La scomparsa del prof. Sico, un docente molto amato

“È stato tante cose”. Così, sommessamente, il prof. Vincenzo Patalano, ordinario di Diritto penale e Prorettore della Federico II, taglia corto quando proviamo a ricordare con lui qualcuno dei compiti che il prof. Luigi Sico, scomparso il 19 maggio a 68 anni, aveva assunto e portato avanti in tanti anni al servizio dell’Università e non solo. Era ordinario di Diritto internazionale, per anni alla direzione del Dipartimento di Scienze internazionalistiche, ma era anche avvocato patrocinante in Cassazione e Giurisdizioni Superiori. Era un importante consulente diplomatico: esperto giuridico presso il Servizio Contenzioso Diplomatico del Ministero degli Esteri, esperto di diritto nelle zone di guerra per la Comunità Europea e l’Onu. Soprattutto, era un docente molto amato dagli studenti, che immediatamente hanno proposto di intitolargli un’aula. L’amicizia tra il prof. Sico e il prof. Patalano era di vecchia data. Avevano frequentato insieme il Liceo Sannazaro, anche se in sezioni diverse, e poi si erano ritrovati a sostenere l’esame di maturità davanti alla stessa commissione. Entrambi scelsero gli studi giuridici, così si rincontrarono tra i banchi della stessa università. Entrambi trascorrevano le vacanze in penisola sorrentina. La perdita di un amico così caro è un forte dolore e il Prorettore non ha molta voglia di parlare. Ma tra coloro che affollano la Chiesa di San Pietro Martire, il giorno del funerale, c’è anche chi, come la prof.ssa Carla Masi Doria, se la sente di ricordare a voce alta i bei momenti a contatto con il  prof. Sico. “E’ stato un mio docente”, dice, “le sue lezioni mi affascinavano molto e Diritto internazionale era una delle materie che avevo preso in considerazione per la tesi di laurea. Alla fine ha vinto la Storia del diritto romano con il prof. Labruna, ma l’insegnamento del prof. Sico mi è rimasto. Quando sono diventata docente ho potuto conoscerlo meglio e di lui mi ha sempre colpito la profonda sensibilità storica. Quando eravamo insieme in commissione di laurea, constatavo ogni volta quanto fosse interessato ai temi del diritto romano. E’ stato un uomo di grande cultura, aperto alla conoscenza. E coraggioso: ha continuato a venire all’università fino alla fine, nonostante fosse malato da tempo. Un esempio per tutti noi”. “Era un anziano della Facoltà”, ci dice il prof. Vincenzo Cocozza, docente di Diritto Costituzionale, “uomo perbene e scienziato di valore. In lui erano presenti due elementi che quando sono uniti rappresentano l’ottimo per un professore universitario: il rigore scientifico e l’amore per l’insegnamento e per i giovani”. Uno studioso profondo, un professore sempre disponibile con gli studenti, una persona semplice e buona: questi i tratti che emergono anche dalle parole dei professori Francesco Santoni, docente di Diritto del lavoro, e Massimo Villone, docente di Diritto costituzionale. Quelle che abbiamo raccolto sono alcune voci. Durante le esequie, in chiesa quasi non si riesce a mettere piede. All’entrata su un tavolino c’è un grande quaderno pieno di dediche e di firme. Parenti, amici, colleghi, allievi. E tanti, tanti studenti.
Sara Pepe
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