Tre giorni di mobilitazione, 24-25 e 26 ottobre, con lezioni in piazza e manifestazioni pacifiche, organizzate dagli studenti di Rete della conoscenza, per promuovere “il diritto allo studio e il libero accesso ai saperi”, con qualche riferimento anche alle ultime affermazioni del Ministro Fornero sulle schizzinose scelte dei giovani. Studenti de L’Orientale e della Federico II hanno partecipato a lezioni di Sociologia, Filosofia del diritto e Politica economica in Piazza del Gesù, sotto lo sguardo di passanti e curiosi. “Le tematiche che portiamo avanti sono molteplici – afferma Viviana Annunziata, rappresentante in Consiglio didattico del Polo a L’Orientale – dalla riappropriazione degli spazi al diritto allo studio, perché oggi i luoghi della formazione non sono più accessibili a tutti”. Le affermazioni degli studenti ne sono una prova. “Quest’anno c’è stato un incredibile aumento delle tasse, per cui, anche chi come me appartiene alla prima fascia di contribuzione, quella più bassa, paga una prima rata che sfiora i 400 euro a cui ne vanno aggiunti altri 140 euro della tassa regionale – spiega Sara Ferrigno, al secondo anno di Scienze Politiche de L’Orientale, originaria di Crispano – il tutto entro i primi di novembre, quando sono costretta a sborsare altri soldi per il pagamento dell’abbonamento ai trasporti pubblici, seppur anche questi, ultimamente, lascino molto a desiderare. A mio avviso, c’è una grave lesione del diritto allo studio”. Ma le problematiche non riguardano solo la sfera economica: si allargano, nella maggioranza dei casi, ad una grave disorganizzazione didattica. “Seguiamo le lezioni – continua Sara – in aule che non riescono a contenere tutti gli studenti, e spesso i corsi si accavallano. Per esempio, Scelte pubbliche e Politiche per lo sviluppo economico, entrambi di secondo anno, sono il martedì e il venerdì negli stessi orari, costringendo gli studenti a scartarne uno”. La difficoltà relativa alla gestione del numero di iscritti a L’Orientale è confermata anche dal prof. Gennaro Ascione, docente di Sociologia a contratto da due anni. “C’è un’incapacità di adeguarsi a determinati numeri – afferma Ascione che, in piazza, ha parlato agli studenti del rapporto tra il concetto di sviluppo e quello di crisi – e, solo a titolo d’esempio, ancora oggi, per alcuni corsi di Lettere, 250 alunni seguono in aule da 140 posti”. Tante le matricole che credono in questa iniziativa. “Il problema de L’Orientale è la disorganizzazione – dice Paolo, iscritto a Scienze Politiche – personalmente, dovrei seguire Arabo, ma le lezioni, così come sono programmate, si accavallano a turno con gli altri corsi”. Enrico, invece, alla Triennale in Relazioni internazionali, è ormai “abituato – dice – a seguire in aule affollate. Iniziative del genere servono anche a far comprendere ai cittadini le problematiche che vive l’Università”.