Nuovi percorsi formativi dal prossimo anno

Cinque nuovi Corsi di Laurea – il ciclo unico Medicina e Chirurgia (Medtec),  le Magistrali in lingua inglese Architecture and Heritage, Biology of Extreme Environments e Transportation Engineering and Mobility e Coordinamento dei servizi educativi per la prima infanzia e il disagio sociale; innovativi pacchetti di insegnamenti a integrazione delle Magistrali di Ingegneria; attività didattiche pensate per arricchire e rendere più flessibili i piani di studio. Il panorama dell’offerta formativa dell’Università Federico II si arricchisce all’insegna dell’attenzione ai settori più all’avanguardia del mercato del lavoro, delle interconnessioni tra le discipline oggetto di studio e dell’internazionalizzazione. A delineare una panoramica delle principali novità in partenza il prossimo anno accademico, il prof. Francesco Palumbo, Delegato d’Ateneo alla Didattica. “La progettazione di un nuovo Corso di Laurea richiede notevole tempo per cui i progetti che adesso si stanno attuando sono il frutto di lunghe elaborazioni che non si sono fermate neanche con la pandemia”, è la premessa. Particolarmente innovativo nel panorama italiano, Medicina e Chirurgia (Medtec), ad indirizzo fortemente tecnologico, nasce “da un’intensa collaborazione tra le aree medica e ingegneristica del nostro Ateneo, con l’obiettivo di formare medici capaci di utilizzare con consapevolezza le moderne tecnologie avanzate”. La formazione di un medico “avviene in un arco temporale piuttosto lungo. Ecco, dunque, che progettare un Corso del genere significa guardare lontano per comprendere come sarà il mondo, non il prossimo anno, ma tra almeno 8 o 9 anni”.
Quanto alle new entry Magistrali, “la volontà di erogarle in lingua inglese sottolinea chiaramente l’orientamento e l’apertura internazionale che l’Ateneo intende assumere. Questi percorsi, inoltre, sono stati strutturati anche in modo da essere fortemente innovativi e interdisciplinari”. Con focus su progettazione, restauro, conservazione, manutenzione, gestione del patrimonio architettonico, Architecture and Heritage, erogato dal Dipartimento di Architettura, intende formare laureati con competenze molto specifiche. Fortemente connesso al nostro territorio, “è necessario che l’architetto abbia una visione multidisciplinare del patrimonio. Solo così potrà dirimerne le complessità e affrontare le sfide che questo ci pone in relazione alla sua tutela, conservazione e valorizzazione”. Da qui, “l’esigenza di una didattica basata su un piano di studi multidisciplinare, con percorsi laboratoriali integrati da molteplici materie e che prevedono anche esperienze sul campo; un approccio che si ritrova tipicamente nell’insegnamento dell’Architettura in vari paesi europei”. La passione per la Biologia – in particolare se focalizzata sui processi genetici, biochimici e biologici degli ambienti estremi, compresi quelli spaziali – può essere una buona ragione per guardare con interesse al Corso di Biology of Extreme Enviroments, inquadrato nel Dipartimento di Biologia: “La richiesta di figure professionali che abbiano specifiche competenze in questo settore aumenterà sempre di più. Eppure, Corsi che trattano degli ambienti estremi, li si trova per lo più solo nei settori della Geologia o dell’Ingegneria Aerospaziale”. Gli ambienti estremi sono uno dei principali serbatoi di diversità biologica, genetica, microbica del pianeta, “rivestendo una grande importanza nel nostro contesto sociale e culturale. Pensiamo, ad esempio, allo sfruttamento dei metalli rari o all’utilizzo delle sorgenti termali a scopo curativo e ricreativo”. E non tutti sanno quanto siano centrali “anche ai fini degli studi sulla nascita ed evoluzione della vita sulla Terra e dello sviluppo di tecnologie mirate alla futura esplorazione e colonizzazione di ambienti extraterrestri. Gli ambienti estremi, infatti, hanno zone simili a quelle che l’uomo si troverà ad esplorare in futuro, a partire dalle missioni lunari del 2021 e quelle su Marte in programma per il prossimo decennio”. Guarda al presente, alle trasformazioni in atto, ed è pronto a rispondere alle esigenze future del mondo del lavoro, nei settori della mobilità e dei trasporti, Transportation and Engineering Mobility, erogato dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, DICEA, “che offrirà ai suoi allievi una didattica esperienziale e laboratoriale oltre che una stretta connessione con gli stakeholder che hanno espresso interesse per il Corso”. I sistemi di infrastrutture, di servizi e di mezzi per il soddisfacimento della domanda di mobilità delle persone e del trasporto delle merci si stanno evolvendo “grazie ad una serie di fattori tra cui, in primis, le innovazioni tecnologiche avanzate, l’emergere dei paradigmi dell’economia dello sharing e della sostenibilità economica, energetica e ambientale; questioni che naturalmente non verranno trascurate”. Restando ancora nel comparto Ingegneria, il prof. Palumbo informa anche che, dal prossimo anno accademico, “gli studenti Magistrali potranno inserire nel loro piano di studi un pacchetto aggiuntivo di esami da 30 crediti a tema Green Technologies oppure Infrastrutture Smart. Parte di questi crediti potranno essere innestati nel piano di studi, parte invece saranno extra curriculari”. Questo esperimento, che è un progetto nazionale, “si potrebbe pensare, in futuro, di estenderlo anche ad altri settori scientifico-disciplinari. L’obiettivo, infatti, è estremamente interessante: favorire l’interazione tra ambiti che, a prima vista, potrebbero sembrare lontani”.
È ad accesso programmato su base locale, 100 posti, Coordinamento dei servizi educativi per la prima infanzia e il disagio sociale, attivato presso il Dipartimento di Studi Umanistici. “I servizi educativi per la prima infanzia e il disagio sociale – solo qualche esempio: asili nido, consultori, centri per il sostegno alle famiglie, comunità residenziali per minori, strutture carcerarie, associazioni di volontariato – richiedono la presenza di figure altamente specializzate, con competenze pedagogico-didattiche, socio-psico-filosofiche ed economico-giuridiche, che possano operare come coordinatori con funzione di gestione e management”. Punti di forza del Corso sono “l’ampia offerta di attività laboratoriali e di tirocinio, oltre che di insegnamenti affini ed integrativi attinti da settori scientifico disciplinari filosofici, psicologici e letterari che conferiscono un solido substrato culturale alla figura professionale formata”.
Attività innovative, cosa prevede il D.M. 133
Chiude, poi, la panoramica sulle novità più prossime con un accenno al Decreto Ministeriale 133 in vigore da febbraio, ma di fatto “pubblicato ad aprile, volto a favorire una maggiore flessibilità dei Corsi sia Triennali che Magistrali, intervenendo sugli insegnamenti affini e integrativi con proposte di attività didattiche innovative al posto di quelle tradizionali”. Il Decreto “ha incontrato in Ateneo grande apprezzamento. Purtroppo, il tempo per lavorare a modifiche è stato davvero poco. Sono già intervenuti, ad esempio, i Corsi di Economia Aziendale, con la proposta di nuovi insegnamenti, e di Discipline della Musica e dello Spettacolo sul versante delle ore laboratoriali. Ma altre proposte arriveranno sicuramente”. Ma che cosa accadrà a settembre? In che termini l’Ateneo si sta preparando alla ripartenza? “Proprio pochi giorni fa si è tenuta una riunione della CRUI – la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – con tutti i Delegati alla Didattica, in cui si è discusso di ripartenze. È evidente che il primo semestre 2021-2022 sarà ancora di transizione. L’intenzione è quella di favorire il più possibile il rientro in aula, ma non possiamo ancora parlare di post-Covid né si possono dismettere le misure di sicurezza che abbiamo adottato”.
Tante cose, comunque, bollono in pentola, anche provando ad andare con lo sguardo oltre l’anno 2021-2022: “I grandi temi su cui lavorare sono, ad esempio, quelli di cui si parla nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un topic che dovremo decisamente affrontare è il longlife learning, ovvero la formazione continua rivolta a persone che non sono più degli studenti e che necessitano di una didattica diversa. L’Ateneo ha delle disponibilità in tal senso, soprattutto la piattaforma Federica”. Lo studente, poi, dovrà essere sempre più al centro del processo educativo: “L’attenzione della Federico II si concentrerà chiaramente su tutte quelle forme di didattica innovativa che necessiteranno anche di ulteriori investimenti. Sarà interessante sperimentare nuove forme di partecipazione dello studente alla vita universitaria, forme anche un po’ futuristiche che potrebbero basarsi sulla realtà aumentata e sull’uso di laboratori virtuali”. Ma chiaramente, “in un Ateneo grande e popolato come il nostro, l’attuazione di certe soluzioni richiederà del tempo”.
Carol Simeoli
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