Matematica e Microeconomia danno problemi

Periodo di esami alla Facoltà di Economia. Gli studenti, alle prese con esercitazioni e ripetizioni in gruppo, popolano la sede di via Acton, ma pare che a suscitare ansia siano quasi sempre le solite materie. “Sono preoccupata per l’esito della prova di Matematica – afferma Alessia, studentessa di Pozzuoli, al primo anno di Management delle imprese internazionali – Ho seguito il corso e ho studiato con impegno, ma ci sono alcune parti del programma che non mi sono ancora chiare, per esempio i limiti”. A dare problemi non è tanto la prova scritta – che i ragazzi hanno sostenuto nella nuova sede di palazzo Pacanowsky – quanto quella orale. “E’ complicato fare le dimostrazioni, – dice Arianna, altra matricola – e i docenti sono abbastanza esigenti, in particolare il prof. Pasquale De Angelis”. Una conferma viene dall’esperienza di una studentessa che preferisce rimanere anonima. “Ho sostenuto il colloquio orale con il prof. De Angelis: è stato un disastro. Mi sono praticamente bloccata e ho fatto scena muta, perché il docente mette ansia, timore. – spiega la studentessa di Economia – Mi ha chiesto più volte l’ordine di un infinito, ricordandomi che avevo svolto in maniera precisa l’esercizio scritto, ma niente. Non ho aperto bocca e, di certo, il professore non ha facilitato le cose”. Le ragazze, che al primo semestre hanno seguito tutti i corsi, non pensano di fare altrettanto con le lezioni del secondo semestre. “Escludiamo i corsi di Lingue perché, a parte quello di Spagnolo, si tengono a Villa Doria D’Angri, che è decisamente troppo lontano, e poi coincidono sempre con Microeconomia ed Economia aziendale – dicono – Probabilmente rinunceremo anche a seguire Microeconomia, visto che si tiene il sabato alle 8 del mattino. Arrivare a quell’ora in Facoltà vuol dire alzarsi alle 6, e poi è un esame da poter preparare anche da soli”. C’è, però, chi ha già provato a sostenerlo e non è d’accordo. “Sono bloccato su Microeconomia – dice Mario, al secondo anno di Economia aziendale –  Non l’ho superato per ben due volte e, come me, nella seduta del 12 aprile scorso, il prof. Carlo Altavilla ha bocciato molti altri studenti”. Secondo Mario, “c’è una disparità di trattamento tra le matricole dispari e quelle pari. Le prime hanno un compito con sei esercizi, le seconde hanno fino a undici esercizi. Le domande sono molto specifiche e non si ha il tempo necessario per riflettere”. Anche Paolo è testimone di un’analoga situazione. “E’ un esame che rallenta molto il percorso di studi e, generalmente, abbassa la media – dice – Dopo un picco di promossi nella sessione di gennaio-febbraio, siamo ritornati alle solite numerose bocciature, e a voti bassi. I pochi promossi non superano il 21”. 
Percorsi più 
semplici? Mito 
da sfatare
C’è, intanto, chi sceglie i Corsi di Laurea del Parthenope pensando di avere vita semplice, ma, appena dopo l’inizio del primo semestre, deve ricredersi. E’ il caso di Ciro, studente di S. Giorgio a Cremano, iscritto al primo anno di Economia e commercio. “Vorrei esercitare la professione di commercialista, quindi la laurea in Economia è, per me, un percorso obbligato. Sinceramente, – ammette – ho scelto l’Università Parthenope perché credevo che, rispetto alla Federico II, fosse più semplice e, invece, ho dovuto ricredermi. I docenti non solo sono preparati ma anche molto esigenti”. In tanti, vogliono sfatare il mito di percorsi di studio più abbordabili. “Qui si studia come in ogni altro Ateneo – chiariscono Giuseppe e Flavia, laureandi in Giurisprudenza, entrambi di Acerra – E’ ovvio che ci sono insegnamenti più complessi e altri meno, ma non esiste alcuna facilitazione. Noi, ad un passo dalla laurea, per esempio, abbiamo difficoltà a superare l’esame di Diritto penale, con la prof.ssa Rosa Maria Geraci”. “La docente è molto preparata, – aggiunge Giuseppe – è la relatrice del mio lavoro di tesi sulla revisione delle prove giudiziarie, e allo stesso tempo esigente”. “Coloro che pensano di iscriversi al Parthenope per laurearsi più in fretta sbagliano di grosso – interviene Francesco, studente fuori-corso, di Caivano – Personalmente ho scelto questo Ateneo perché, per una questione di numeri, il rapporto docenti-studenti è favorevole, ma è bene chiarire che non c’è alcuna agevolazione, anzi, negli anni, abbiamo dovuto combattere e, poi, adattarci a tutta una serie di riforme che hanno cambiato il sistema universitario”. C’è, al contrario, chi sceglie il Parthenope per la specificità dei Corsi di Laurea. “Management delle imprese internazionali c’è solo qui – dice Margherita, che, ogni giorno, fa la spola tra Napoli e Baiano per non perdere le lezioni (“più di un’ora e mezza, trasporti permettendo) – è un percorso di studi con un’apertura sul mondo, si studiano due lingue (Inglese più un’altra a scelta) e questo non può che essere positivo”. “Ho scelto il Parthenope perché me l’hanno consigliato alcuni amici – interviene Antonio, originario di Sarno, che sogna di lavorare in una multinazionale – e devo dire che mi sono trovato abbastanza bene. Lo suggerirei di conseguenza”. 
Le matricole 
tirano le
 prime somme
Dopo un primo semestre di orientamento, gli iscritti al primo anno tirano un po’ le somme e fanno il punto della situazione sui risultati raggiunti. “Come inizio, non è stato tanto tragico, anche se faticoso – dice Martina, originaria di Casavatore, iscritta a Management delle imprese internazionali – Ho sostenuto due esami su quattro: Matematica ed Economia aziendale. Mi restano Diritto privato, che ho tralasciato per l’ampiezza del programma (sono circa milleduecento pagine) e le Lingue. Sono in Facoltà quasi tutti i giorni dalle 11 alle 17, all’inizio gli orari possono risultare stancanti, poi ci si abitua e soprattutto ci si organizza all’occorrenza”. Qualche intoppo anche con lo studio dell’Economia aziendale. Lo sostengono alcuni studenti della cattedra del prof. Alessandro Scaletti. “La materia è complessa e il docente ha sempre un comportamento distaccato”, dicono. Qualcuno, al di là degli insegnamenti, ha ideato un semplice programma personale. “Sto cominciando a studiare – dice Michele De Luca, originario di Palma Campania – sperando di superare gli esami il più presto possibile, ma con voti mai inferiori al 22”. Ad ora di pranzo, sono tanti gli studenti che, provenendo dalla provincia, affollano il cortile e consumano un pranzo veloce seduti sui gradini. “Non c’è una mensa e il bar non è molto fornito”, dicono Bruno e Angela, entrambi di Scafati, che raggiungendo l’Università con l’auto pagano “dai cinque ai sette euro al giorno di parcheggio”. “Bisogna arrangiarsi – concludono – E poi meglio stare qui che alla sede in via Parisi, che sarebbe, poi, troppo lontana per noi”.
Maddalena Esposito
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