Nuovi inquilini in via De Amicis, a Biotecnologie arrivano gli studenti di Veterinaria

“Rispetto a prima siamo a Hollywood”. Breve, ma chiarissimo. Con poche parole Francesco Costagliola Di Polidoro sintetizza la novità che, a inizio corsi, vede coinvolti gli studenti del Corso di Laurea Triennale in Tecnologie
delle Produzioni Animali e di quello Magistrale in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali. Arrivederci alla sede storica di via Don Bosco. In attesa del ritorno, a ospitare le lezioni sarà la sede di Biotecnologie, in via De Amicis. Da studente di TPA iscritto al secondo anno, prosegue: “è un miglioramento assurdo. Rischiamo di rimanerci male quando dovremo andare via. Qui abbiamo molte più comodità. Aspettiamo soltanto che si risolvano i problemi relativi ai laboratori, ma so che stanno organizzando tutto sia per le attività pratiche sia per la segreteria”. Qualche disagio, al momento, c’è: “oggi pomeriggio abbiamo i laboratori, ma ci hanno comunicato che non si faranno, perché non ci sono spazi disponibili. Aspettiamo aggiornamenti”. Sorride Tommaso: “è stato un ottimo impatto, la struttura è nettamente superiore a quella precedente”. In merito ai laboratori: “se la necessità
di studiare implica spostamenti ulteriori per le prove pratiche, allora lo faremo. Ci stanno ospitando, non possiamo pretendere tutto”. Sa che dovrà convivere con chi studia altro: “nessuno studente degli altri Corsi ci ha fatto pesare la nostra presenza. È bello avere la possibilità di confrontarci con persone che fanno altri studi e di prendere
spunti interessanti per formazione e scelte future”. Primi giorni a via De Amicis pure per Alessandro: “seguiamo cinque giorni a settimana. Le aule che ospitano le teoria sono molto accoglienti”. Il cambio sede, però, è stato per molti un fulmine a ciel sereno. Basti pensare che Mario, matricola, ha raccontato: “una settimana fa sono andato a
via Don Bosco perché pensavo si seguisse lì, poi ho scoperto il cambio”. È andata decisamente peggio ad Angela Borriello, studentessa fuorisede: “l’ambiente è fantastico, però arrivarci è un problema. Io sono fuorisede, ho affittato casa vicino via Don Bosco, adesso sono costretta a prendere i mezzi. Magari, se ci avessero informati prima, ci saremmo potuti organizzare meglio”. Nella stessa condizione si trova Giuseppe Mastroianni: “abbiamo saputo del cambio sei giorni prima dell’inizio delle lezioni. Ho preso casa vicino alla vecchia sede, quindi devo viaggiare ogni volta che c’è lezione. Era preferibile che ci informassero prima. Non sappiamo nemmeno per
quanto tempo dovremo stare qui, quindi al momento non posso cambiare casa”. Per le lezioni serve un assestamento. Questo il pensiero di Isabella Capuano: “non abbiamo un’aula fissa, ci hanno spostati più volte. Stamattina ho avuto difficoltà a capire dove seguire. Comunque, rispetto a Don Bosco, questa è una reggia”. D’accordo con lei, Francesco, studente del terzo anno: “dopo una settimana di corsi, posso dire che l’unico problema riguarda gli spostamenti, ma naturalmente la questione è soggettiva. La struttura è ottima, pulita, funziona ed è organizzata. Sembrava più provvisoria la realtà del Don Bosco che questa”. Sulla pratica: “probabilmente dovremo spostarci al Policlinico nella sede di Medicina, ma siamo in attesa di notizie”. L’incertezza in merito alle attività laboratoriali preoccupa anche le matricole: “forse le esercitazioni di Chimica si terranno a via Foria, ed è un problema”. Rimboccarsi le maniche per fronteggiare l’emergenza è la ricetta di Martina: “è giusto che facciamo qualche sacrificio. Qui noi siamo ospiti. È un appoggio per seguire i corsi. Al momento non c’è nemmeno la nostra segreteria. Per qualsiasi chiarimento dobbiamo spostarci altrove”. Nessuna protesta da parte
dei coinquilini. Gli studenti degli altri nCorsi aprono le porte della sede ai nuovi arrivati. Alfonso, al secondo anno di Biotecnologie: “qui ci sono spazi per ospitare altri studenti, non credo proprio ci possano essere problemi di convivenza”. Il suo collega, Fabrizio: “ci sono strumenti e aule a sufficienza per tutti, perché chiudere le porte a qualcuno?”. Qualche timore, in prospettiva, però, c’è. Lo evidenzia Antonio, al quarto anno di Medicina: “sono
un po’ preoccupato per i posti in aula studio. Io abito lontano, quindi sono costretto a rimanere qui il
pomeriggio. Ovviamente non me la prendo con gli studenti di TPA, ma con chi non ci mette in condizione di studiare al meglio. A Napoli manca una struttura che lavori 24 ore al giorno”. Studia Medicina anche
Claudio: “già con l’arrivo dei corsi di Medicina l’edificio si è riempito un bel po’, non so cosa possa succedere
adesso. Il problema non riguarda i corsi, visto che molte aule sono spesso vuote, ma gli spazi per lo studio, che già così non sempre sono sufficienti”. Per Mariano: “lo spazio c’è, ma, se le persone sono tante, con il tempo si possono creare difficoltà. Ovviamente è da vedere se tutti i nuovi studenti decidano di studiare qui il pomeriggio”. Basta gestire al meglio le risorse secondo Francesco: “i posti di solito ci sono, il problema è che spesso sono occupati da quaderni o persone che si assentono per ore. Se aumentano i numeri bisogna organizzarsi per bene, altrimenti più che aula studio diventa un mercato”. Esprime solidarietà Andrea: “la convivenza dipende dalla civiltà delle persone e non dalla quantità. Se sono venuti qua, evidentemente hanno avuto problemi con la sede propria. Tra noi studenti dovremmo aiutarci, rispettando chiunque arrivi qui”.
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