Tra una vasca e l’altra, si fa gruppo

Quando si entra nella piscina del Cus il caldo e l’umidità fanno appannare gli occhiali. All’interno c’è un odore di cloro molto forte ma non fastidioso. Nelle corsie decine di ragazzi e ragazze nuotano avanti e indietro sotto gli occhi attenti degli istruttori che urlano consigli da bordo vasca. Un lato della piscina è dedicato all’acquagym e una quindicina di ragazze fanno gli esercizi seguendo i movimenti che l’istruttrice fa loro vedere. La struttura è aperta tutti i giorni dalle otto e mezza di mattina fino a tarda sera e la domenica fino alle 14. “Qui vengono persone di tutte le età, dai bambini ai novantenni”, spiega Rosario, l’istruttore di nuoto agonistico. “I bambini e i ragazzi più piccoli sono forse quelli che danno più soddisfazioni, arrivano che non sanno neanche nuotare ed io li accompagno nella loro crescita fino a portarli alle gare. Abbiamo vinto anche delle competizioni regionali e ora ci alleniamo per le nazionali. I piccoli assorbono tutti i miei consigli, sono come dei libri dalle pagine vuote su cui sono io a scrivere tutto”, afferma l’allenatore, orgoglioso del suo lavoro. Dal modo in cui parla fa capire che in fondo per lui insegnare ai bambini è un po’ come plasmare un’opera di cui lui è l’artigiano. “Con gli universitari invece è più difficile, loro sono già formati mentalmente e fisicamente. Ma ottengono ugualmente buoni risultati anche nei campionati master perché il lavoro paga. Da parte mia devo essere un po’ trainer e un po’ psicologo. Quello che penso è che nello sport ci vuole dedizione e sacrificio, per insegnare invece passione ed entusiasmo”. 
Mario Boncompagni, studente di 27 anni, ha cominciato a frequentare il Cus come sportivo e ora invece è uno degli istruttori. È al secondo anno di Economia Aziendale alla Federico II. “Mi sono iscritto perché ho messo in piedi una piccola azienda di arredamento di esterni e volevo imparare le nozioni giuste per farla crescere”. Lavora da quando aveva 17 anni. “A causa di alcuni problemi ho dovuto darmi da fare presto. Visto che in tutti i posti in cui sono stato le condizioni non erano buone, ho scommesso mettendo in piedi qualcosa di mio e ora grazie allo studio intendo migliorare sempre più”. E così oltre a studiare fa ben due lavori: “Tra un paio di anni conto di finire con l’università però”. Ha praticato molti sport oltre al nuoto, ha cominciato con la lotta a corpo libero, poi il rugby per due anni (ha la stazza del pilone) e la kick boxing. Dal bordo della vasca tiene gli allievi sotto controllo e li sprona a impegnarsi. È molto fiero del suo lavoro e anche della stessa piscina, ne parla quasi come se fosse una cosa che gli appartiene. “Il bello è che oltre a fare sport, abbiamo creato un bel gruppo, siamo anche amici e usciamo spesso insieme. Non siamo poi molto rigidi, quando i ragazzi hanno delle esigenze legate allo studio facciamo anche degli strappi modificando i loro turni per non far perdere la lezione. Ma la cosa più importante secondo me è che chi viene da noi si accorge subito che questo è un ambiente pulito e serio”. 
Le persone che si iscrivono poi tendono a rimanere anche per anni. Marco Petrosino è un medico della Federico II. “Vengo qui da sei anni – racconta – per noi dipendenti dell’università ci sono varie agevolazioni, ma qui mi trovo bene al di là di tutto. Io sono medico dello sport e di piscine ne ho viste in tutto il sud, e questa è veramente di ottimo livello. Se proprio dovessi trovare un difetto direi che è solo un po’ fuori mano e purtroppo molti non ci vengono per questo, ed è un peccato perché qui si sta veramente bene”. Ai veterani si affiancano anche i novelli, come Valentina Gambardella, ventitreenne studentessa di Ingegneria Gestionale, anche lei alla Federico II. “Sono in prima corsia perché ho cominciato ad ottobre e non sono proprio velocissima ma ho già imparato tre stili”, esordisce. Laureata con 110 e lode alla triennale, le mancano sette esami alla specialistica. “Ho una buona media – afferma – Il prossimo esame però è molto difficile ma non dico qual è, sono scaramantica”. “Lo sport mi ha sempre accompagnato nella vita. Ho fatto danza per dieci anni, poi sono passata al tennis ma ero un po’ negata – scherza – e poi alla piscina. Prima ho fatto per un anno hydrospinning ma non mi è piaciuto tanto, non faceva per me. Il nuoto invece lo preferisco e poi forma bene il mio corpo”. Al Cus si trova molto bene. “La struttura è buona e pulita, gli istruttori ci seguono bene e con costanza. Come studentessa risparmio molto grazie alle quote agevolate. Può sembrare una piccola cosa ma qui posso anche portare l’asciugacapelli mentre in altre piscine è vietato e si paga per usare l’asciugatore a scatti”. Mentre parla l’istruttrice la tiene d’occhio da lontano. Lei lo sa, e appena finisce di raccontare la sua esperienza corre di nuovo a tuffarsi nella sua corsia. Ci sono le vasche a stile libero da fare.
Alfonso Bianchi
 
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