Microeconomia: un incubo

“L’ostacolo, in tutti i Corsi di Laurea della nostra Facoltà, è costituito dall’esame di Microeconomia. L’esame è lungo e difficile e c’è una docente in particolare, la prof.ssa Colonna, che boccia molto”, dice Angela Laezza, studentessa al primo anno fuori corso, che rende molto bene uno degli incubi degli studenti: Microeconomia. “Anche per me, è  l’esame più difficile di tutti – afferma Fabio Vagliarulo – La prof.ssa Colonna è una docente troppo esigente. Il numero di persone che supera l’esame con lei è bassissimo, una cinquantina su seicento iscritti”. La prof.ssa Colonna è ora, prosegue Fabio, in anno sabbatico. Al suo posto c’è un nuovo docente, il prof. Marco Piccioni, ma la situazione non è molto cambiata: nel corso dell’ultima sessione su duecento iscritti, solo una ventina i promossi. “Non credo di essere stupido, eppure non riesco a superare quest’esame. Dovrei farcela, come con gli altri, eppure non è così. Ho paura di arrivare alla fine con solo Microeconomia e Macroeconomia da sostenere. La materia è sicuramente impegnativa ma i docenti non ci vengono incontro neanche un po’”, dice ancora Fabio. E motiva così le sue affermazioni: “all’ultima prova scritta abbiamo avuto solo un’ora di tempo a disposizione, mentre Microeconomia, invece, ha sempre richiesto almeno due ore di tempo. Il nuovo docente, poi, non conosceva il programma del corso e non sapeva come strutturare l’esame”. “La professoressa Colonna è sicuramente molto severa ed il suo corso di Microeconomia è difficile  – sostiene Viviana Marfè –  superi lo scritto solo se è perfetto e anche all’orale pone molte domande e ti tiene a lungo”. “L’esame di Microeconomia non è, in se, più difficile degli altri – afferma Elisabetta Cacciapuoti – Sono i professori che non vanno. Non sanno spiegare e pretendono troppo”.  
Il corso di Microeconomia è suddiviso in quattro cattedre, tenute dai professori Antonio Acconcia, Liliana Basile, Marina Colonna e Riccardo Martina. “Il corso di Microeconomia con il prof. Martina è stato il migliore che abbia seguito finora – afferma con entusiasmo Gianluca Frasso – Il professore è veramente una persona molto disponibile, le spiegazioni sono chiare, ci sono esercitazioni tutte le settimane e anche le spiegazioni in studio sono molto esaurienti. L’esame è sicuramente difficile, ma se si segue con impegno si supera”. “Ho sostenuto Microeconomia con la prof.ssa Basile e ho avuto non pochi problemi. Per risolverli ho dovuto migliorare il mio metodo di studio e il voto che ho preso alla fine, è il più alto che abbia mai avuto”, sostiene Marco Bianco, che si dilunga in un’attenta e dettagliata analisi del corso e dell’esame: “l’insegnante è sicuramente esigente, vuole che gli studenti entrino nella materia, ragionino e non si leghino agli schemi del libro, ma cerchino di andare oltre. Può capitare, quindi, che faccia qualche domanda che devia dall’impostazione data dal libro di testo”. 
Non c’è, però, solo l’esame di Microeconomia a creare dolori e a mietere vittime tra gli studenti di Economia. “L’esame di Matematica Generale per me è stato terribile, l’ho provato cinque volte prima di superarlo con diciotto – dice Ugo Benigno studente del Vecchio Ordinamento prossimo alla laurea -E’ inutile seguire il corso, mi sono reso conto di non averne tratto alcun giovamento. Con una buona base preuniversitaria, non hai problemi. Diversamente le possibilità di farcela poche anche per la scarsità di esercitazioni”. “L’esame peggiore di tutti per me è stato Diritto Commerciale –  sostiene Vincenzo Marano, anch’egli studente del Vecchio Ordinamento – quando ho fatto io l’esame c’erano da studiare tre libri di testo e svariate dispense”. “Credo che gli esami più difficili del nostro Corso di Laurea siano Microeconomia, Macroeconomia e Matematica Generale – afferma  Paolo Serio, studente del Corso di Laurea in Economia Aziendale – Si tratta di materie fondamentali per le quali è richiesta un’approfondita comprensione degli argomenti. Non credo, quindi, che le difficoltà che si incontrano dipendano dai docenti, anche se è abitudine diffusa adoperare, all’esame, un metodo ed uno schema di valutazione diversi da quelli usati al corso”. 
CdiL in Aziendale, 
impostazione
da rivedere
“Macroeconomia, rispetto a Microeconomia, mi ha creato minori problemi perché al corso, tenuto dal prof. Guido Cella, è stata data un’impostazione pratica, propedeutica all’esame”, dice Antonio Romanelli, studente di Economia Aziendale che estende le sue valutazioni un po’ a tutto il Corso di Laurea. “Trovo che gli esami di Economia Aziendale siano strutturati male. Sarebbe preferibile, in alcuni casi, sostenere solo l’esame orale. Strategia d’Impresa per esempio e, soprattutto, Economia e Gestione delle Imprese, trattano di argomenti sui quali si deve riflettere, articolando dei concetti. Non serve solo la memoria ed è riduttivo, quindi, ricondurre l’esame alle domande di un test”. “Penso che l’impostazione di Microeconomia dovrebbe essere rivista. E’ un corso molto difficile che non dovrebbe essere semestrale ma annuale”, dice Erica Petito che, come altri suoi colleghi, ha da ridire sull’impostazione del corso di laurea di Economia Aziendale: “l’esame di Economia Aziendale II, si dovrebbe sostenere al secondo semestre del primo anno, in prosecuzione con l’esame di Economia Aziendale e Metodologie di Gestione d’Impresa. C’è un filo logico che lega questi due corsi, ma dopo un anno si dimentica quello che si è imparato”. Condivide questa posizione anche la sua collega Ornella Papaluca, “si tratta di filoni di ragionamento che non si possono interrompere”. 
Più serena, invece, sembra essere la condizione degli studenti del Corso di Laurea in Scienze del Turismo, “la materia che può creare qualche difficoltà in più perché è vasta e complicata è Economia e Gestione, ma per fortuna non abbiamo professori particolarmente severi”, dice Luigi Pagliazzo.
Simona Pasquale
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