Lezioni e ultimi esami, si ripopola il Policlinico

Inizio dei corsi e ultimi appelli d’esame. In attesa dell’ingresso delle matricole, il Policlinico si ripopola di studenti di Medicina alle prese con gli ultimi ripassi prima di un esame e con il ritorno in aula. Il 3 ottobre, gruppi di studenti del secondo anno affollano i gazebo all’esterno dell’edificio 20. Ad attenderli, lo scritto di Anatomia I, fissato nel primo pomeriggio. “Ho difficoltà con questo esame perché è molto mnemonico, quindi richiede tanto tempo per assimilare i concetti. Speriamo di riuscire a passarlo”, dice uno dei ragazzi che, in vista dell’inizio del nuovo anno accademico, proverà a far tesoro di quanto appreso nel recente passato: “ho capito quanto sia importante studiare già durante i corsi. L’anno scorso l’ho fatto poco e mi sono trovato male”. Sul calendario didattico: “l’orario delle lezioni è abbastanza favorevole. Siamo impegnati per cinque giorni a settimana, ma solo la mattina, quindi c’è tempo per studiare”. Non farsi influenzare è il diktat di un suo collega: “l’esperienza dello scorso anno mi suggerisce di ascoltare di meno le altre persone, perché spesso danno consigli sbagliati, dettati dai loro limiti. Ascoltarle mi ha portato a precludermi delle possibilità, rinunciando ad appelli di esami rivelatisi poi fattibili”. Non cambierà metodo di studio: “la mattina seguo e il pomeriggio studio a oltranza fino a che reggo. Ho fatto così anche al primo anno, ma comunque non sono riuscito a sostenere tutti gli esami”. Alle spalle gli restano: “Anatomia I, che è molto complesso, e Statistica, una materia che ho difficoltà a comprendere”. È alle prese con lo stesso scoglio Francesco: “di buono dal primo anno mi porto l’essere riuscito a passare gran parte degli esami. Forse mi sarei dovuto organizzare ancora meglio per poter superare pure Anatomia I. Speriamo vada bene oggi”. Positivo il bilancio tracciato da Antonio: “il primo anno è stato organizzato bene”. Obiettivo per il nuovo anno: “studiare in
concomitanza con i corsi. Non è semplice, ma devo provarci”. Sulle strutture: “non credo di potermi lamentare.
Ci sarebbe qualcosa da migliorare, ma credo che la nostra situazione sia nettamente superiore a quella di altre università”. Un possibile miglioramento è individuato da un suo compagno: “servirebbe qualche aula studio in più. Io spesso per trovare posto mi allontano all’Edificio 1, perché altrove è impresa ardua mettersi a studiare”. Per tutti
loro il rientro in aula è slittato di un giorno. Il 3 ottobre, data di inizio dei corsi, le aule sono rimaste vuote. Lo
spiega Chiara: “è stato dato un avviso, ma troppo tardi, quindi siamo arrivati in aula inutilmente”. Ancheù lei è alle prese con Anatomia. A tal proposito, fa mea culpa: “mi sono pentita di aver scelto di sostenere questa prova dopo l’estate, perché a fine anno si è troppo stanchi per affrontare un carico di lavoro simile”. A ripetere in sua compagnia, Piero: “è l’unico esame arretrato. A darmi difficoltà, oltre alla tanta memoria che lo studio richiede, è stata la visualizzazione delle immagini del corpo, non sempre chiare”. Per lui si tratta di un esordio: “è la prima
volta che lo provo, ma analizzando compiti vecchi mi sono reso conto che le domande sono spesso molto
specifiche. Non è così semplice superarlo”. Lo sa bene Giuseppe, studente del terzo anno: “è un esame lasciato arretrato dal primo anno. Ho sbagliato finora perché ho scelto sempre di studiare da solo”. Da lì, il cambiamento: “ho iniziato a studiare con degli amici e credo di essere migliorato tanto. Il confronto mi ha aiutato molto perché la condivisione permette di soffermarsi su più aspetti, visto che ognuno mette a disposizione degli altri quello che ha capito e imparato meglio”. Positivo il rientro in aula: “oggi ho seguito le prime lezioni. I docenti ci hanno presentato i corsi. Saremo impegnati tutti i giorni. Il carico di lavoro mi sembra fattibile, naturalmente gli esami arretrati complicano un po’ la mia situazione, ma spero di recuperare in fretta”. Mancava all’appello Laura: “non ho seguito la prima lezione perché ho sostenuto l’esame scritto di Genetica, che per fortuna mi è sembrato fattibile”. Si è
comunque informata sul lavoro che l’aspetta: “siamo occupati tutta la mattinata. Ci sono tre corsi al primo semestre. Al secondo aumentano le lezioni e sono fissati i tirocini, quindi temo che la situazione si complicherà”.
Qualche defezione non è mancata al quarto anno. Teresa: “gli appelli degli esami si accavallano all’inizio delle lezioni e io sono impegnata con Anatomia II”. Stefania, una sua collega: “anche io sto studiando per l’esame, quindi ritarderò l’inizio dei corsi”. Spaventa entrambe la novità di quest’anno: “si sono aggiunte le Clinical Rotation, che ci consentono di frequentare un reparto e di fare pratica per sei settimane consecutive, ma si accavalla tutto ancora di più”. Su questa linea, proseguono: “le Clinical Rotation finirebbero a ridosso di gennaio, ciò significa che subito dopo ci dovremo confrontare con gli esami. Non è semplice. Si è fatto il passo più lungo della gamba. Se i corsi normali non funzionano, come facciamo a fare pratica?”. Qualche piccolo intoppo al quinto anno. Rimandato
l’inizio dei lavori. Lo rivela Assunta: “avremmo dovuto cominciare oggi con il tirocinio, ma è slittato l’inizio per problemi di organizzazione dei gruppi, visto che alcuni erano troppo corposi e altri, invece, raccoglievano soltanto una decina di studenti. Dovranno riorganizzare i gruppi e farci sapere quando possiamo partire”. Discorso simile al sesto anno. Tre studenti, impegnati in aula studio, affermano: “ai corsi di oggi non si è presentato alcun professore”. Sul lavoro futuro, Manuele si fa da portavoce: “spaventa di più l’esame di Pediatria, ma arrivati al sesto anno le preoccupazioni si riducono”. In merito all’organizzazione del semestre: “saremo impegnati tutti i giorni, la mole di lavoro è dura perché concomitante con le ricerche per la tesi”. Impegni molteplici e concomitanti. Al Policlinico si riparte, in attesa delle matricole.
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