Vestito da abete, consegna una pigna “in pegno” alla fine di ogni servizio: Luca Abete, celebre inviato in Campania del TG satirico di Canale 5 Striscia la Notizia, parla di sé nella Sala Villani del Suor Orsola Benincasa. Durante l’incontro, tenutosi il 18 novembre, si è confrontato in presenza degli studenti di Scienze della Comunicazione (pochi, a dire il vero), con il coordinatore didattico della Scuola di Giornalismo Alfredo D’Agnese. L’inviato viene intervistato sulla carriera e i progetti per il futuro. Le domande sono intervallate da clips che mostrano il suo percorso artistico-formativo. “Muovendo piccoli passi sei diventato uno dei più amati inviati di Striscia. Come hai iniziato?”. Abete racconta la sua storia: “ho cominciato come clown e animatore, parallelamente agli studi di Architettura, per guadagnare qualche soldino, ma subito ci ho preso gusto. Il clown mi dava la possibilità di regalare un sorriso ai bambini e di divertirmi mentre lo facevo. Ho sperimentato la potenza della maschera, dietro la quale ero libero di provocare le persone, senza che queste si offendessero, anzi, rispondevano con una risata. Da questa esperienza è nato il programma per bambini Marameo Show, in onda tutti i giorni su un’emittente avellinese”. “Come hai fatto ad approdare ad un programma d’impegno sociale?”. “Ho rotto le scatole agli adulti. Improvvisavo delle gags in strada. Chiedevo al mio operatore di seguirmi e ci fermavamo ogni volta c’era qualcosa che mi ispirasse. Questo mi ha portato a sperimentare continuamente, fino ad arrivare alla trasmissione on the road “Xanax”, premiata come miglior format nel 2007, dove io, il ficcanaso, denunciavo problemi in base alle segnalazioni della gente. In questo programma ho girato il servizio che ho utilizzato per il provino come nuovo inviato in Campania a Striscia”, rivela Abete. “Fatto il provino, non ero mica già un inviato! Dal 2005 ho trascorso due anni da incubo. Chiesero agli otto in gara di produrre dei servizi e consegnarli alla redazione di Striscia. Il compenso era di 200 euro. Non bastavano neanche per comprare una telecamera. Gli altri partecipanti si diedero per vinti, io, al contrario, mollai tutto il resto per dedicarmi totalmente a quest’avventura, che avvertivo come la mia strada. Ho comprato una telecamerina, ho creato un video blog, che nel 2007 è stato premiato ai Blog Awards di Roma come miglior blog d’informazione, ho impostato un canale su you tube e montavo i filmati con windows moovie maker, pessimo programma di montaggio. Questo insegna che non bisogna mai darsi per vinti se si crede in ciò che si fa”. Le inchieste pubbliche. “Credi che le istituzioni siano lontane o poco sensibili ai problemi delle persone?”. “Il problema c’è. Chi denuncia sa che, bene o male, si sta mettendo in un guaio. La maggior parte non si fida. In particolare, in Campania, quando ho iniziato a fare servizi, non c’erano molte segnalazioni, ora ne abbiamo una ventina al giorno e le persone sono felici anche solo di essere ascoltate. Il miracolo di Striscia sta nel riuscire a catturare la fiducia dei cittadini”. D’Agnese, poi, affronta il tema della crisi del giornalismo, spiazzato dalle nuove tecnologie che consentono a tutti di improvvisarsi reporter. “Qual è il tuo rapporto con il giornalismo?”. “Credo che sia in crisi solo quel tipo di giornalismo che non si adegua. Le nuove tecnologie sono una risorsa importante, perché permettono che le notizie arrivino anche dal basso, la gente finalmente può registrare e denunciare con un semplice iPhone”. Analizza poi le differenze tra il suo modo di condurre inchieste e il giornalismo vero e proprio. “Non sono affatto un giornalista. Il mio modo di condurre inchieste è semplice e diretto. Vado in un posto segnalato, dò il microfono a chi accusa e racconto con immagini l’accaduto. Ciò permette dei risultati immediati. Guardare con occhio disincantato e critico è importante per arrivare al nocciolo del problema, così ho realizzato 250 servizi”. I progetti futuri: “Sono contento di far parte da tre anni dell’Armata Brancaleone degli inviati di Striscia, parallelamente coltivo le mie passioni, la radio e l’autoscatto. Voglio, inoltre, continuare a dare notizie così come lo faccio a Striscia, raccontando ciò che succede dal basso. Aprire una porta per scoprire dietro cosa si nasconde è una grande opportunità di crescita, che intendo godermi. Invito chiunque la pensi come me a contattarmi sul mio sito”.
Allegra Taglialatela
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