“Ti si sono macchiati i documenti? La pioggia ti ha rovinato la borsa nuova?. Te lo meriti! Perché non hai comprato Noè!”. Sono convinti della loro idea imprenditoriale e convincenti –tanto che possono già vantare un buon contatto con un’azienda di gadget per le imprese- gli studenti della Facoltà di Economia del Federico II che per lanciare il loro prodotto – un salvaborsa- hanno dato vita all’azienda @ shopping center.
“L’idea è venuta a me. Dopo aver notato il manifesto della IG students in facoltà, ho chiesto informazioni ed ho subito incontrato la disponibilità della dottoressa Vacca”, racconta l’amministratore delegato Valerio Giunta – gli altri soci sono Massimo Giuliano (direttore marketing), Sabrina Aletto (direttore affari generali), Fabrizio Giunta (direttore vendite), Pasquale Monti (direttore finanziario), Alessandro Pinto (direttore produzione), Gabriele Pinto (aiuto direttore produzione), Luciano Calemme (direttore al personale), Gianluca Maresca (direttore information tecnology)-.
La partecipazione al programma è stata formalizzata in poche ore. Poi si è passati alla fase operativa. “Abbiamo organizzato molte riunioni, sono emerse varie idee, poi abbiamo scelto di far nascere un’azienda di produzione, nello specifico del copriborsa. Siamo partiti dalle funzioni, ognuno nel suo campo di competenze. Così Massimo ha condotto un’indagine di mercato; Fabrizio ha visitato canali di distribuzione all’ingrosso e al dettaglio e dai risultati abbiamo intuito che era preferibile formularlo come un prodotto gadget per le imprese, la vendita porta a porta non avrebbe funzionato, bisogna far conoscere prima la funzione d’uso del salvaborsa”, asserisce Valerio.
Nel loro percorso sono stati seguiti dal tutor: il dott. Paolino Fierro, collaboratore del prof. Gianfranco Frassetto, docente di Amministrazione del personale ad Economia. “E’ stato molto bravo, ci ha guidato a distanza intervenendo solo quando era il caso”.
Con qualche difficoltà – “non c’è cultura d’impresa, abbiamo dovuto rivolgerci a molte ditte per i preventivi”- cento esemplari di Noè hanno visto la luce. In fiera li hanno venduti a quindicimila lire; “un prezzo alto ma su grandi quantitativi può scendere fino a 7.500-6.000 lire”. Tra le sue caratteristiche il salvaborsa può essere personalizzato dalle aziende che possono inserire delle scritte. Un’ottima ‘strenna’ per i clienti dei negozi che vendono borse; da loro infatti sono arrivati molti consensi e qualcosa in più, al momento solo verbalmente. Una proposta di collaborazione vera e propria quella di @shopping center, però l’hanno ricevuta direttamente allo stand della fiera. “Un responsabile di gadget per le imprese a livello nazionale ci vuole inserire nel suo catalogo. Noi tenteremo di non vendere l’idea, di dare l’esclusiva pur mantenendo il nostro marchio, magari stabilendo delle royaltis sulle vendite – ci ha parlato di mille pezzi l’anno-“. Gongoleranno, i mille azionisti che hanno investito nell’azienda. Tutti studenti universitari ed amici che con mille lire hanno contribuito alla nascita dell’azienda in vitro. Ma non è detto che l’impresa virtuale non si trasformi in qualcos’altro. Confortano le parole di Valerio, laurea attesa tra un annetto: “ho avuto la possibilità di sperimentare le mie capacità di fare impresa a rischio e costo zero. E, del resto, è proprio questa la filosofia del learning by doing. Io sono abbastanza motivato ad intraprendere un’attività imprenditoriale”.
“L’idea è venuta a me. Dopo aver notato il manifesto della IG students in facoltà, ho chiesto informazioni ed ho subito incontrato la disponibilità della dottoressa Vacca”, racconta l’amministratore delegato Valerio Giunta – gli altri soci sono Massimo Giuliano (direttore marketing), Sabrina Aletto (direttore affari generali), Fabrizio Giunta (direttore vendite), Pasquale Monti (direttore finanziario), Alessandro Pinto (direttore produzione), Gabriele Pinto (aiuto direttore produzione), Luciano Calemme (direttore al personale), Gianluca Maresca (direttore information tecnology)-.
La partecipazione al programma è stata formalizzata in poche ore. Poi si è passati alla fase operativa. “Abbiamo organizzato molte riunioni, sono emerse varie idee, poi abbiamo scelto di far nascere un’azienda di produzione, nello specifico del copriborsa. Siamo partiti dalle funzioni, ognuno nel suo campo di competenze. Così Massimo ha condotto un’indagine di mercato; Fabrizio ha visitato canali di distribuzione all’ingrosso e al dettaglio e dai risultati abbiamo intuito che era preferibile formularlo come un prodotto gadget per le imprese, la vendita porta a porta non avrebbe funzionato, bisogna far conoscere prima la funzione d’uso del salvaborsa”, asserisce Valerio.
Nel loro percorso sono stati seguiti dal tutor: il dott. Paolino Fierro, collaboratore del prof. Gianfranco Frassetto, docente di Amministrazione del personale ad Economia. “E’ stato molto bravo, ci ha guidato a distanza intervenendo solo quando era il caso”.
Con qualche difficoltà – “non c’è cultura d’impresa, abbiamo dovuto rivolgerci a molte ditte per i preventivi”- cento esemplari di Noè hanno visto la luce. In fiera li hanno venduti a quindicimila lire; “un prezzo alto ma su grandi quantitativi può scendere fino a 7.500-6.000 lire”. Tra le sue caratteristiche il salvaborsa può essere personalizzato dalle aziende che possono inserire delle scritte. Un’ottima ‘strenna’ per i clienti dei negozi che vendono borse; da loro infatti sono arrivati molti consensi e qualcosa in più, al momento solo verbalmente. Una proposta di collaborazione vera e propria quella di @shopping center, però l’hanno ricevuta direttamente allo stand della fiera. “Un responsabile di gadget per le imprese a livello nazionale ci vuole inserire nel suo catalogo. Noi tenteremo di non vendere l’idea, di dare l’esclusiva pur mantenendo il nostro marchio, magari stabilendo delle royaltis sulle vendite – ci ha parlato di mille pezzi l’anno-“. Gongoleranno, i mille azionisti che hanno investito nell’azienda. Tutti studenti universitari ed amici che con mille lire hanno contribuito alla nascita dell’azienda in vitro. Ma non è detto che l’impresa virtuale non si trasformi in qualcos’altro. Confortano le parole di Valerio, laurea attesa tra un annetto: “ho avuto la possibilità di sperimentare le mie capacità di fare impresa a rischio e costo zero. E, del resto, è proprio questa la filosofia del learning by doing. Io sono abbastanza motivato ad intraprendere un’attività imprenditoriale”.