Mesi bui per le finanze della Federico II, in attesa di presentare il bilancio delle spese previste per il 2010, dopo che il governo centrale avrà ufficialmente quantificato i fondi assegnati all’Ateneo per lo stesso anno. Intanto si continua ad operare in regime di esercizio provvisorio, che come è noto riduce la possibilità di spesa per ogni Dipartimento ad un dodicesimo delle risorse utilizzate l’anno precedente, e di conseguenza saltano conferenze e iniziative culturali e rimane a rischio tutto quanto non sia strettamente necessario. Una congiuntura particolarmente sfavorevole che dovrebbe risolversi, si spera, entro il prossimo mese. Nel frattempo, in questo clima di sospensione, c’è chi intende dare comunque un segnale di vita.
“Il regime provvisorio ha una inevitabile ricaduta su tutte le attività dipartimentali”, sottolinea il prof. Fabrizio Lomonaco, Direttore del Dipartimento di Filosofia, “ma tutte le strutture continuano comunque a funzionare. Nonostante la situazione estremamente difficile in cui versa l’Ateneo, non possiamo fermarci, non dobbiamo subirne solo le conseguenze ma cercare per quanto possibile di essere propositivi. Fare necessariamente economia, ma non per questo rinunciare ad erogare servizi dentro e fuori la Facoltà”. Un esempio di iniziativa culturale a costo zero è quella del Certame Vichiano organizzato appunto dallo stesso Dipartimento, che da febbraio ad aprile prevede sette incontri con licei di Napoli e Salerno, per culminare il 21 aprile con il concorso dedicato all’opera del filosofo napoletano e aperto a tutti gli studenti degli Istituti Superiori della Campania. L’opera di Vico che gli studenti saranno chiamati a commentare, inoltre, è stata curata dal prof. Lomonaco in una nuova edizione disponibile anche sul web, e “alla fine del ciclo di incontri ci sarà la possibilità di aggiungere al testo ulteriori elementi e stimoli emersi dal confronto con gli studenti, dimostrando come un classico può continuare a rinnovarsi”. In generale, sostiene il professore, “è necessario non lasciarsi cadere addosso la congiuntura negativa, ma fare di tutto per portare avanti iniziative di questo genere, seppure nella massima economia, per dare un contributo ‘dal basso’ all’orientamento universitario, ma soprattutto per richiamare l’attenzione sul fatto che l’università non è ferma, le attività continuano”. Il momento sfavorevole non riguarda ovviamente il solo Dipartimento di Filosofia: “in un documento congiunto con gli altri Direttori dei Dipartimenti della Facoltà di Lettere abbiamo richiesto di avere accesso ad informazioni più chiare sui dati della crisi in atto. Siamo stati ricevuti dal prof. Marrelli – Presidente del Polo delle Scienze Umane e Sociali – che ha garantito una più ampia diffusione delle informazioni su questi temi”, spiega il prof. Lomonaco.
Congiuntura economica a parte, di sicuro i Direttori dei Dipartimenti della Federico II e non solo richiedono da tempo un ruolo più attivo nei processi decisionali e soprattutto economici: “non vogliamo dover intervenire soltanto a processo già compiuto, passivamente. Vorremmo potere utilizzare più attivamente le forme di intervento a nostra disposizione, nel confronto con il Governo, e poter sfruttare in pieno l’autonomia prevista per legge. Come Direttori di Dipartimento speriamo di potere contare in futuro su maggiori capacità gestionali, cosa che dipenderà anche dai disegni di legge che verranno approvati nei prossimi mesi”, sottolinea Lomonaco. Appare sempre più evidente, infatti, che la gestione dei vari organismi dell’Ateneo (Poli, Facoltà, Dipartimenti) va ottimizzata sia potenziando l’autonomia delle singole componenti che rinnovandone la capacità di interazione, e quindi l’efficienza complessiva. “Considerato che bisogna garantire la didattica e la ricerca, con tutti i servizi connessi e necessari, su tutti gli altri servizi in una Facoltà come Lettere bisognerebbe intervenire con economie di spesa e centralizzazione di alcune risorse comuni”, sostiene Lomonaco. “Piuttosto che avere un laboratorio informatico per ogni Dipartimento, ad esempio, si potrebbe pensare ad uno solo per tutta la Facoltà che inglobi le risorse dei singoli laboratori, in una sede magari diversa e più ampia di quella attuale. In questo modo si ridurrebbero le spese complessive e si libererebbero allo stesso tempo nuovi spazi per la didattica – nel caso specifico del nostro Dipartimento si tratterebbe di un’aula da 40 posti, che potrebbe ospitare diversi corsi. Lo stesso discorso vale per le risorse librarie: si potrebbe puntare a ridurre la spesa per l’acquisto di libri evitando, ad esempio, che più Dipartimenti di una stessa Facoltà acquistino lo stesso testo”. La chiave in questi casi sembrerebbe risiedere nel miglioramento della comunicazione interna; mirare a raggiungere “una forma di solidarietà tra i Dipartimenti per arrivare ad una proposta di razionalizzazione delle risorse e per promuovere un ruolo più attivo nel confronto con le altre istituzioni”, universitarie e governative.
Viola Sarnelli
“Il regime provvisorio ha una inevitabile ricaduta su tutte le attività dipartimentali”, sottolinea il prof. Fabrizio Lomonaco, Direttore del Dipartimento di Filosofia, “ma tutte le strutture continuano comunque a funzionare. Nonostante la situazione estremamente difficile in cui versa l’Ateneo, non possiamo fermarci, non dobbiamo subirne solo le conseguenze ma cercare per quanto possibile di essere propositivi. Fare necessariamente economia, ma non per questo rinunciare ad erogare servizi dentro e fuori la Facoltà”. Un esempio di iniziativa culturale a costo zero è quella del Certame Vichiano organizzato appunto dallo stesso Dipartimento, che da febbraio ad aprile prevede sette incontri con licei di Napoli e Salerno, per culminare il 21 aprile con il concorso dedicato all’opera del filosofo napoletano e aperto a tutti gli studenti degli Istituti Superiori della Campania. L’opera di Vico che gli studenti saranno chiamati a commentare, inoltre, è stata curata dal prof. Lomonaco in una nuova edizione disponibile anche sul web, e “alla fine del ciclo di incontri ci sarà la possibilità di aggiungere al testo ulteriori elementi e stimoli emersi dal confronto con gli studenti, dimostrando come un classico può continuare a rinnovarsi”. In generale, sostiene il professore, “è necessario non lasciarsi cadere addosso la congiuntura negativa, ma fare di tutto per portare avanti iniziative di questo genere, seppure nella massima economia, per dare un contributo ‘dal basso’ all’orientamento universitario, ma soprattutto per richiamare l’attenzione sul fatto che l’università non è ferma, le attività continuano”. Il momento sfavorevole non riguarda ovviamente il solo Dipartimento di Filosofia: “in un documento congiunto con gli altri Direttori dei Dipartimenti della Facoltà di Lettere abbiamo richiesto di avere accesso ad informazioni più chiare sui dati della crisi in atto. Siamo stati ricevuti dal prof. Marrelli – Presidente del Polo delle Scienze Umane e Sociali – che ha garantito una più ampia diffusione delle informazioni su questi temi”, spiega il prof. Lomonaco.
Congiuntura economica a parte, di sicuro i Direttori dei Dipartimenti della Federico II e non solo richiedono da tempo un ruolo più attivo nei processi decisionali e soprattutto economici: “non vogliamo dover intervenire soltanto a processo già compiuto, passivamente. Vorremmo potere utilizzare più attivamente le forme di intervento a nostra disposizione, nel confronto con il Governo, e poter sfruttare in pieno l’autonomia prevista per legge. Come Direttori di Dipartimento speriamo di potere contare in futuro su maggiori capacità gestionali, cosa che dipenderà anche dai disegni di legge che verranno approvati nei prossimi mesi”, sottolinea Lomonaco. Appare sempre più evidente, infatti, che la gestione dei vari organismi dell’Ateneo (Poli, Facoltà, Dipartimenti) va ottimizzata sia potenziando l’autonomia delle singole componenti che rinnovandone la capacità di interazione, e quindi l’efficienza complessiva. “Considerato che bisogna garantire la didattica e la ricerca, con tutti i servizi connessi e necessari, su tutti gli altri servizi in una Facoltà come Lettere bisognerebbe intervenire con economie di spesa e centralizzazione di alcune risorse comuni”, sostiene Lomonaco. “Piuttosto che avere un laboratorio informatico per ogni Dipartimento, ad esempio, si potrebbe pensare ad uno solo per tutta la Facoltà che inglobi le risorse dei singoli laboratori, in una sede magari diversa e più ampia di quella attuale. In questo modo si ridurrebbero le spese complessive e si libererebbero allo stesso tempo nuovi spazi per la didattica – nel caso specifico del nostro Dipartimento si tratterebbe di un’aula da 40 posti, che potrebbe ospitare diversi corsi. Lo stesso discorso vale per le risorse librarie: si potrebbe puntare a ridurre la spesa per l’acquisto di libri evitando, ad esempio, che più Dipartimenti di una stessa Facoltà acquistino lo stesso testo”. La chiave in questi casi sembrerebbe risiedere nel miglioramento della comunicazione interna; mirare a raggiungere “una forma di solidarietà tra i Dipartimenti per arrivare ad una proposta di razionalizzazione delle risorse e per promuovere un ruolo più attivo nel confronto con le altre istituzioni”, universitarie e governative.
Viola Sarnelli