauro, che spiega anche in cosa consiste, poiché poco conosciuto dagli studenti di Economia: “i candidati non sono molti, mille in tutta Italia, se abbiamo fortuna. Questi mille si riducono per strada, per le cinque materie da studiare per lo scritto: Economia, Storia, Diritto Internazionale
(moltiplicate per dieci rispetto alla formazione universitaria) più due lingue straniere, l’inglese obbligatorio, a scelta la seconda. Prima si sceglieva il francese, ma ora ha perso un po’ di smalto, in molti preferiscono lo spagnolo, se non altro perché richiesto dal numero di persone che lo parlano nel mondo. Il tedesco è una buona scelta perché lingua delle istituzioni finanziarie, ma non può essere lingua veicolare”.
“Senza l’inglese non andate da nessuna parte”
Le lingue sono importanti per il tema da svolgere, appunto in lingua straniera: “una traccia potrebbe essere, ad esempio, ‛La politica italiana negli ultimi dieci anni’. Molti hanno difficoltà nella Storia delle Relazioni Internazionali, poiché la storia, rispetto alle altre materie, ha delle categorie che vanno approfondite. Per l’Economia sono importanti Micro e Macro, ma soprattutto la politica economica, perciò siete facilitati. Quelli che provengono da altri studi spesso cadono sulle materie economiche, poiché il Diritto è più alla portata”. Per superare il concorso, però, non basta studiare: “bisogna farlo con determinazione e fiducia. Per imparare le lingue è necessario trascorrere un periodo all’estero, preferibilmente in Inghilterra, ma non a Londra, bensì in un piccolo paesino, dove guarderete molta TV e andrete spesso a cinema. Un amico inglese chiacchierone può aiutare, ma anche una padrona di casa vedova, come nel mio caso”. Cosa ci si aspetta nella vita di un diplomatico? “Rapporto con le imprese del paese in cui vi trovate e il monitoraggio dei risultati che ambiscono raggiungere. Il supporto dell’Ambasciata in queste situazioni è fondamentale, perché prepara il terreno alle industrie che vogliono investire”. I diplomatici di oggi sono completamente diversi da quelli di ieri: “perché oggi è il supporto economico al paese che conta. Per chi volesse diventare ambasciatore, c’è una lunga gavetta da fare. Il console, invece, è a stretto contatto con la realtà del suo paese, pur trovandosi in quello straniero con il quale cura i rapporti. Fa un po’ da notaio e un po’ da sindaco, è un punto di riferimento amministrativo ed economico”. Sono molti i diplomatici napoletani nel mondo: “l’anno scorso ai nostri corsi della SIOI sono venuti a presentarsi gli Ambasciatori Marotti e De Luca impegnati in Medio Oriente, nonché Pasquale Terracciano a Londra. La SIOI è un organismo fondato tra il 1947 e il 1948, quando in Italia c’era l’idea di accentuare l’attenzione sulle relazioni internazionali. Questa si doveva occupare della formazione dei diplomatici prima e dopo il concorso. La sede è a Roma, ma ce ne sono tre periferiche: a Milano, a Torino e a Napoli. Qui si svolge un corso di formazione a numero chiuso per venti persone, perché crediamo che sia il numero ideale di ragazzi da seguire con coscienza”. Il corso è funzionale alla preparazione per lo scritto: “la logica di preparazione ad un concorso è diversa da quella universitaria. Scrivere un compito corretto richiede tecnica,
metodo, indicazioni particolari. La nostra sede è a Castel Capuano, che sarebbe dovuta diventare la cittadella
dei giuristi, ma ci siamo rimasti solo noi. I corsi vanno da settembre a maggio, durante questi facciamo esercitazioni che vengono corrette e discusse. Fino ad oggi ha dato discreti risultati. L’Italia ha bisogno
di economisti nell’amministrazione degli esteri, non lo sottovalutate. Io ho lavorato dieci anni nella Corte di Giustizia della Comunità Europea e ci definivano les italiens in senso dispregiativo all’inizio, poi, però, quando vedono come lavori, ti cercano, e se non ti trovano piangono. Capiscono che gli italiani nel loro presepe hanno difficoltà, ma in
altri presepi sono molto apprezzati”. L’Unione Europea è stata creata con uno scopo ben preciso: “superare i contrasti tra Francia e Germania, è in questo quadro che si muove il nostro lavoro”. I corsi alla SIOI sono coperti da borse di studio: “il che non è sempre una buona cosa, perché la determinazione che ti dà la tassa da pagare non è la stessa se non la paghi. Se non siete determinati, non vi iscrivete. Farlo richiede uno sforzo economico anche per imparare le lingue, perché senza l’inglese non andate da nessuna parte. Lo dovete parlare bene, non come un portiere d’albergo. Ora andate a casa e riflettete su questa possibilità per il vostro avvenire”.
Posti da coprire nei prossimi due anni
Marianna Caputo, anima del Corso di formazione, spiega nel dettaglio l’opportunità in cosa consiste: “oggi c’è bisogno di personale a livello europeo che segua la carriera diplomatica. È dunque una possibilità concreta per voi, tant’è che negli ultimi anni è stata sempre prevista una deroga al blocco delle assunzioni proprio per il concorso in diplomazia. Abbiamo posti da coprire sia per il 2017, che per il 2018. È un dato non trascurabile. L’opportunità dei nostri corsi è aperta sia ai laureati Magistrali, che ai laureandi all’ultimo anno di Magistrale. Il costo complessivo è di 4.500 euro, ma vengono conferite dieci borse di studio a copertura totale e spesso si paga solo ad obiettivo raggiunto, ovvero col superamento del concorso. Al secondo livello, ovvero per chi ha già seguito un anno
di Master, prevediamo il pagamento di una cifra simbolica di mille euro, proprio per non far perdere il mordente. La selezione dei venti candidati avviene tramite colloqui”. Come per la carriera di diplomatico, il ciclo di seminari prevede una presentazione di altre carriere nell’ambito internazionale nei prossimi appuntamenti in calendario: il
28 ottobre alle 15.00 in aula 1.6 di Palazzo Pacanowski con “L’internazionalizzazione delle imprese e i
servizi a supporto”, intervengono il dott. L. Forte, sr-m Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, e il dott. R. De Falco, S.I. Impresa CCIAA Napoli; il 4 novembre nella stessa aula alla stessa ora con “Progetto microcredito al Rione Sanità”, parlano il dott. Montieri, il dott. Gatto, C.E.D. Center for Economic Development & Social Change, il dott. Sottile, Banca Popolare Etica.
- Advertisement -




Articoli Correlati