Monterusciello Un caso di studio per l’Università svedese

Monterusciello diventa un caso di studio per l’Università svedese. Il Dipartimento di Architettura ed il Corso di Studio in Design per l’Ambiente Costruito
hanno ospitato Pelle Ehn, professore emerito della Scuola di Arti e Comunicazioni di Malmö per il workshop intitolato “Making futurers – Democratic design experiments and making thinks public”. Il workshop si è tenuto il 27 febbraio mentre la visita al quartiere e alla città di Pozzuoli si è svolta nei primi giorni di marzo. Il prof. Ehn, esponente della tradizione scandinava del design della partecipazione e per l’innovazione sociale, ha incontrato alcune associazioni attive sul territorio – Lux in Fabula e DiversaMente Giovani – e la tutor Marianna Sgamato, che ha dedicato la sua tesi di laurea al quartiere di edilizia popolare che è nato dopo il bradisismo. Obiettivo: studiare una o più soluzioni possibili per migliorare la qualità della vita dei cittadini. “Mi sono laureata lo scorso ottobre – racconta Sgamato – con una tesi in Disegno industriale, su design dell’innovazione sociale con il prof. Alfonso Morone. Volevo disegnare qualcosa di Monterusciello ad uso della collettività, che permettesse di recuperare stabili in disuso e di destinarli alla fruizione della collettività per iniziative
varie, dal concerto al cineforum, dal teatro alla sala lettura. Sentivo questa esigenza perché il quartiere dove vivo abbonda di edifici mai utilizzati, dal mercato coperto a quello ittico, che potrebbero rappresentare degli ottimi contenitori per iniziative a beneficio della collettività. Ho pensato a moduli in plastica riciclata ed assemblabili tramite un incastro secondo differenti modalità, a seconda della funzione. Il tutto anche per valorizzare il fatto che Pozzuoli è capofila tra i Comuni ricicloni. Si porta la plastica all’isola ecologica e ritorna sotto forma di semilavorati”. Il progetto di Sgamato prevede, inoltre, la realizzazione di un’applicazione utilizzabile tramite lo smartphone, che metta in comunicazione a scala di quartiere la cittadinanza. “Servirà a formare una comunità virtuale nella quale, chi lo desideri, potrà dare la sua disponibilità ad iniziative a favore del quartiere. Le più eterogenee, dalla pulizia di un’area trascurata dal Comune alla disponibilità a dare un passaggio ad una persona anziana. Adesivi e spillette renderanno immediatamente riconoscibili coloro i quali avranno scaricato la App. Rappresenteranno una sorta di certificato, di marchio che garantirà circa le intenzioni di quella persona”. Il workshop è stato frequentato da una cinquantina di studenti del Corso di Design per l’Ambiente Costruito.
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