Medicina, uno su 8 ce la fa

Su otto candidati che tentano di entrare a Medicina soltanto uno raggiunge lo scopo. La concorrenza è molto forte ed i posti a disposizione limitati: quest’anno alla Federico II sono 406. Ancora più arduo è superare la selezione per accedere ad Odontoiatria, dove il rapporto tra i concorrenti e gli ammissibili è di 1 a 30. E ad immatricolarsi saranno soltanto in 30. Per diventare medico o odontoiatra, occorrono sei anni di studio, a cui si possono aggiungere i quattro anni della Scuola di Specializzazione.
Chi, invece, è interessato all’ambito medico ma non è disposto ad aspettare così tanto tempo per svolgere la professione, può optare per uno dei Corsi triennali delle Professioni Sanitarie. Infermieristica è quello che dispone di un numero maggiore di posti: 340. Seguono Fisioterapia con 100 e Tecniche di laboratorio con 50. 45 saranno le matricole tanto per Tecniche di Radiologia medica per immagini e Radioterapia quanto per Informazione pediatrica, mentre 35 studenti saranno ammessi al primo anno di Ostetricia e, in pari numero, a Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. Logopedia, Igiene dentale e Dietistica offrono 20 possibilità di accesso cadauno; cinque in meno Ortottica e Tecniche di fisiopatologia cardiovascolare e perfusione cardiovascolare. Saranno, infine, 10 (per ciascun Corso di Laurea) i nuovi iscritti di Tecniche audiometriche, Tecniche audioprotesiche, Tecniche ortopediche, Tecniche di Neurofisiopatologia e Tecniche di laboratorio biomedico.
Tutti i Corsi della Facoltà sono, dunque, a numero programmato. Ciò significa che i concorsi si tengono in un’unica giornata su tutto il territorio nazionale. Il test di Medicina e Odontoiatria si svolgerà il 4 settembre (domanda di partecipazione al concorso entro il 21 agosto sul sito www.unina.it), quello di Professioni Sanitarie l’11.
L’80 per cento 
si laurea nei
 tempi previsti
Ma perché così tanti giovani aspirano ad intraprendere gli studi di Medicina? “Direi che la motivazione principale sia la gratificazione professionale”, sostiene la prof.ssa Paola Izzo, Presidente del Corso di Laurea in Medicina. “Le prospettive economiche e la pressione familiare si sono attenuate tantissimo come fattori importanti nella scelta – afferma il prof. Antonio Dello Russo, delegato all’orientamento – Lo studente sceglie questo Corso di Laurea per dedicarsi ad un’attività che permette di impegnarsi nel sociale, di essere utile agli altri. E’ vero che si tratta di studiare per 10 anni, ma il fatto che la Specializzazione venga retribuita è un elemento a favore”. Il percorso di studi, però, sostiene il prof. Lucio Nitsch, non è adatto a tutti: “Non sono necessari talenti così spinti come in altre discipline, ma occorrono determinate qualità umane, in primis la capacità di empatia con il paziente”. Finora non si è trovato un test psico-attitudinale “per valutare se si è adatti a divenire un buon medico. Il superamento della prova non dà nessuna garanzia in tal senso”, precisa il Preside della Facoltà Franco Rengo. Negli ultimi anni è andata progressivamente aumentando l’età media dei candidati che si presentano al test. Molti di loro hanno alle spalle uno o due anni di un altro Corso di Laurea o addirittura hanno già in tasca una Laurea Triennale. “Il 25% degli iscritti ha fatto almeno un anno altrove. Ma i diciottenni non devono spaventarsi: lo studente bravo al liceo non ha competitor – afferma il Preside Rengo – Coloro che aspirano a dedicarsi agli studi medici non demordono. Se fossero appetibili altri percorsi di studio, si appassionerebbero e non tornerebbero più. Il desiderio di fare il medico, invece, non scema. Il risultato è che laureiamo studenti che si sono fermati all’università un maggior numero di anni”. La prof.ssa Izzo conferma la determinazione molto forte degli studenti: “Molti di loro provano l’esame di ammissione più volte”. 
Una volta superate le forche caudine dei test, comincia il lungo percorso di studio. Ma quali sono le difficoltà che incontrano le matricole nel corso del primo anno? “Le stesse di tutti gli studenti che passano dalla scuola superiore all’università – risponde la prof.ssa Izzo– Anche se è un anno pesante, gli studenti sono molto guidati dai docenti e trovano tutte le informazioni di cui hanno bisogno sulla Guida dello Studente e nel sito ufficiale della Facoltà. Per ogni corso di insegnamento pubblichiamo gli argomenti delle lezioni giorno per giorno, il nome del docente che terrà la lezione, le date degli esami e tutti gli avvisi relativi a problemi della didattica”. Ed ecco la ricetta del prof. Dello Russo: “fare il proprio dovere quotidiano: studiare dal lunedì al venerdì. Non c’è bisogno di fare lo straordinario. Il sabato e la domenica servono per fare sport o dedicarsi al volontariato”.
Mantenere il passo negli anni, per lo studente di Medicina, sembra non sia proprio proibitivo se circa l’80% si laurea nei tempi previsti, una percentuale molto alta se si paragona a quella di altre Facoltà. Qualche blocco al IV anno: “Accade poiché c’è l’obbligo di frequenza e vi sono due sbarramenti, uno tra il secondo ed il terzo anno ed un altro tra il quarto ed il quinto. Se uno studente rimane indietro con gli esami è preferibile che ripeta un anno piuttosto che arranchi tra esami in debito e lezioni dell’anno successivo. Il quarto anno di corso è pesante ma molto formativo”, spiega la prof.ssa Izzo.
I sacrifici pagano: “le matricole di Medicina e Professioni Sanitarie avranno senz’altro un futuro professionale migliore. Nei prossimi anni andrà in pensione il prodotto del baby boom degli anni ‘50-’60 e si libereranno tantissimi posti – afferma il Preside – Se non ci sarà alcun turn over, tra poco gli ospedali saranno costretti a chiudere. Le Regioni del nord hanno bandito diversi concorsi e stanno procedendo alle assunzioni. Molti dei nostri laureati sono risultati vincitori in Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia, Marche e Veneto. Dovrebbe succedere anche in Campania non appena verrà superato il blocco delle assunzioni”.
I servizi sulla 
Facoltà di Medicina sono
 di Manuela Pitterà
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