Le priorità che il nuovo Direttore di Dipartimento dovrà affrontare secondo gli studenti

Pratica, esami e placement: gli elementi fondamentali che dovranno contraddistinguere il mandato del futuro Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza a detta degli studenti. A poca distanza dalle elezioni, i ragazzi ipotizzano un Direttore ‘ideale’ che sappia ascoltare e capire le vere esigenze dettate dalla platea studentesca. “Se potessi rivolgermi direttamente al futuro Direttore – dice Andrea Manna, studente al III anno – gli chiederei di modificare il Regolamento Didattico affinché venga ripristinato l’appello di esami del mese di marzo. Non si può capire il danno subito quando ci è stato negato. Sembra una banalità ma la sessione straordinaria era davvero tale per le opportunità che offriva”. “So che questa mia richiesta resterà inascoltata – afferma Alessandro Di Falco, studente al III anno – ma voglio rivolgermi al futuro direttore. Mi piacerebbe venissero incrementati gli appelli d’esame perché più chance di sostenere le prove equivalgono a maggiori possibilità di andare avanti. Non ho mai vissuto l’Università come un luogo sterile, ma debbo dire che, pur essendo uno studente diligente, quest’anno ho trovato parecchie difficoltà nell’organizzare gli esami. Toglieteci l’appello di maggio che non serve a nulla e ridateci marzo. Un Direttore che ascolta deve saper cambiare idea a seconda dei disagi manifestati dai ragazzi”. La questione appelli infiamma il cuore degli studenti. “La sfilza di cose da chiedere è infinita – sottolinea AnnaMaria Gargiulo, iscritta al IV anno – Accrescere il numero degli appelli per evitare i fuoricorso dovrebbe essere il primo step del mandato. Mi piacerebbe avere aule studio più grandi, senza essere costretta ad andare a studiare in altri Dipartimenti. Inoltre, manca un punto ristoro, di incontro fra ragazzi. Le strutture andrebbero maggiormente curate, soprattutto i bagni. Invito il Direttore che verrà a fare un sopralluogo dopo i corsi, impallidirebbe nel vedere lo stato delle cose”. Secondo Grazia Ariano, stesso anno di iscrizione: “Ciò che manca al Corso di Laurea è la possibilità di fare pratica in itinere. Chi guiderà il Dipartimento dovrà farsi carico di stipulare convenzioni, tirocini e quant’altro per garantire un diritto. Al di là degli esami che potrebbero essere distribuiti diversamente, credo che la grande pecca stia nell’assoluta mancanza di concretezza. Io, pur frequentando il quarto anno, non saprei scrivere un atto giuridico”. “La questione pratica è più importante di quanto si creda – afferma Piera De Leo, studentessa al III anno – Il futuro Direttore ne dovrà prendere atto: diventiamo giuristi che non sanno mettere nero su bianco quanto appreso”. Per Nestore Sabatino, secondo anno: “Il Direttore dovrebbe organizzare, una volta al mese, dei colloqui con i ragazzi per fare il punto della situazione. Dopotutto, siamo una parte fondamentale dell’università e dovremmo essere ascoltati. Mi piacerebbe, ad esempio, poter consultare una pagina web del Dipartimento dove reperire le offerte di lavoro da parte di studi di avvocati, tribunali, in modo da avere la possibilità di fare tirocini o semplici esperienze di pochi giorni”. Per Domenico Lastorina, quarto anno: “Non bastano i convegni con gli esperti, vogliamo toccare con mano le varie realtà lavorative. In Dipartimento manca uno sportello placement dove poter colloquiare con un esperto sulle possibilità post-laurea. Più degli esami, è questa la priorità da mettere in agenda. Girano diverse voci sul candidato alla guida del Dipartimento, chiunque sarà eletto spero mantenga la linea dell’apertura alla platea studentesca e al territorio”. Una proposta arriva da Nunzia Castiglia, quarto anno: “Poco tempo fa discutevo con alcuni colleghi di come il nostro percorso sia troppo generalista, senza delle specificità che ci facciano apparire appetibili nel mercato delle imprese. Portiamo solo un nome altisonante, ma la preparazione è troppo comune”. Per questo: “Spero che il nuovo Direttore attivi dei percorsi con esami e sbocchi specifici. Mi piacerebbe che fosse ampliata la sfera delle discipline a scelta, in modo da poter plasmare il percorso a seconda delle proprie esigenze. Insomma, la parola d’ordine dovrà essere: ascolto. Solo lavorando insieme si potranno raggiungere risultati ottimali per entrambe le parti in causa”. 
Susy Lubrano
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