Odontoiatria, “un corso che economicamente rende”

Ventiquattro immatricolazioni per gli studenti della Comunità Europea e due per gli extracomunitari: questi i numeri del Corso di Laurea in Odontoiatria della Seconda Università degli Studi di Napoli. “Avevamo chiesto sei posti per gli extracomunitari, ma il Senato Accademico ha ridotto la nostra proposta di due terzi”, nota il professor Fernando Gombos, ordinario di Malattie odontostomatologiche e Presidente di Corso di Laurea. Numeri contenuti come al solito, dunque, destinati a lasciare con l’amaro in bocca le centinaia di studenti che ogni anno tentano la strada dell’Odontoiatria. “Le strutture sono tali che non possiamo aprire ad un maggior numero di persone – si difende Gombos- Odontoiatria è un Corso di Laurea che necessita di una preparazione teorico pratica, non soltanto delle lezioni teoriche. Significa che ogni studente deve avere a disposizione una postazione sulla quale esercitarsi e visitare il malato. Se però un paziente ha male ad un dente, viene al Policlinico per una visita e finisce nelle mani dello studente – senza un professore alle spalle che diriga e controlli – cosa fa? Si alza e se ne va. Anche perché, da quando noi non siamo più convenzionati, la visita si paga. Oppure, se resta seduto, si vota a qualche santo. Dico questo per sottolineare che ogni singola esercitazione richiede una postazione e, soprattutto, un docente. Ecco perché è impensabile aprire a più persone. Certo, se almeno avessimo una sede tutta nostra, le strutture sarebbero più capienti e potremmo ampliare leggermente il numero degli immatricolati. Purtroppo non è stata posta neanche la prima pietra del Policlinico di Caserta e siamo ancora ospiti della Clinica Odontoiatrica, al Vecchio Policlinico”. Il professor Gombos fornisce qualche informazione riguardo alla prova. “Sono ottanta quiz a risposta multipla su Matematica, Chimica, Fisica e Biologia, preparati dal Ministero. Lo scorso anno avevano eliminato la parte di Cultura Generale, che invece quest’anno ritorna. Le perplessità di chi ritiene che i test a risposta multipla rappresentino una prova non culturale sono condivisibili. Purtroppo è una soluzione pratica. L’ideale sarebbe una prova attitudinale, seguita da un colloquio e da una prova culturale. Ma è impensabile, perché abbiamo tra i 600 ed i 700 candidati all’anno”. I motivi per i quali Odontoiatria esercita tanto fascino, tra i giovani secondo Gombos sono in parte prosaici. “E’ una scuola professionalizzante. Ognuno valuta che è un corso di laurea che economicamente rende. Il nostro laureato, infatti, superato l’esame di Stato può aprire uno studio, da solo oppure con altri colleghi, ed inizia a lavorare. Il laureato in Medicina, per fare un esempio, deve invece, accedere alla Scuola di Specializzazione. E’ il nostro punto di forza, ma può diventare un handicap, attirando persone motivate solo dal guadagno. Invece il dentista è innanzitutto un laureato presso la facoltà di Medicina e la professione si svolge bene solo se alla base c’è passione”. Il Corso di Laurea in Odontoiatria della SUN, al primo anno, oltre alle tradizionali discipline – Fisica, Chimica, Biologia, per citarne qualcuna – prevede un esame di inglese ed un esame di informatica. “Il moderno odontoiatra non può non conoscere l’Inglese, anche per motivi di aggiornamento. Idem per l’Informatica. Oggi navigando in Internet in un’ora si acquisiscono informazioni -poniamo sulla carie– per le quali quando io ero studente occorrevano settimane di biblioteca”.
Piccoli numeri
anche al 
Federico II
Quindici immatricolazioni per gli studenti comunitari e cinque riservate a studenti extra CEE: sono queste le cifre di Odontoiatria della Federico II per l’anno accademico 2000/2001. Numeri piccoli, come di consueto. L’anno scorso, ad Odontoiatria, i posti a disposizione erano stati 12, più cinque per gli extracomunitari. Si erano presentati alla prova 570 candidati.
L’equazione Odontoiatra-lauti guadagni è probabilmente una delle più radicate e contribuisce, almeno in parte, a spiegare le recriminazioni che ogni anno accompagnano il contingentamento a cifre davvero esigue del tetto di immatricolazioni previste. Il Presidente di Corso di Laurea Giancarlo Valletta la vede diversamente e ne spiega la ragione. “Bisognerebbe chiedere a chi inoltra la domanda quali motivi lo sorreggono. Pensare che quella in Odontoiatria sia una laurea che dà ricchezza è errato. La proporzione cittadini- laureati è folle, siamo su numeri impensabili. Supponiamo che in un dato anno accademico ci siano circa trecento immatricolazioni a Medicina e 40 ad Odontoiatria. Ammettiamo che poi giungano tutti fino alla laurea. Ebbene, tenuto conto che Medicina ha cinquanta specializzazioni, sul mercato del lavoro si immetteranno sei cardiologi, sei pediatri e sei medici per ognuna delle altre specializzazioni. Gli odontoiatri saranno invece quaranta. Naturalmente è un esempio, ma rende l’idea”. Lapidario, quando gli si chieda un consiglio per chi si appresta a sostenere i quiz: “studiare”. Istologia, Chimica e Fisica sono le discipline che “gli eletti” ammessi a seguito del quiz al primo anno di Odontoiatria dovranno affrontare nel primo semestre.
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