Lingue, j’accuse degli studenti

Lamentano scarsa pulizia dei bagni e delle aule; sovrapposizione degli orari delle lezioni che rende impossibile, naturalmente quando c’è la didattica in  presenza, seguire tutti i corsi del loro anno; inefficienza della segreteria; assenteismo di alcuni docenti; scarsa attenzione alle loro richieste da parte di chi ha ruoli istituzionali in Ateneo. È nutrito il quaderno delle doglianze di un gruppo di studenti – “un contingente numeroso” si definiscono – del Corso di Laurea in Lingue, Culture e Letterature moderne europee che afferisce al Dipartimento di Studi Umanistici. Hanno indirizzato una lettera ad Ateneapoli per raccontare il loro disagio ed i loro problemi e sostengono di essersi rivolti al giornale “per ottenere quei risultati che non riusciamo a ricevere da quelle che sono le figure preposte a raccogliere le nostre richieste e lamentele”. Di più, scrivono di avere scelto l’anonimato per timore di rappresaglie da parte di docenti i quali “non si perderebbero d’animo nell’interrompere la carriera universitaria di ognuno di noi”. Ricordano nella lettera: “Durante le lezioni in presenza abbiamo dovuto seguire corsi in aule non predisposte ad accogliere un numero elevato di persone e questo ha costretto più della metà di noi a sederci a terra tra polvere e capelli depositatisi nel tempo”. I servizi igienici, aggiungono, “sono insufficienti per un numero tanto elevato di studenti. Questo determina code chilometriche e la perenne mancanza di pulizia”.
“Nessuno risponde al telefono”
Quanto alla segreteria, accusano ricorrendo ad una iperbole, “accedere in quegli uffici, già prima della diffusione della pandemia, equivaleva ad entrare in un girone dell’Inferno dantesco nel quale, anche se si chiedeva una semplice informazione, si finiva con l’essere sballottati da un impiegato all’altro e si usciva senza avere ricavato nulla”. La pandemia, sostengono gli studenti che hanno indirizzato la missiva ad Ateneapoli, ha acuito le difficoltà perché “gli uffici che hanno chiuso al pubblico si sono limitati a concedere quattro numeri di telefono per chi abbia necessità di informazioni. Abbiamo provato più volte e per settimane intere senza che nessuno dei quattro impiegati teoricamente deputati a soddisfare le richieste di informazioni abbia mai risposto al telefono. Eppure, abbiamo tentato centinaia di volte”. La lettera fa riferimento, poi, all’assenteismo di alcuni componenti del corpo docente. Cita in particolare una professoressa la quale, stando al racconto, non ha mai risposto ad una sola mail e sarebbe arrivata al punto “di comunicare ora e luogo dello svolgimento degli esami solo la sera precedente l’appello”. Non meno disastrosa, secondo gli studenti che hanno scritto ad Ateneapoli, sarebbe l’organizzazione delle lezioni del primo e del secondo semestre. “Si suppone forse”, ironizzano, “che siamo dotati del dono della ubiquità e che, quindi, possiamo frequentare due o tre corsi fissati nella stessa ora ed in sedi diverse. Questo ci costringe a rinunciare a lezioni fondamentali per seguirne altre che sono altrettanto importanti”.
Toni, come si vede, tutt’altro che concilianti ed accuse nette. Ad esse replica la prof.ssa Flavia Gherardi, che è la Coordinatrice del Corso di Laurea in Lingue, culture e letterature moderne europee. “Prima di addentrarmi nelle questioni di merito – premette – ritengo che sia doverosa ed utile una considerazione più generale di metodo. Indirizzare una lettera anonima ad Ateneapoli non è un buon sistema, soprattutto in considerazione della circostanza che gli studenti possono rivolgersi per sollevare problemi e questioni ai loro rappresentanti. Io stessa sono disponibile a ricevere ed ascoltare. Rispondo alle mail, non mi pare che abbia mai negato un incontro a qualcuno. Sostenere, poi, come fanno gli autori della missiva, che scelgono l’anonimato perché temono che i docenti potrebbero vendicarsi ed addirittura stroncare il loro percorso universitario è ai limiti del diffamatorio e dà la percezione di un clima all’interno del Corso di Laurea che francamente non c’è”. Quanto al merito, dice la professoressa, “non tutte le questioni sollevate nella lettera anonima sono di mia competenza. Non posso dare conto su quello che non gestisco. In passato, quando studenti sono venuti a sollecitarmi ho perorato istanze in Dipartimento e poi in Ateneo”.
Spazi insufficienti ma “non siamo fermi”
Relativamente alla questione della pulizia, ammette, “c’è stato lo scorso anno un problema perché la vecchia impresa di pulizia non gestiva bene le cose. Ci lamentavamo anche noi docenti. Per fortuna poi è cambiata e devo dire che tra settembre ed ottobre, quando siamo tornati a tenere le lezioni in aula, è stato ripulito tutto ed igienizzato. È chiaro che se seguono centinaia e centinaia di studenti servirebbe un ciclo continuo di pulizia. Si può sempre migliorare, ma rispetto allo scorso anno stiamo molto meglio. Magari chi scrive, anche per colpa della pandemia, è lontano da un po’ di tempo dai luoghi del Dipartimento”. Non è infondata, prosegue la docente, la questione degli spazi inadeguati posta dagli studenti. “Se abbiamo 600 iscritti all’anno – ragiona – ed aule con una capienza massima per 150 dobbiamo organizzare gruppi e sottogruppi e questo richiede un numero di aule più elevato. La disponibilità di aule inadeguata è un problema di tutto l’Ateneo in centro storico. Si sta cercando di recuperare ed ammodernare il polo di Mezzocannone. È una scommessa del nuovo Rettore. Ogni anno noi chiediamo aule aggiuntive tramite il Dipartimento alla Scuola delle Scienze umane e sociali. Inviterei lo studentato ad avere pazienza perché non siamo fermi, come Dipartimento, su questo tema e confido che l’Ateneo ci aiuti a trovare le risposte necessarie. Il prof. Lorito aveva come punto forte del suo programma anche l’intenzione di concentrarsi sul problema degli spazi inteso come cura, ristrutturazione, ammodernamento”. Sulla problematica dell’assenteismo dei docenti sollevata dalla lettera, ecco la risposta: “La professoressa alla quale si fa riferimento non copre più quell’insegnamento. Ovviamente bisognerà fare le opportune verifiche. Nessuno me lo è venuto a segnalare, in ogni caso, e non è normale. Questi ragazzi saltano a più pari le rappresentanze studentesche. Potevano venire da me o dal collega che coordina la Magistrale in Lingue”.
Lezioni sovrapposte, “può capitare”
Capitolo sovrapposizione dei corsi. Dice la prof.ssa Gherardi: “Nelle prime settimane di ottobre avevamo avuto indicazioni di didattica in presenza solo per le matricole ed il calendario era stato riorganizzato badando ad evitare sovrapposizioni. Per il secondo semestre ora la Commissione spazi ed orari ha predisposto il calendario e non ci sono sovrapposizioni. In passato qualche volta può essere capitato. Nel nostro Corso di Studi non avviene come altrove per cui tutti seguono gli stessi corsi. Da noi, poiché gli studenti scelgono tra diverse lingue e letterature, ovviamente non tutti seguono gli stessi insegnamenti. Sappiamo che la maggior parte sceglie inglese e spagnolo e badiamo ad evitare sovrapposizione tra queste due discipline, ma succederà che qualche lezione di tedesco potrebbe coincidere con spagnolo perché è un abbinamento molto più raro tra gli studenti. Dobbiamo, d’altronde, conciliare le lezioni con le esercitazioni dei lettori madrelingua che sono tecnici-amministrativi messi a disposizione dal Centro Linguistico di Ateneo ed osservano l’orario di 36 ore settimanali del personale tecnico-amministrativo. Abbiamo, inoltre, molti docenti a contratto che a volte insegnano anche alla scuola superiore secondaria e la mattina non possono tenere i corsi per noi. Dobbiamo poi assecondare anche le richieste dei docenti a contratto. La Commissione orari lavora per settimane – posso garantirlo – per assicurare un calendario che non leda la possibilità degli studenti di frequentare tutti i corsi”.
Un passaggio della lettera studentesca era poi riservato alla segreteria ed alle sue presunte inefficienze. Su questo specifico argomento Ateneapoli ha interpellato Pellegrino Palumbo, il capo della Segreteria studenti. Il funzionario ha, però, declinato l’invito a commentare ed a rispondere alle osservazioni mosse dagli studenti al suo ufficio: “Non siamo autorizzati a rilasciare dichiarazioni alle testate giornalistiche”. La prof.ssa Gherardi, pur precisando che la questione non è naturalmente di sua competenza e che, dunque, le notizie in suo possesso potrebbero anche non essere precisissime, non si sottrae: “Mi risulta che da qualche tempo gli uffici della segreteria abbiano riaperto al pubblico. Può darsi che chi ha scritto la lettera non ne sia informato, vado per supposizioni. La mancata risposta alle telefonate, se relativa a questo periodo, potrebbe anche dipendere dalla circostanza che il personale è impegnato agli sportelli. In generale. va anche ricordato che gli uffici delle segreterie studentesche soffrono spesso di carenza di organico. Naturalmente sono considerazioni, queste ultime, che faccio sulla base di un ragionamento generale”.

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