“La maggiore difficoltà per gli studenti che si occupano di moda e design sta nel comprendere come funziona effettivamente un’azienda, soprattutto sotto il profilo della produzione. Il nostro obiettivo era quello di cercare dei talenti da inserire, eventualmente, all’interno della nostra maison. Devo dire che le studentesse hanno dato il massimo, eseguendo quanto loro richiesto con grande impegno e precisione, occupandosi anche di tutte quelle attività che fanno parte dell’evento moda, come la realizzazione di video clip, della sfilata, delle fotografie”, spiega Mario Valentino, l’erede della storica casa di moda napoletana nata nel 1952 nel cuore del Rione Sanità, il quale, insieme alla sorella Bianca, ha seguito personalmente la realizzazione del progetto “MVLab”, un percorso di collaborazione con la Seconda Università sfociato nella collezione Bianca, esposta nella boutique di via Calabritto, il 13 maggio, nel corso della manifestazione Wine and the City. Cinque abiti in pelle con tagli sartoriali, altrettanti modelli di calzature e due borse: la mini collezione realizzata dagli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Design per l’Innovazione, curriculum Fashion ecodesign, che afferisce al Dipartimento Dicdea (Ingegneria Civile, Design, Edilizia e Ambiente). Un consiglio a quanti desiderano intraprendere un percorso lavorativo nel mondo della moda: “specializzarsi ai massimi livelli per quanto riguarda un ruolo preciso che riguarda il nostro comparto. Oggi, tutto quello che serve è arrivare alla maggiore bravura possibile nel ricoprire una specifica mansione”. C’è ottimismo nella parole del giovane stilista: “a Napoli, nel settore moda, c’è la concreta possibilità di poter lavorare. Occorre fare esperienza all’estero, per quanto riguarda la propria formazione, e tornare qui a Napoli a costruire la propria professione. Nella nostra città c’è futuro se ci si impegna per cercare di costruire qualcosa sulle basi delle nostre radici”.
Sfata poi il mito secondo il quale per lavorare nel mondo della moda bisogna trasferirsi fuori, soprattutto a Milano: “la nostra vera risorsa sta anche e soprattutto nelle tantissime manifatture artigianali. Sotto il profilo della moda, è vero che il centro è Milano ma la città rappresenta solo una vetrina nella quale si espone tutto ciò che viene prodotto, artigianalmente, nelle altre regioni d’Italia, soprattutto la Campania. Vorrei ricordare che molti dei più grandi marchi d’alta moda hanno le loro manifatture qui da noi, per cui posso dire che sicuramente qui il lavoro c’è ma che bisogna specializzarsi al massimo”.
Entusiasmo alle stelle per i protagonisti di questa esperienza: gli studenti, i quali hanno seguito lezioni teoriche sul marchio nel corso di Storia e tendenze della moda contemporanea, curato dalla prof.ssa Ornella Cirillo; creato uno scenario innovativo con la regia della prof.ssa Patrizia Ranzo, docente di Scenari avanzati della moda; lavorato alla “Capsule” nel corso di “Fashion Ecodesign 1” con il prof. Roberto Liberti. Il team universitario si è avvalso del contributo scientifico del Laboratorio FA.RE. con i ricercatori Maria Antonietta Sbordone e i dottori di ricerca Giulia Scalera e Mara Rossi.
“Con Mario Valentino è stata un’esperienza a 360 gradi che ha occupato gran parte dell’anno accademico 2013/14. Siamo scese per la prima volta, nel corso della nostra carriera universitaria, in campo, al fianco, peraltro, di una storica azienda napoletana, che ha fatto la moda italiana. Grazie alla sinergia tra il Mario Valentino Lab e Fa.Re. abbiamo potuto vedere realizzata la nostra idea progettuale, partendo appunto dallo studio della storia aziendale, fino ad arrivare alla realizzazione dei capi, delle calzature e degli accessori dell’intera collezione BIANCA”, racconta la studentessa Martina Battisegola, che ha condiviso quest’esperienza con le sue colleghe Agyeman, Chianese, I. Del Prete, L. Del Prete, Di Bona, Di Grazia, Granato, Grimaldi, Guardascione, Guindani, Iavarone, Iazzetta, La Rocca, Palumbo, Polverino, Ruberti. Entrando nello specifico della mansione da lei ricoperta, Martina spiega: “io ho cercato di seguire il lavoro in ogni sua fase, rispettando specifiche direttive date dall’università e assecondando anche le mie passioni. Ho disegnato l’illustrazione per la T-shirt realizzata per la VFNO ‘14 tenutasi a Milano lo scorso settembre, ho curato insieme ad altre colleghe la parte comunicazione e visual per l’evento nello showroom milanese, mi sono occupata di fare alcuni scatti per documentare il nostro lavoro e, in generale, ho cercato di essere presente nelle diverse fasi per vedere realizzato pian piano un progetto così importante”. I suoi progetti futuri: “credo ci siano in Campania tante potenzialità e tante persone esperte che necessiterebbero solo del giusto canale per far conoscere ai più quello che è un settore ancora in parte poco noto. Non so cosa mi attenderà, ma spero un domani di poter esercitare la mia professione nella mia terra e di poter trasferire conoscenza, cultura per far comprendere che grandi potenzialità noi abbiamo. Forse all’inizio avrò necessità di affacciarmi a scenari più ‘internazionali’. Sono, però, fiduciosa. Spero che Napoli possa diventare sempre più una grande vetrina del design e del Made in Italy”.
Arianna Piccolo
Sfata poi il mito secondo il quale per lavorare nel mondo della moda bisogna trasferirsi fuori, soprattutto a Milano: “la nostra vera risorsa sta anche e soprattutto nelle tantissime manifatture artigianali. Sotto il profilo della moda, è vero che il centro è Milano ma la città rappresenta solo una vetrina nella quale si espone tutto ciò che viene prodotto, artigianalmente, nelle altre regioni d’Italia, soprattutto la Campania. Vorrei ricordare che molti dei più grandi marchi d’alta moda hanno le loro manifatture qui da noi, per cui posso dire che sicuramente qui il lavoro c’è ma che bisogna specializzarsi al massimo”.
Entusiasmo alle stelle per i protagonisti di questa esperienza: gli studenti, i quali hanno seguito lezioni teoriche sul marchio nel corso di Storia e tendenze della moda contemporanea, curato dalla prof.ssa Ornella Cirillo; creato uno scenario innovativo con la regia della prof.ssa Patrizia Ranzo, docente di Scenari avanzati della moda; lavorato alla “Capsule” nel corso di “Fashion Ecodesign 1” con il prof. Roberto Liberti. Il team universitario si è avvalso del contributo scientifico del Laboratorio FA.RE. con i ricercatori Maria Antonietta Sbordone e i dottori di ricerca Giulia Scalera e Mara Rossi.
“Con Mario Valentino è stata un’esperienza a 360 gradi che ha occupato gran parte dell’anno accademico 2013/14. Siamo scese per la prima volta, nel corso della nostra carriera universitaria, in campo, al fianco, peraltro, di una storica azienda napoletana, che ha fatto la moda italiana. Grazie alla sinergia tra il Mario Valentino Lab e Fa.Re. abbiamo potuto vedere realizzata la nostra idea progettuale, partendo appunto dallo studio della storia aziendale, fino ad arrivare alla realizzazione dei capi, delle calzature e degli accessori dell’intera collezione BIANCA”, racconta la studentessa Martina Battisegola, che ha condiviso quest’esperienza con le sue colleghe Agyeman, Chianese, I. Del Prete, L. Del Prete, Di Bona, Di Grazia, Granato, Grimaldi, Guardascione, Guindani, Iavarone, Iazzetta, La Rocca, Palumbo, Polverino, Ruberti. Entrando nello specifico della mansione da lei ricoperta, Martina spiega: “io ho cercato di seguire il lavoro in ogni sua fase, rispettando specifiche direttive date dall’università e assecondando anche le mie passioni. Ho disegnato l’illustrazione per la T-shirt realizzata per la VFNO ‘14 tenutasi a Milano lo scorso settembre, ho curato insieme ad altre colleghe la parte comunicazione e visual per l’evento nello showroom milanese, mi sono occupata di fare alcuni scatti per documentare il nostro lavoro e, in generale, ho cercato di essere presente nelle diverse fasi per vedere realizzato pian piano un progetto così importante”. I suoi progetti futuri: “credo ci siano in Campania tante potenzialità e tante persone esperte che necessiterebbero solo del giusto canale per far conoscere ai più quello che è un settore ancora in parte poco noto. Non so cosa mi attenderà, ma spero un domani di poter esercitare la mia professione nella mia terra e di poter trasferire conoscenza, cultura per far comprendere che grandi potenzialità noi abbiamo. Forse all’inizio avrò necessità di affacciarmi a scenari più ‘internazionali’. Sono, però, fiduciosa. Spero che Napoli possa diventare sempre più una grande vetrina del design e del Made in Italy”.
Arianna Piccolo