La Statistica Medica una cura contro l’infodemia

Ricevono i dati dal Comune di Napoli, al quale li trasmette l’Asl, li elaborano, eseguono il controllo di qualità, estrapolano dai numeri mappe per quartiere che diano conto dell’incidenza dei positivi per ogni porzione di città. Sono i docenti universitari impegnati a dare conto nella maniera più dettagliata possibile del progredire del coronavirus nelle diverse aree della metropoli partenopea. I professori sono tre. Uno è Giuseppe Signoriello, che ha 66 anni, è napoletano ed è associato di Statistica Medica nell’Università Vanvitelli. Gli altri due sono Ivan Gentile e Nicola Coppola, ordinari di Malattie Infettive rispettivamente alla Federico II ed alla Vanvitelli. “Nell’ultimo rapporto che sta per essere reso pubblico – dice il prof. Signoriello il 28 ottobre ad Ateneapoli – emerge che il contagio è ormai esponenziale e trasversale ai vari quartieri. Contagio, naturalmente, non vuol dire malattia, perché bisogna distinguere positività e sviluppo della patologia, ma certamente ci troviamo a fronteggiare una marea montante. Se nel penultimo rapporto erano soprattutto la settima e l’ottava Municipalità che registravano casi di positività al coronavirus, ormai la questione riguarda tutti i quartieri”. I tre docenti universitari hanno iniziato a sfornare mappe e tracciati relativi alla città già nella scorsa primavera, quando iniziarono a collaborare con il Comune. A far da tramite è stata la prof.ssa Lucia Menna, assessore nella Giunta de Magistris e docente a Veterinaria. Hanno, dunque, un quadro piuttosto completo dell’andamento dei contagi in città. “A ben guardare – sottolinea a questo proposito Signoriello – potremmo dire che le prime avvisaglie di quella che è diventata ormai una impennata di casi di positività risalgono alla fine di agosto. Un po’ tutti attribuirono il fenomeno ai rientri dalle ferie di chi era stato all’estero o in altre regioni italiane. Certo è che oggi Napoli sta peggio che ad aprile sotto il profilo del nu- mero di casi di positività. Non come letalità ed ospedalizzazione, però”. L’impegno di Signoriello nell’elaborazione delle mappe cittadine sul coronavirus ha reso nota anche al grande pubblico l’esistenza di una disciplina che fino a qualche tempo fa molti ignoravano e che si chiama appunto Statistica Medica. Un insegnamento che all’Università Vanvitelli gli studenti affrontano al terzo anno del Corso di Laurea in Medicina. “Napoli ha una bella tradizione in questo settore, abbiamo avuto validissimi esponenti di questa particolare disciplina medica. I professori Gallo, Giani e D’Alfonso, solo per citare qualche nome. Io nasco come pneumologo, in verità, poi ho virato sulla Statistica Medica e non me ne sono pentito. Gallo, in particolare, ha portato avanti il discorso della Statistica Medica orientata alla valutazione della metodologia della ricerca”. Per gli studenti è una disciplina essenziale: “consente loro, per esempio, di avere gli strumenti per la lettura critica di un articolo scientifico. Può essere una materia complicata, ma i miei colleghi ed io ci sforziamo di dare tutto il nostro contributo e gli studenti si ricordano di noi e l’apprezzano quando devo- no laurearsi o magari impostare una ricerca scientifica. Apprezzano l’utilità di quello che abbiamo dato loro durante il corso”. Studenti a parte, poi, in epoca di pandemia la curiosità verso i numeri è grande almeno quanto l’incapacità di molti di leggerli o presentarli in maniera corretta. “Siamo al cospetto anche di una infodemia – sottolinea il prof. Signoriello – vale a dire di una epidemia di informazioni non di rado sbagliate o scorrette. Prendiamo il dato sul numero dei contagi che ogni giorno è rilanciato da giornali e tv a ciclo continuo. Si stilano le graduatorie tra le regioni e si dice, poniamo, che la Campania è una di quelle che sta peggio. È incredibile si perda di vista il denominatore, la popolazione. Una cosa sono trenta casi di positività in un Comune di 1000 abitanti ed altra i medesimi casi in un territorio di 100 mila abitanti. Sembra banale, ma una parte dell’informazione omette perfino questi banali calcoli”. C’è bisogno, insomma, di persone capaci di maneggiare i numeri e c’è almeno altrettanta necessità di medici che padroneggino anche la Statistica ed i suoi metodi. Per chi ha questa attitudine esiste in Italia anche una Scuola di specializzazione in Statistica sanitaria destinata appunto ai laureati in Medicina. “Quest’anno i posti in palio erano 23 e sono stati tutti coperti”. Caratteristica indispensabile per chi intenda specializzarsi, sottolinea, è la capacità di essere critici nell’osservare le informazioni e pianificare uno studio.

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