Moduli da 12 crediti: la Facoltà si adegua alle modifiche previste dal decreto Mussi

Prime stime sulle
immatricolazioni
Aspettando i risultati definitivi che cominceranno ad essere raccolti soltanto dopo il 31 dicembre – la scadenza delle chiusura delle immatricolazioni ai corsi di laurea triennali è stata posticipata (con il pagamento del contributo di mora) in tutto l’Ateneo -, a Lettere si può cominciare a fare una stima provvisoria dei nuovi studenti che hanno scelto quest’anno la Facoltà. Numeri che confermano per lo più l’andamento degli anni precedenti.
A Lettere Moderne, Corso che mantiene storicamente il primato di iscrizioni della Facoltà, i nuovi studenti sembrerebbero ammontare, secondo il Presidente del Corso di Laurea, Nicola De Blasi, a circa 300, considerando che nelle due aule da 140 posti utilizzate per i corsi del primo anno, a un mese dall’inizio, continuano ad esserci ragazzi in più rispetto ai posti a sedere disponibili. L’anno scorso erano circa 500 gli iscritti definitivi: considerando anche i non frequentanti e quelli che si iscriveranno ancora in questi giorni si dovrebbe raggiungere quindi una cifra simile o di poco inferiore.
Alla triennale di Lingue i nuovi iscritti dovrebbero essere circa 200, secondo una stima approssimativa della prof. Silvana La Rana, Presidente del CdL; in media quindi con quelli dell’anno scorso, se si considerano anche i possibili ritardatari. In netto aumento invece gli iscritti alla specialistica di Lingue, soprattutto grazie agli iscritti provenienti dagli altri atenei: in tutto circa una trentina dal Suor Orsola, dall’Università di Salerno, dall’Orientale che si aggiungono ai laureati “interni”. Tanto che, ha spiegato la prof. La Rana, si sono dovute richiedere aule più grandi.
Anche la triennale di  Lettere Classiche sembra per ora confermare i numeri dello scorso anno, con poco meno di un centinaio di nuovi studenti; cifre simili anche a Storia ed a Filosofia. Archeologia e Beni Culturali si mantengono su quantità piuttosto alte, con circa 200 iscritti finora. Nessuna novità ovviamente per i corsi a numero programmato, Scienze del Servizio Sociale e Psicologia – che col nuovo corso dovrebbe cambiare nome in Scienze e Tecniche Psicologiche. Ma come sempre soprattutto a Psicologia lo scorrimento della graduatoria è piuttosto consistente: a poco più di un mese dal test di ammissione per i 250 posti disponibili, i rinunciatari sono stati ben 100, tanto che attualmente è arrivato ad essere ammesso il candidato numero 350. 
I Corsi di Laurea
lavorano
alla transizione
In questi giorni la Facoltà ha finalmente approvato le proposte di rimodulazione elaborate dai diversi Corsi di Laurea per passare al nuovo sistema previsto dal Ministero, che impone un massimo di 20 esami alla triennale e 12 alla specialistica. Una transizione non semplice, che prevede di accorpare nuovamente in moduli più consistenti tutti i piccoli esami nati con la parcellizzazione portata dalla precedente riforma. 
Tutti i Corsi di Laurea di Lettere hanno deciso di adottare moduli di esame da dodici crediti, in alcuni casi separabili in due da 6; una scelta che permette di arrivare al numero minimo di 15 esami alla triennale e 10 alla specialistica, come garantisce per Archeologia il Presidente del Corso di Laurea il prof. Francesco Aceto. L’unica eccezione è quella di Psicologia, che ha comprensibilmente preferito seguire la scelta della Conferenza dei presidi di Psicologia a livello nazionale, per agevolare gli spostamenti degli studenti da un ateneo all’altro, come spiega la prof.ssa Laura Sestito, Presidente del CdL. 
I 12 crediti corrispondono a 60 ore di insegnamento, e sono stati adottati sia per le triennali che per le specialistiche, come spiega il prof. De Blasi, Presidente della triennale di Lettere Moderne. Questa scelta favorisce evidentemente gli studenti che vogliano iscriversi dopo la Specialistica alla Sicsi. Anche se questo essere “indirizzati” verso la Sicsi “impone vincoli un po’ pressanti – spiega De Blasi –  per cui ci si trova a limitare di molto gli spazi opzionali, dovendo puntare sui crediti necessari per l’accesso”. Ma il cambiamento introdotto dal Nuovissimo Ordinamento sarà anche l’occasione per aggiunte e modifiche alla didattica: nel caso di  Lettere Moderne, ad esempio, si vorrebbe anche riuscire a dare maggiore spazio alle letterature europee, “come se si applicasse l’impostazione della filologia romanza alla contemporaneità; si studia meglio la letteratura italiana se si studiano anche quelle del resto d’Europa”, spiega il prof. De Blasi. 
Anche Lettere Classiche supporta con decisione la scelta dei moduli da 12 crediti: “sarà in parte come tornare al Vecchio Ordinamento”, spiega la Presidente del Cdl triennale, prof.ssa Giuseppina Matino. “Una scelta che comporta una mole maggiore di studio a casa, ma è contemporaneamente molto formativa in quanto permette di riflettere meglio sulle nozioni acquisite a lezione. Soprattutto a vantaggio dei più interessati, che con il Nuovo Ordinamento avevano poca possibilità di approfondire”. 
A Lingue c’è grande attesa per l’approvazione del riordino dei moduli, che viene visto come un cambiamento decisivo. In un contesto in cui le ore di didattica sembrano non bastare mai, tanto che una lettrice ad inizio anno tiene un corso di grammatica di base e la prof.ssa La Rana, Presidente del CdL, dice di essere dovuta “scendere di molto dalla cattedra” per venire incontro alle esigenze linguistiche dei ragazzi,  i 12 crediti permetteranno ai docenti e ai lettori di perdere meno tempo con gli esami e dedicarsi di più alla didattica, adottando magari delle prove intercorso. 
Un problema comune a tutti i Corsi di Laurea in questa fase di  transizione è rappresentato dal fatto che il Ministero non ha ancora reso pubbliche le norme definitive per l’adeguamento delle classi di laurea ai nuovi parametri; i CdL hanno lavorato infatti seguendo le precedenti direttive generali, ma su diverse questioni restano margini di dubbio.
Il Consiglio
del 31 ottobre
E’ arrivato finalmente il fatidico Consiglio di Facoltà nel corso del quale sono state approvate le proposte di rimodulazione a cui da più di un anno stanno lavorando i singoli Corsi di Laurea. 
La transizione non è cosa da poco dato che, come evidenzia il Preside  Eugenio Mazzarella nel corso del Consiglio del 31 ottobre, si parla di una riduzione da 800 a 300 complessivi moduli di insegnamento in tutta la Facoltà. 
CORSI DI LAUREA A RISCHIO. Un cambiamento drastico complessivamente positivo che però non potrà certo essere indolore per tutti. A rischio soprattutto gli insegnamenti di Corsi di Laurea come Beni Culturali e Archeologia, costituiti da un gran numero di materie diverse che sarà difficile accorpare in moduli unici. Per di più, secondo le nuove direttive, ad ogni docente non possono essere attribuiti più di due insegnamenti nell’ambito del Corso di Laurea. Inevitabilmente quindi su alcune aree disciplinari ci sarà un sovraffollamento di docenti, mentre altre rimarranno del tutto scoperte, mettendo a rischio l’intero Corso. 
Anche se si tratta di corsi che negli ultimi anni hanno portato molti iscritti alla Facoltà, come  nel caso di Beni Culturali, che, come ci tiene a evidenziare la Presidente del Cdl, prof.ssa Mariantonietta Picone, conta 1780 iscritti alla triennale e alla Specialistica 80 soltanto lo scorso anno;  “se il Corso muore, è un suicidio per la Facoltà”, ammonisce la Picone. 
In questo quadro di incertezza, viene sottolineato più volte da diversi docenti durante il Consiglio l’importanza di lasciare aperta una possibilità di modifica futura negli atti ufficiali; poiché le rimodulazioni sono state deliberate da parte dei Consigli dei Corsi di Laurea sulla base di un decreto non ancora definitivamente pubblicato, appare necessaria “un’applicazione con riserva” – anche se, sottolinea il Preside, tutto l’Ateneo ha deliberato in queste condizioni, per poter rendere operativa la transizione già dal prossimo anno accademico.
Di fatto, poi, le vere e proprie proposte di rimodulazione dei singoli Corsi di Laurea vengono approvate all’unanimità dall’intero Consiglio in tempi molto brevi e senza alcuna discussione, se non nel caso di singoli interventi di docenti che si astengono rilevando delle problematicità nelle proposte che vengono però subito lasciate cadere o contestate dal resto dell’assise.
GLI STUDENTI SI ASTENGONO DAL VOTO PER PROTESTA. I rappresentanti degli studenti scelgono di astenersi dalle votazioni, come forma di protesta per non essere stati resi partecipi delle varie fasi del processo di transizione. Da una parte i docenti sostengono che gli studenti “non possono dire di non conoscere le proposte – come sottolinea la prof.ssa Giovanna Greco – perché i rappresentanti degli studenti dei singoli Corsi di Laurea le hanno ricevute il 22 ottobre”. Dall’altra gli studenti sostengono che sarebbe stato necessario discutere di questi temi, prima del Consiglio, nell’ambito della Commissione paritetica didattica, composta da cinque docenti e cinque studenti, che non è mai stata convocata dopo l’elezione dei nuovi rappresentanti. E contestano il fatto, certo rilevante, che abbiano ricevuto dal Preside le tabelle dei nuovi ordinamenti soltanto il giorno precedente il Consiglio. “Ci siamo anche incontrati con i singoli rappresentanti dei corsi di laurea”, sostengono i rappresentanti di Facoltà, “ma  loro stessi non hanno ancora avuto accesso ai documenti ufficiali, hanno soltanto assistito alle discussioni dei Consigli di Corso”. Ma i docenti che compongono la Commissione ribattono che questa avrebbe anche potuto riunirsi, se gli studenti ne avessero sollecitato la convocazione, ma non sarebbe potuta intervenire sull’approvazione del Nuovissimo Ordinamento poiché l’iter non prevedeva tappe intermedie tra i Consigli di Corso di Laurea e il Consiglio di Facoltà. Compito della Commissione, sostengono i docenti, è intervenire sui regolamenti, non sugli ordinamenti. Nel momento in cui invece, una volta approvati i criteri generali, bisognerà discutere dell’effettiva traduzione delle nuove norme in esami e crediti, questo sarà materia di regolamento, e vi potrà intervenire la Commissione Paritetica, prima del Consiglio. Ma tutto questo, fanno sapere in Presidenza, non avverrà prima di marzo. 
Viola Sarnelli
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