Lingua Giapponese: “siamo in pochi a resistere agli scritti”

Demotivati dai risultati degli esami alcuni studenti di Lingua Giapponese del triennio commentano gli insuccessi delle prove scritte. “Ho sostenuto l’esame di Lingua Giapponese I il 5 febbraio e di nuovo una bocciatura. Su 93 esaminati 65 insufficienze. È un esame che mi porto dietro da tanto tempo e sono al sesto tentativo, ma non sono l’unica”, dice una vecchia matricola di Lingue e Culture dell’Asia e dell’Africa. “A Lingua Giapponese III non ci è andata meglio in questa sessione. 34 rimandati su 61 nella prova del 6 febbraio. Il resto l’ha superato con voti bassi e all’orale non si possono fare miracoli, malgrado le conoscenze di letteratura siano eccellenti. Da non credere che 23 sia stato il voto più ambito di sempre”, afferma uno studente di Lingue, Lettere e Culture Comparate. Continua una sua collega, studentessa di Arabo: “comprendo bene la situazione degli studenti di Giapponese e mi immedesimo completamente, perché la cosa più drammatica è che dall’anno scorso per accedere ad alcuni Corsi di Laurea Magistrale la media negli esami di lingua deve essere almeno di 24/30. Quindi consiglio di dare il massimo nelle prime due annualità, che sono in genere quelle più semplici laddove in ogni lingua che non sia inglese si prevedono allo scritto frasi elementari e un livello grammaticale basilare, perché il grado di complessità dell’esame del terzo anno risulta moltiplicato”. Commenta una studentessa di Lingue e Culture Orientali e Africane: “a Lingua Giapponese non stiamo parlando di studenti che vanno a provare l’esame, ma di studenti preparati che tentano di continuo impegnandosi a fondo nello studio della sintassi e della memorizzazione di circa 200 kanji e 1000 nuovi vocaboli, che al primo anno non è cosa da poco. La verità è che non bisogna abbattersi: se si vuole davvero conoscere questa lingua e apprenderne almeno i rudimenti, bisogna accettare la convinzione che siamo in pochi a resistere agli scritti e questo può essere un buon punto di partenza per una full immersion ininterrotta nella grammatica giapponese”. 
 
Bocciature anche a Lingua Cinese
 
Altrettanto critici risultano gli esiti delle prove scritte di Lingua Cinese I: “un gruppo decimato con 20 bocciati su 34”, precisa uno studente di Lingue, Lettere e Culture Comparate. E aggiunge: “fiero del mio 20, posso dire con certezza che molti si giocano l’esame nella prima parte, andando in panico già durante il dettato della lettrice quando bisogna mettersi alla prova con i principali sistemi di trascrizione fonetica”. Se per alcuni studenti quello del dettato è uno scoglio problematico, d’altro canto altri ritengono che “l’esame non è impossibile se si conosce bene il modo in cui è strutturato: di solito, oltre ai due mini dettati, bisogna scrivere una presentazione personale di almeno 50 caratteri su cui ci si può tranquillamente esercitare prima dell’esame. Nella seconda parte, invece, si hanno due ore per una traduzione dal cinese di una decina di righi con alcuni quesiti riguardo al testo, frasi da tradurre dall’italiano al cinese e poi una serie di esercizi di vario genere, di cui alcuni a risposta multipla. Se ci dessero più simulazioni, secondo me le bocciature non sarebbero così drastiche”, sostiene la neolaureata Lucia Ceglia. Anche a Lingua Cinese II molti studenti non sono stati ammessi agli orali: “ho sostenuto la prova il giorno 4 febbraio e su 74 esaminati 40 studenti non hanno superato l’esame. Il secondo è l’anno decisivo, perché si comincia a testare la comprensione dei complementi verbali e del verbo in tutti gli aspetti e forme insieme a uno studio approfondito della frase complessa e un focus particolare sulle subordinate, perché ci si aspetta che gli studenti al secondo anno siano almeno in grado di articolare un discorso semplice mettendo insieme due frasi”, dice Chiara di Lingue e Culture Orientali e Africane. “Ovviamente se si fa una statistica dei sopravvissuti al terzo anno di Cinese e si guarda al primo anno, arrivano fino alla fine solo quelli con una forte determinazione, ma non ci si può focalizzare sui voti. Se studi seriamente, non dirò che l’esame è una passeggiata, ma nemmeno una tragedia greca”, rassicura una studentessa iscritta al primo anno del Corso di Laurea Magistrale in Letterature e Culture Comparate e consiglia: “questa lingua va presa sul serio fin dal primo giorno di corso, perché è impensabile studiare solo in vista dell’esame. Bisogna esercitarsi ogni giorno fino a quando non diventa quasi un rito, uno stile di vita e si fa tutto automaticamente. Se ti piace, non te ne accorgi nemmeno e paradossalmente la prova dell’ultimo anno può diventare quella più soft, nonostante la presenza della composizione”.
Sa.Sa.
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