Chiusura del Master CER, in Concorrenza Economia e valutazione della Regolamentazione, diretto dal prof. Alfredo Del Monte, alla Facoltà di Economia. A consegnare i diplomi agli studenti che hanno chiuso il V ciclo, lunedì 17 novembre, Alessandro Ortis, Presidente dell’AEEG, l’Autorità per l’Energia, l’Elettricità e il Gas. Ingegnere nucleare, laureato al Politecnico di Milano e specializzato alla Bocconi, ex studente della Nunziatella e perciò molto legato a Napoli, pur essendo di origini friulane, Ortis ha tracciato una breve storia delle organizzazioni europee per l’energia a partire dagli anni ’50 ad oggi. “La storia dell’Unione Europea è legata all’energia. La nostra Autorità è nata dopo le privatizzazioni del ’92, in anticipo rispetto agli altri stati membri, dove i regolatori nazionali si sono affermati solo nel 2003, per rispettare le linee guida della Comunità, dal momento che le direttive europee sono normative primarie più di quelle nazionali”. Armonizzare i regolatori fra loro ed istituire un’agenzia europea per l’energia sarà il passo successivo. “Noi impegniamo moltissime persone per seguire i pacchetti europei”, dice ancora Ortis che spiega come funziona l’intera filiera dell’energia – dall’approvvigionamento alla commercializzazione, passando per la distribuzione e le infrastrutture. “In mezzo a tutto questo ci sono i prezzi delle materie prime e la distribuzione di questo costo sulla bolletta. Solo il 15 per cento dell’energia di cui usufruiamo proviene da fonti nazionali”. Sulla bolletta dell’elettricità pesa per il 66% il costo della produzione, ma soprattutto la quota gas, ormai un elemento primario anche nei rapporti bilaterali. “Le centrali elettriche usano il gas e, almeno nel breve termine, continuerà ad essere una soluzione centrale”. Per questo il nostro Paese ha necessità di stringere forti rapporti bilaterali che siano il più vantaggiosi possibile per l’importazione tramite i gasdotti che attraversano il Mediterraneo. “Si tratta in sintesi di operare trasferimento tecnologico e fino ad ora abbiamo stretto accordi importanti con la Repubblica Ceca, l’Albania ma soprattutto con Turchia e Ucraina”. E l’effetto serra, il protocollo di Kyoto, che fine fanno? “I parametri previsti dal Protocollo hanno fatto sì che l’Europa, nel suo complesso, per rispettarli abbia delocalizzato le produzioni verso altri Paesi, generando un aumento globale delle emissioni di anidride carbonica. Per questo si pensa di introdurre nuovi meccanismi che non debbano aspettare le firme dei Paesi che aderiscono ad un certo programma. Ridurre le emissioni entro il 2020 è un traguardo possibile”. In prospettiva, in tempi che sono ancora lunghi bisognerà uniformare la produzione sul territorio nazionale e diversificare le fonti energetiche. Con una raccomandazione finale per chi andrà a legiferare: “di fare prima delle buone letture di matematica e trigonometria perché è importante conoscere un sistema che si va a regolamentare. È una materia legata ad una certa fisicità ed a leggi che è bene aver presente. È importante, per esempio, conoscere la differenza tra kw e kw/h”. (Si.Pa.)
Lezione di Ortis, Presidente dell’Autorità per l’Energia Elettric
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