Visita alla Camera dei Deputati per gli studenti del corso di Diritto Costituzionale. I venticinque ragazzi, al secondo anno di Giurisprudenza, hanno trascorso una giornata in Parlamento il 13 maggio, scoprendo le meraviglie della struttura e toccando con mano l’approvazione di una legge. La visita, che ha riscosso molto successo tra i partecipanti, è stata fortemente voluta dalla prof.ssa Paola Mazzina, titolare della cattedra: “è un’iniziativa che ho ereditato dal prof. Paolo Tesauro, ai tempi in cui collaboravo con lui alla Federico II. Passando alla Parthenope, agli inizi del 2000, ho continuato a proporre questa modalità didattica agli studenti. Sono sempre stata convinta che esperienze dirette, come la visita alle Assemblee rappresentative o alla Corte Costituzionale, siano un’occasione per calarsi nella realtà, uscire dalle aule universitarie e confrontarsi con il ‘diritto vivente’, con il quale gli studenti dovranno misurarsi una volta laureati”. L’interazione è per la docente il modo preferito di rapportarsi con loro: “cerco di renderli quanto più possibile protagonisti delle lezioni, di stimolare in loro la curiosità. Ai miei studenti ribadisco sempre l’importanza di non imparare nozioni a memoria, ma di ragionare. A detta di alcuni, il mio esame si presenta talvolta difficile perché, riferisco le loro parole, ‘la prof.ssa Mazzina fa domande in cui si deve ragionare’. A me non interessa che uno studente venga a ripetermi la pappardella a memoria, ma che sappia orientarsi, dimostri di aver capito le regole di base ed il contesto in cui vive, o manifesti una qualche curiosità verso quello che gli succede attorno”. Fa un esempio: “durante una seduta d‘esame di alcuni anni fa, ad uno studente posi una domanda riguardante il procedimento legislativo. All’improvviso cominciò a parlare del Re. Io, credendo che si fosse trattato di un lapsus legato all’emozione, interrompendolo, chiesi: ‘le risulta che in Italia ci sia un Re?’. E lui con determinazione mi rispose di sì. Colto il mio profondo stupore aggiunse: mi sono sbilanciato un poco… forse. Lo invitai a ritornare e lui con fare indignato si allontanò. Riporto l’episodio per dimostrare che se uno studente si presenta all’esame con la convinzione che in Italia esiste una Monarchia, non solo dimostra che di quell’esame non ha capito assolutamente niente, ma ignora completamente la realtà istituzionale che lo circonda”. Per lo studio del Diritto costituzionale: “ritengo sia fondamentale l’informazione quotidiana, da elaborare con l’approccio critico che solo la conoscenza derivante dall’approfondimento può offrire. A loro ripeto sempre che la conoscenza è il presupposto della libertà. Indipendentemente da cosa faranno nella vita, il mio auspicio è che, una volta usciti dalle aule universitarie, si sentano cittadini più maturi e consapevoli rispetto a quando sono entrati”. In virtù di questa interazione continua, l’esame finale: “è una tappa di un percorso lungo quanto la durata del corso. Mi spiego meglio. Molto spesso gli studenti credono che la presenza a lezione, il famoso ‘farsi vedere’, possa rappresentare, ai fini dell’esame, un elemento meritevole di considerazione. In realtà, non mi interessa inseguire i numeri a lezione, ma l’attiva partecipazione, favorire quel crescendo di attenzione ed interesse che talvolta solo la quotidiana interazione può promuovere. Anche per questo motivo lavoro molto sulla dimensione del gruppo, sull’idea che all’Università non sei una matricola, ma parte di una comunità che attraverso i corsi cresce, prima ancora che sul piano giuridico, su quello personale, sociale e civile. Per far questo è necessario avere studenti che sappiano cogliere il senso del messaggio che intendi trasmettere. Quest’anno posso affermare che la squadra di ragazzi rappresentata nella foto è la parte migliore di questa esperienza”.
Allegra Taglialatela
Allegra Taglialatela