Un’esperienza soddisfacente per gli studenti

Controlli al metal detector e obbligo di cravatta per gli uomini, discussioni interessanti con il Vice Presidente della Camera e un suo saluto agli studenti durante la seduta parlamentare, questo ed altro il 13 maggio, durante la visita alla Camera dei Deputati. Gli studenti che vi hanno partecipato raccontano l’esperienza da punti di vista differenti, ma molto significativi. “Per me è stata formativa. È la prima volta in cinque anni, poiché sono un fuori corso, che un docente ci permette un contatto diretto con la materia d’esame. La prof.ssa Mazzina ci ha tenuto moltissimo a farci partire. L’unico problema a riguardo può essere stato il mancato finanziamento dell’uscita da parte dell’Università”, spiega Rosario Giuseppe Russo. “La Commessa Parlamentare ci ha illustrato la storia del Palazzo Montecitorio, mostrandoci le sale dove si trattengono i Parlamentari per le decisioni, come la Sala Verde o quella della Regina, dove la moglie di Vittorio Emanuele attendeva gli ospiti e assisteva alle sedute”. Inaspettato l’incontro con il Vice Presidente della Camera Luigi Di Maio, “il quale ci ha spiegato che proprio il 13 maggio si discuteva la proposta, da parte di un Parlamentare, di secessione della Sardegna. Per renderla accettabile, Di Maio ha consigliato di modificare la parola ‘secessione’, ritenuta inaccettabile dalla Costituzione, con la dicitura ‘maggiore autonomia’, senza far riferimento alla Scozia, che prima era stata citata”. Molto colpito anche dalla posta d’altri tempi, detta pneumatica: “che funzionava ad aria compressa. Tramite lunghi tubi che collegavano le stanze del Parlamento, si sparavano dei bussolotti contenenti messaggi. In più abbiamo visitato la Biblioteca della Camera, dove c’erano le Raccolte di tutte le Gazzette Ufficiali e l’originale della Costituzione Italiana. Nei computer di questa biblioteca c’è un server che ti permette di inserire un argomento, tipo Storia Costituzionale, e ricevere indicazioni su tutta la bibliografia inerente. Utilissimo per le ricerche di tesi. Credo proprio che la chiederò alla prof.ssa Mazzina, anche se un po’ in ritardo, infatti ho 27 anni. Papà è venuto a mancare e sto cercando di recuperare”.
Ugualmente entusiasta, tra i promotori della visita, Ernesto Passante: “perché penso che studiare il Diritto Costituzionale senza toccare con mano non ha senso. La professoressa è una delle poche che lo intende in questo modo, gli altri docenti molto spesso hanno bisogno della spinta delle Associazioni Studentesche per rendersi conto dell’importanza e dell’arricchimento culturale relativo a queste esperienze. È stato utile partecipare alla visita, come lo è stato recarsi nei Tribunali al corso di Diritto Civile”. Ha ritenuto interessante, in primo luogo, la discussione di una legge tecnica sul Diritto Internazionale: “che è avvenuta in aula proprio il giorno in cui eravamo presenti. Si discuteva il peso del Parlamento nelle decisioni riguardanti le missioni umanitarie. Ora ha poco potere decisionale, si mirava dunque ad un ruolo maggiore nelle questioni. Per un appassionato di politica come me, vedere il centro del potere è stato affascinante. Le nostre istituzioni sono una cosa grandiosa. Checchè se ne dica, al di là delle diatribe, la Camera dei Deputati è l’espressione più alta della democrazia di uno Stato”.
Più critica Giovanna Guarino: “mi aspettavo una presenza maggiore dei Parlamentari in aula. La visita è stata uno specchio della realtà politica italiana. Si votava una mozione di sfiducia il giorno in cui eravamo lì, ma era presente la metà dei deputati a giudicare un provvedimento di secessione incostituzionale, votando no. Ci è stato spiegato che da regolamento il sabato e la domenica i deputati non lavorano, il lunedì e il venerdì dovrebbero presenziare sul territorio, restano solo: il martedì, il mercoledì e il giovedì di lavoro in Camera. Considerato che la nostra visita si è svolta di mercoledì e ne era presente la metà, non è un buon segno”. Ovviamente, bisogna considerare anche l’aspetto positivo, come l’avvicinamento del Vice Presidente della Camera ai ragazzi: “perché giovane e napoletano come noi, immagino. Troppo spesso, però, queste persone si dimenticano che rappresentano i cittadini italiani che lavorano duro. Io sono figlia di un operaio, so cosa vuol dire spaccarsi la schiena. Potevano presentarsi e votare tutti no, se non erano d’accordo con la proposta di secessione, a mio avviso. La visita mi è servita perché saprò a chi dare il mio voto alle prossime elezioni”. Felice in ogni caso dell’esperienza pratica: “per me non è stata la prima, l’anno scorso siamo andati al Tribunale ad assistere ad un processo con la prof.ssa Carla Pansini per il corso di Procedura Penale, e il prof. Ugo Grassi ci ha portati da un notaio per simulare un contratto di compravendita. In quell’occasione abbiamo capito che il lavoro di notaio non si limita ad apporre firme e non si tramanda di padre in figlio, come molti pensano. Se facessimo pratica per ogni materia, capiremmo molte cose”. Sulla stessa linea Umberto De Rosa: “ho capito cos’è oggi l’Italia. Mi ha colpito il fatto che i Parlamentari si sono presentati in aula gli ultimi tre minuti utili per votare. Mi sembravano molto disinteressati a ciò che succedeva loro intorno, o almeno era questa l’impressione che hanno dato. In verità, noto lo stesso disinteresse in alcuni colleghi, che hanno come unico obiettivo portare a casa l’esame, sono poco motivati e poco curiosi”.
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