Le aziende invadono le aule e incontrano gli studenti

Per il terzo anno di fila la Seconda Università lascia che il mondo del lavoro invada le sedi dei Dipartimenti casertani. È il 28 novembre, data del Job Day SUN: la giornata pensata per far incontrare le aziende del territorio con gli studenti. Oltre 35 aziende per le cinque sedi sparse tra Caserta, Aversa, Capua e Santa Maria Capua Vetere, con la possibilità di lasciare il proprio curriculum e in alcuni casi di affrontare anche un vero e proprio colloquio di lavoro.
A Caserta l’appuntamento è al Polo Scientifico, dove le presentazioni si alternano dentro l’aula F2. Il clima è di religioso silenzio, ed è interessante notare come oltre a visi evidentemente più maturi, appartenenti probabilmente a neolaureati, tra i banchi siedano anche studenti che non hanno lasciato da molto le scuole superiori. “Siamo di Matematica, al terzo anno – ci dicono Anna e Maddalena, ventunenni di Acerra – si sono presentate essenzialmente aziende informatiche. È stato interessante, ma siamo venute solo per farci un’idea e per vedere quali profili lavorativi vengono richiesti. Non lasceremo il curriculum perché vogliamo prima terminare il percorso accademico”. Ma tra loro c’è anche qualcuno per cui il JobDay è l’opportunità di cominciare a rischiare qualcosa. Viene da Maddaloni, si chiama Tesia, anche lei ha 21 anni e anche lei è al terzo anno di Matematica: “Due aziende mi hanno lasciato un’ottima impressione: ClearDrop e Skyit. Entrambe si occupano di progettazione software e ad entrambe lascerò il mio curriculum. Speriamo bene! Il fatto che cerchino qualcuno che non abbia particolari skill di base mi fa ben sperare”. Ma ovviamente c’è anche chi più classicamente ha da poco terminato il percorso di studi ed è ora alla ricerca di un primo impiego. “Mi sono laureata a marzo in Biologia – ci racconta Rosanna, 28 anni di Pollena Trocchia – e sono venuta qui in particolare per la prima azienda di oggi, Erreplast, che si occupa di riciclo”. Ha l’aria un po’ disillusa mentre ci dice che in realtà l’azienda non cercava profili biologici, e a dire il vero in generale non sembrava affatto interessata ad allargare il proprio personale. “La biologia in questo territorio è molto sottovalutata. Quando trovo qualcosa cercano sempre persone con esperienza. Ma è la solita storia: se tutti chiedono esperienze pregresse come facciamo noi ad accumularne, di esperienza? Un paradosso italiano”.
A Capua, nel Dipartimento di Economia, la situazione sembra più dinamica, con gente che entra ed esce dall’Aula Magna e piccoli stand all’esterno dove consegnare i curricula. C’è Ferrarelle, ci sono alcune banche. Un’azienda, l’EcoEpoque, sta già facendo alcuni colloqui; cercano personale nel settore dello sviluppo commerciale e per le attività amministrative. Nel primo caso l’inglese è fondamentale, come è stato ribadito anche a Stefania, 26 anni, neolaureata in Economia, Finanza e Mercati, di San Marcellino: “Mi hanno fatto davvero una bella impressione come azienda, anche per il loro impegno dal punto di vista ambientale. Durante il colloquio mi hanno consigliato di guardare film in lingua straniera per migliorare l’inglese, che è un po’ una mia lacuna”. Stefania adesso ha un incarico in una scuola paritaria di Acerra, ma le sue aspirazioni sono lì, nel mondo aziendale. “Mi hanno rassicurato molto, perché hanno detto che la maggior parte delle cose le imparerei una volta avviato lo stage. Il selezionatore mi ha raccontato che lui stesso aveva dei voti molto alti in inglese, ma nel momento in cui ha messo piede per la prima volta all’estero non riusciva comunque a comunicare”. Un requisito fondamentale, quello linguistico, specialmente quando il mercato italiano attraversa una crisi così profonda. 
La prof.ssa Barrella
 neo delegata 
al placement
Ma la SUN fa abbastanza in proposito? “È ormai da tempo che i nostri percorsi formativi si aprono alle lingue straniere – dice la prof.ssa Nadia Barrella, Presidente del Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali e delegata placement d’Ateneo – qui al DiLBeC abbiamo attivi corsi di francese e di inglese. Ma è anche vero che i requisiti importanti del mondo del lavoro non possono essere soddisfatti totalmente dagli esami universitari. È importante che gli studenti investano in autoformazione, e noi ci diamo come obiettivo quanto meno quello di renderli informati su ciò che serve per essere competitivi”. Siamo all’Aulario di Santa Maria Capua Vetere, e la prof.ssa Barrella ha appena introdotto la Fondazione Pergolesi Spontini, realtà culturale marchigiana che è venuta a portare la propria testimonianza. “Ogni anno in occasione del JobDay ruotiamo attorno ad un tema, e quest’anno abbiamo voluto invitare in particolare importanti aziende che si occupano di produzione di spettacoli –spiega la prof.ssa Barrella- Perciò la presenza della Fondazione Pergolesi, della Fondazione Teatro San Carlo e della Fondazione Pietà de’ Turchini. Tre tipologie di realtà legate al mondo del teatro per segnalare ai nostri studenti la possibilità di guardare anche oltre il settore strettamente artistico-archeologico”. La prof.ssa Barrella raccoglie dall’inizio di novembre l’eredità del prof. Dell’Anno come delegato al placement d’Ateneo: “È un’eredità importante, perché Dell’Anno ha creato un servizio tra i più attivi in Italia meridionale. Siamo da anni riferimento delle aziende locali, nazionali e internazionali”. Un passaggio di testimone che ha limitato l’introduzione di sostanziali novità nella formula del JobDay, che resta legato ad un impianto già collaudato l’anno precedente. Impianto “tra l’altro già delineato  perché il JobDay viene programmato fin dal mese di luglio”. 
Davvero tante le persone presenti nell’aula 3, quella dedicata a Lettere e Beni culturali, a dispetto della vulgata che vorrebbe gli studenti delle materie umanistiche scoraggiati dalla scarsità di sbocchi occupazionali. Angelo ha 27 anni, è di Santa Maria Capua Vetere ed è all’ultimo anno della Triennale in Lettere. Nel fine settimana fa il cameriere per guadagnare qualcosa, e oggi è qui sperando magari in una svolta: “Mi ha fatto un’ottima impressione la presentazione del Teatro San Carlo. Cercano ragazzi che facciano stage da loro per fare un po’ di tutto. A me interessa l’ambito dello spettacolo in generale, quindi potrebbe essere un’esperienza fruttiva: appena esce il referente gli lascio un curriculum”.
Ma se nell’aula di Lettere c’è un grande fermento, di certo non si può dire lo stesso di quella dedicata agli studenti di Giurisprudenza. Sparuti gruppetti si preparano a lasciare anzitempo la sala: “È molto strano, non mi aspettavo una così bassa affluenza – commenta Vincenzo – eravamo davvero in pochi. Giurisprudenza non ha colto il potenziale di questa giornata: un peccato”. Certo è che ci saranno più opportunità per lui: “C’erano un’azienda ingegneristica, un’azienda sanitaria e una banca. Manderò il curriculum online a tutti e tre. Probabilmente non torneranno oggi pomeriggio per i colloqui”. Una sua amica, Carla, ha una teoria sulle poche presenze: “Sul sito fino all’ultimo abbiamo avuto difficoltà ad accedere alla notizia dell’evento. Non è stato ben pubblicizzato”. Qualche altra cosa in merito ce la dice Francesca, 22 anni, studentessa della Magistrale in Lettere: “Fino a ieri – cioè il 27 novembre – la piattaforma linkata nel flyer, su cui ci veniva chiesto di registrarci, non funzionava. Poi per fortuna la prenotazione non era obbligatoria, però se vuoi sapere la mia è stato tutto un po’ inutile, perché per molte aziende è venuto a mancare il momento principale: il confronto diretto pomeridiano. Molti dei rappresentanti delle aziende, infatti, sono andati via dopo le 13.00, e abbiamo potuto consegnare i curricula solo facendoli raccogliere ad una terza persona. Che differenza c’è dal mandare autonomamente un curriculum online?”. 
Nonostante qualche difficoltà organizzativa, l’evento può essere considerato un successo per l’Ateneo, una giornata che offrirà a tanti neolaureati e studenti l’occasione per imboccare in maniera un po’ meno brusca la strada verso il proprio futuro.
Valerio Casanova
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